Fumo e fuoco...solo questo vedevo, mentre delle urla strazianti risuonavano nelle mie orecchie, chiare e distinte...quella voce mi era famigliare, troppo anzi.
La paura s'impossessó di me...non poteva essere lui, avanzai tra il fumo, mentre davanti a me un'immagine prendeva forma lentamente...era lui, disteso in una pozza di sangue, ormai morto.
No...non potevo aver perso anche lui, l'unico che mi avesse amata per la vera me stessa...
-Aaah si, quell'espressione sul tuo volto, mi piace. Sei sempre stata consapevole di ciò che stavi per compiere, ora accetta il tuo destino!Era solo un incubo, non poteva essere reale, non dopo quello che era successo la notte precedente...
Ancora sentivo le sue morbide labbra lambire le mie con delicatezza e devozione, mentre mi stringeva forte a sé, come se fossi la cosa più preziosa al mondo, dimostrandomi il suo amore, così forte da far male.
Non potevo permettere che mettesse la sua vita in pericolo nuovamente per me, solo per dimostrare a tutti quanto fossi importante per lui...a me era bastato quel bacio desiderato da entrambi, al chiarore della luna, a far sciogliere quella lastra di ghiaccio che circondava il mio cuore...finalmente avevo capito che cosa significava amare e soprattutto essere amati.
Avevo ormai preso la mia decisione...guardai fuori dalla finestra, era il crepuscolo.
Il vento, alzatosi da poco, mosse i miei lunghi boccoli rosso fuoco, mentre la mia pelle pallida e liscia, risplendeva di luce riflessa.
Feci un respiro profondo, con fermezza uscii dalle mie stanze, avevo bisogno di mio padre...anche solo per un momento.
Attraversata la soglia del salone, fui pervasa da una miscela di olii profumati.
Un lungo trappeto rosso, rifinito da ricami dorati, fungeva da linea guida.
Passo dopo passo, arrivai dinanzi al possente portone in legno di quercia, con cardini in oro, delle stanze del re.
Senza battere ciglio valicai il portone...rimasi ferma e silenziosa, mentre un'espressione di sofferenza si disegnava sul mio viso.
Il re mio padre, era disteso a letto, circondato da una schiera di medici e servitori...alla mia vista, mi fece segno di avvicinarmi.
Come una bambina mi precipitai al suo fianco, inginocchiandomi, mentre delle lacrime calde e copiose bagnavano il mio volto.
Con la mano destra, anche se tremolante, mi prese il mento, alzandomi il volto e baciandomi la fronte con devozione e affetto...aveva già capito tutto.
Debolmente mi sorrise e con voce, simile ad un sussurro,
"Vai Sophia, combatti per la tua vita...sono molto orgoglioso di te!"
Avevo avuto la sua approvazione, ormai nessuno poteva più giocare con il mio destino e soprattutto con il mio cuore...nessuno, se non io stessa!***
Soltanto una volta tornata nelle mie stanze e avendo controllato di essere sola, tra le luci soffuse dell'alba, capii ciò che andava fatto.
Mi soffermai dinanzi al grande baule ai piedi del letto ed estrassi alcune cose:
Xaedus, la spada della vita,forgiata dalla lacrima dell'arcangelo Hariel, una cotta di maglia appartenuta alla regina, mia madre, leggera e notevolmente resistente ed infine l'armatura lucente, appartenuta a mio padre.
Mi abbandonai a lieti ricordi.
Strinsi l'armatura forte al petto, e promise, in nome di mio padre, che avrei lottato fino alla fine per il mio destino.
Favorita dalla poca luce, sgattaiolai fuori dalle mura del castello, dirigendomi verso le stalle.
Preparai il mio fedele destriero, Phobos, per un viaggio che mi avrebbe condotto ai confini delle terre conosciute.
L'animale era nero come la notte più cupa e la sua chioma, lunga e selvaggia, simboleggiava una fierezza indomabile.
Una volta pronta salii in sella al mio cavallo e coperto il volto con il cappuccio, partii alla volta della terra di Auron, al di là delle montagne.
L'aria gelida del mattino, arrossava la mia pelle chiara, ma dovevo abituarmici...ormai non ero più una principessa, ma solo un guerriero pronto a combattere.
Dovevo sbrigarmi, non potevo permettere che qualcuno mi vedesse, soprattutto Thomas...non mi avrebbe mai permesso di continuare il mio viaggio, nemmeno con lui al mio fianco.
Senza voltarmi indietro, presi il sentiero che conduceva all'interno della foresta di querce...fin da piccola mi era stato proibito entrarci, si diceva che al suo interno vivessero creature delle tenebre, pronte ad uccidere chiunque incontrassero sul loro cammino...ma ormai non ero più una bambina e queste dicerie non avrebbero di certo messo fine al mio cammino.
Ad un tratto Phobos, preso dalla paura, raspò la terra con gli zoccoli, evitando di avanzare; qualcosa nell'ombra si muoveva.
Con esitazione impugnai la spada, che poggiava al mio fianco e la sguainai con un unico gesto...era pesantissima; come facevano i cavalieri a maneggiarla con estrema agilità...facevo fatica a tenerla salda con due mani, figuriamoci combatterci...sarei morta nel giro di poco tempo.
Un brivido di paura mi attraversò la schiena, mentre con la destra cercavo di calmare Phobos, mormorando parole dolci.
I primi raggi del sole, che stava sorgendo in tutta la sua bellezza, rivelarono tre figure a cavallo, che avanzavano a passo sostenuto.
"Lasciatemi passare, non cerco guai...sto solo tornando a casa da un lungo viaggio" affermai con voce incerta, mentre puntavo la spada inferma davanti a me.
"Te lo dicevo io che a palazzo c'era troppa confusione per non essere successo niente!" non potevo crederci...era arrivata la mia fine.
"Non ci ha nemmeno riconosciuto...saremo le sue ombre, sicuro!!" disse la persona al centro...quella voce mi era così famigliare...senza rendermene conto iniziai a tremare, come una foglia in balia del vento.
Piano piano i tre si avvicinarono ancora di un paio di metri, mostrando i propri volti, illuminati dalla luce del sole.
Alla mia vista tutti indietreggiarono stupiti, solo quello al centro che fino ad adesso aveva parlato, rimase fermo al suo posto, mentre sbiancava e i suoi occhi diventarono di un nero pece...ero proprio nei guai.
Non feci neanche in tempo a parlare che fui preceduta da quella voce, che tanto avevo desiderato non sentire in questo momento...
"Sophia...che stai facendo?"
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Il destino del cavaliere
FantasyThomas, sin da piccolo, é stato cresciuto con il dovere di servire il suo re e proteggere a costo della propria vita, la dolce e bella principessa Sophia. Cresciuto in mezzo all'odio e alla morte, attraverso gli incantevoli occhi di Sophia, capirà c...