Capitolo 8

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Era scappata, un'altra volta, con la paura dipinta sul volto.

Povero illuso, credevi realmente che avrebbe ricambiato i tuoi stessi sentimenti...

Come avevo fatto ad essere così cieco, ai suoi occhi, io ero solo un cavaliere al suo servizio, niente di più

"Devo dimenticarla, lei non mi amerà mai..."

Il sole stava ormai tramontando, tra meno di un'ora sarebbe iniziato il solito giro di ronda; raggiunta la mia stanza, mi sdraiai, ma i miei pensieri erano fissi su quelle poche parole, che avevano distrutto la mia ultima speranza.
Basta non potevo continuare così, avevo bisogno di rilassarmi; velocemente raggiunsi i miei compagni per la cena.
"Dove sei stato per tutto il pomeriggio?" chiese Lodovico, mentre mi sedevo al suo fianco.
"A cavallo, avevo bisogno di schiarirmi le idee..."odiavo mentire al mio migliore amico, ma non volevo metterlo in pericolo.
Lodovico mi guardò con fare allusivo, non aveva creduto alle mie parole; ma non fece in tempo a rispondere, che la porta della sala fu spalancata:-
"Maestà, la principessa è sparita!" urlò una delle guardie del re,

Sophia...Sophia era sparita,

Con tutta la forza che avevo, corsi fuori dalla sala, lasciandomi dietro tutte le voci che mi chiamavano, e una volta in sella ad Alatos, cominciai a correre verso le foreste.

Dove sei Sophia, perché sei fuggita?

Erano ore che giravo per le foreste, ma di lei nessuna traccia; inoltre aveva iniziato a nevicare e tirava un forte vento,
"Sophia!" urlai con tutta la voce, nella speranza che mi sentisse, ma niente.
Scoraggiato, ripresi la via del ritorno e fu proprio li, che vidi Sophia con un leggero mantello, appoggiata ad una quercia; con un salto le corsi incontro,
"Sophia, ma cosa ci fai qui?" dissi con tono preoccupato ma al contempo arrabbiato,
Aveva le labbra blu e stava congelando,
"Thom..." non finì la frase, che svenne tra le mie braccia.
Raggiunsi il palazzo in poco tempo, Sophia aveva bisogno di calore; con lei tra le mie braccia mi diressi dal re, il quale appena mi vide disse:-
"Thomas, la tua azione é stata immatura, ma ti ringrazio infinitamente per aver salvato mia figlia" disse dandomi due pacche sulle spalle.
"Ho fatto solo il mio dovere" risposi e con il suo permesso tornai nella mia stanza.
Quella notte non riuscii a chiudere occhio, continuavo a pensare a quell'immagine di Sophia così indifesa e impaurita; per quale motivo era scappata, rischiando di morire, che cosa voleva dimostrare.
Basta non potevo rovinarmi la vita per una ragazza che non mi amava...
Il mattino seguente ero ancora a letto, quando due guardie del re entrarono nella mia stanza,
"Cavaliere Thomas, si prepari, sua maestà la principessa Sophia, vuole parlarvi." dissero, uscendo dalla stanza.

Sophia, voleva parlarmi?

Il destino del cavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora