14° capitolo "ti prego, resta con me"

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Sono passati 5 giorni da quando mi sono svegliata, e Riccardo è sempre venuto, di solito dorme anche con me.
Se tutto va bene domani mi rimettono, ma non andrò a casa mia, per qualche giorno dormirò da Riccardo.
Mi ha invitata lui, non vuole che stia nella stessa casa con Justin, ma papà ha preso provvedimenti e trasferirà il ragazzo che mi ha mentito in un college per poi farmi rientrare in casa.
Grazie a Riccardo, che ora è diventato il mio fidanzato, sto riacquistando la memoria, piano piano, anche se di solito confondo il mio nome e quando mi chiamano non rispondo pensando che stiano chiamando una ragazza di nome Francesca.
Ora sono nel mio letto, Riccardo è andato a prendermi l'intimo insieme a papà per cambiarmi.
Ora vanno d'amore e d'accordo.
Invece con Justin c'è l' hanno tutte e due a morte con lui, e anche io.
Poi la porta si apre.
- ehi piccolina- all' inizio avevo paura fosse Justin, poi quando ho visto Riccardo mi sono subito tranquillizzata.
- ti ho portato anche un cambio per domani mattina e qualcosa da portare a casa mia.- mi dice avvicinandosi per poi stamparmi un bacio delicato sulle labbra. Ogni volta che lo fa un brivido percorre tutta la mia schiena.
- papà?- chiedo
- è andato a prendere un caffè gliel' ho detto io, era abbastanza stressato, si vedeva- mi dice posando la bustina sul letto e sedendosi sulla poltroncina accanto al mio lettino.
- te come ti senti?-
- meglio grazie, spero mi rimettano domani, non voglio più stare qua-
Poi una domanda mi sorge in testa
- ma la mia mamma?-  lui a questa domanda sembra stupirsi o meglio... Preoccuparsi (?)
- piccola, questo discorso dovresti affrontarlo con tuo padre, non spetta a me raccontarti queste cose-  a questa risposta mi viene da ridere, sembra sia morta ahah bah...
- ma mica è morta- faccio una risata isterica, però Riccardo poi abbassa lo sguardo ed io inizio a preoccuparmi.
- chi non dovrebbe essere morta?- interviene mio padre entrando nella stanza con in mano un  bicchierino di plastica bianco.
- papà dov'è la mamma?- a quella domanda mio padre fece un cenno al mio fidanzato di uscire.
-papà è tutto okay?- chiedo guardandolo sedersi sulla poltrona scaldata da Riccardo.
- ecco vedi...la tua mamma... Quando eri piccola... - sembra non trovare le parole come se fosse preoccupato di raccontarmi la verità.
- si?!- lo incito
- beh ecco.. Lei da giovane è andata via...- mi dice abbassando lo sguardo.
- dove è andata?-
- lontano, lassù- indica il soffitto con lo sguardo ancora basso.
- io...io...io...non ho la..mamma?- chiedo quasi sul punto di piangere
- no tesoro, mi dispiace..-
Poi ad un certo punto entra Justin.
- posso restare un attimo da solo con Francesca?-
- no- precedo mio padre che stava per rispondere
- non voglio stare con te.-
-Francesca!!! Non fare la bambina!- mi richiama quell' ingrato.
Io la bambina?! Ma stiamo scherzando?! Va beh non ho voglia di litigare con uno sconosciuto.
- va bene, muoviti- gli dico facendo cenno a papà di uscire per poi lasciarmi da sola con Justin.
Si siede sulla poltrona ma appena mio padre chiude la porta il ragazzo si alza dalla sedia e prende un rotolo di nastro adesivo per i cavi elettrici e ne stacca un pezzo, il giusto per tapparmi l' intera bocca, poi prende due corde e con queste mi lega le caviglie insieme  e prima di legare assieme anche i miei polsi stacca con forza l' ago che era dentro il mio braccio. Quest'ultimo inizia a sanguinare senza smettere, così Justin ci attacca sopra un pezzo di quel dannatissimo scotch.
Io mi dimeno ma invano, ho paura, troppa.
Poi mi prende in spalla, si affaccia alla finestra, esce e inizia a correre verso un furgone. Un furgone nero.
Cerco di liberarmi tirando calci ma non ci riesco, l' unica cosa che riesco a ricevere è un pugno sullo zigomo, e poi di nuovo.
Il buio.
Mi sveglio in una stanza completamente vuota, sono seduta su una sedia in mezzo alla camera.
Quando inizio a sentire freddo, tanto freddo.
Mi guardo e mi accorgo di essere solo con l' intimo addosso.
No..non può essere.
Mi accorgo anche di non avere più lo scotch sulla bocca così ne approfitto per urlare aiuto, ma l' unica persona che riesco ad attirare è quell'idiota di Justin, quello che dovrebbe essere mio fratello.
Ma perché fa tutto questo?!
- è inutile che urli scema- mi dice lui avvicinandosi.
-che cosa mi hai fatto, perché sono solo in intimo?!- gli chiedo, sento le lacrime pungere.
- non ti ho fatto ancora nulla, non ti preoccupare, volevo che tu vivessi questa nuova senzazione dal vivo, voglio anche la tua partecipazione piccola- dice lui.
A queste parole rabbrividisco, non voglio che succeda.
- sei solo un maniaco pervertito!!- gli rinfaccio.
- stai zitta sgualdrina- finita quella frase mi molla uno schiaffo.
Di nuovo.
Non ce la faccio più.
Poi vedo una sagoma comparire sulla soglia della porta, è lui.
- che cosa stai facendo imbecille!- corre verso di me la persona a cui tengo di più al mondo.
- non è di tua proprietà scemo, e ora va via, ho qualche lavoretto da fare con la ragazza-.
Riccardo a quelle parole gli sferra un pugno sul naso e un altro ancora, quando poi Justin inizia a sanguinare, riccardo lo butta in terra e inizia a picchiarlo di santa ragione.
Quando poi vede che non ha abbastanza forze per reagire viene verso di me e mi slega.
- ti fa tanto male?- mi chiede mentre scioglie il nodo della corda legata ai miei polsi.
Io annuisco.
È vero mi fa un male cane.
- andiamo- mi dice lui prendendomi a mo' di sposa portandomi via da quell'incubo.
-grazie- gli dico iniziando a piangere come una fontana.
Non so cosa mi avrebbe fatto se non fosse intervenuto lui. È il mio eroe.
Arrivati alla sua auto mi posa delicatamente sul sedile del passeggero accanto all' autista e partiamo.
Siamo di nuovo qua.
Ma a differenza di prima ora c'è anche la polizia, carabinieri e tutti gli infermieri fuori dall' edificio.
-perché c'è tutta questa gente?- chiedo tra le lacrime singhiozzando.
- sono passate 7 ore, e non eri più nel letto piccolina, per questo ho dato l' allarme.
All' inizio pensavo fossi scappata, poi tuo padre mi ha detto che Justin voleva rimanere solo con te e la cosa mi sembrava strana, così sono venuto a cercarti.
Quando poi ho sentito le tue urla sono venuto subito da te- dopo queste parole lo bacio.
Si merita tutto.
Mi ha salvata.
E l' unica cosa che riesco a dire è:
-ti prego, resta con me... Non andartene mai-
-non lo dire neanche per scherzo, non me ne andrei mai piccola sei la mia vita.-

Wow!! 2 capitoli in un giorno! Spero vi piaccia! Lasciate stelline e commenti! Grazie♥

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