Capitolo 5

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Era passata solo una settimana da quella notte e Sophia era sempre nei miei pensieri; durante gli allenamenti, le corse a cavallo e le serate in compagnia dei miei compagni insieme a del buon vino.
Solo Ruggero e Lodovico erano a conoscenza del motivo del mio silenzio, lo avevano scoperto la sera prima durante il nostro solito giro di ronda nei villaggi vicini;
"Thomas, tutto questo è una gran follia; come puoi innamorarti di una ragazza che nemmeno conosci, in più principessa del nostro regno!" mi disse Lodovico scioccato, mentre Ruggero con sguardo divertito
"E bravo il nostro Thomas, ma almeno è bella come si dice?"
"Non mi sembra il momento di pensare a queste sciocchezze; lo sai che tutto ciò ci è proibito e non può avere futuro se non con la tua morte.
Thomas, dimenticati di lei, fai come non l'avessi mai incontrata. Ti porterà solo alla rovina!" intervenne Lodovico con fare arrabbiato ma al contempo preoccupato.
"Credi che non lo sappia ,eh, credi che non mi senta un vile, per essermene innamorato, venendo a mancare al mio giuramento?? Ma è successo, e niente e nessuno riuscirà a sopprimere il mio amore nei suoi confronti!" urlai contro di loro, e nel cuore della notte me ne ritornai verso il palazzo, completamente solo e distrutto nell'animo.
Sulla via del ritorno mi sentii chiamare ad alta voce, ma non mi fermai continuando per il sentiero di querce, "Thomas..." ormai mi avevano raggiunto;
"Lasciatemi stare, ho bisogno di riflettere..." ero deciso a stare solo con i miei problemi, loro non centravano niente; era una questione tra me e il mio cuore.
"Noi non ti lasciamo, siamo come fratelli e se uno di noi ha un problema, noi lo aiutiamo, dovesse costarci la vita; ricordi, tutti per uno e uno per tutti!" disse Ruggero, mentre Lodovico annuiva con un sorriso fraterno e sincero.
Le mie guance erano bagnate da lacrime, erano ormai anni che non piangevo, dalla morte della mia famiglia; "Ragazzi non so che fare, mi sento malissimo...ogni singola ora della giornata la pensò, con quello sguardo triste e freddo; e mi sembra d'impazzire tutte le volte che la vedo camminare in compagnie delle sue amiche, sorridente anche se sempre con lo stesso sguardo!" confessai, senza provare vergogna.
"Sei proprio cotto, mio caro Thomas...ma noi siamo qui e ti aiuteremo" risposero ridendo entrambi.
Più tranquillo, ritornano al palazzo, tra risate e aneddoti divertenti sull'ultima conquista amorosa di Ruggero; poverino era proprio sfortunato in amore, come anche nel gioco!
Stavamo andando nelle nostre stanze, quando sentimmo delle urla; allarmati ci precipitammo nel salone centrale, ma quello che vedemmo ci bloccò.
Nel salone c'erano Sir Gideon con il re, e Sophia con la sua dama; " No, mai! Scordatelo, io non sposerò mai un uomo che non amo, solo per evitarti la guerra!" disse Sophia con disprezzo, mentre dolorose lacrime le bagnavano le guance arrossate dalla rabbia; "Ascoltami bene, tu farai come ho deciso io, altrimenti te ne pentirai amaramente!" urlò Astrid, mentre usciva dal salone seguito dal fratello.
Per diversi minuti regnò un silenzio assoluto, che fu spezzato dal pianto di Sophia,
"Keira, che cosa faccio adesso! Io non voglio sposarmi...ti pregò aiutami" disse tra i singhiozzi, mentre il mio cuore era chiuso in una morsa di dolore.
"Mia dolce Sophia, non so che fare; tranquilla troveremo una soluzione" le disse mentre l'abbracciava con fare dolce.
"Ma adesso dimmi cosa ti turba ormai da una settimana, sei più silenziosa del solito; cos'è che occupa perennemente i pensieri della bellissima principessa d'Irlanda?" chiese Keira in tono curioso.
Ero pronto a sentire la risposta fredda, che avrebbe dato; immaginando la con quello sguardo freddo rivolto alla luna...ma la risposta che diede mi lasciò senza parole,

"...Thomas..."

Il destino del cavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora