Capitolo 8

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Saranno passati almeno 10 anni da quanto mi sono lasciata con Sonic. Cambiai scuola per non vederlo più, mi sono diplomata con il massimo dei voti e sono entrata al college. E adesso sono qui, a 25 anni, single e vivo da sola in un villa in campagna, lontana da tutti, ereditato da mio padre. Mi sono
laureata in Scienze del servizio e sociale, ma ho scelto di insegnare scienze umane in un liceo.
La mia vita è cambiata totalmente: non so più una ragazzina, ho cambiato i miei punti di vista, non sono più sboccata e maleducata, guido una semplice Golf, mi faccio i fatti miei e continuo a evitare il contatto umano il più possibile, ho i miei vizi e non ne vado fiera. Ho smesso di chiedere u soldi a mio padre, ma ha insistito per la casa, e io ho accettato. Potebbe sempre servire venderla in un momento di crisi, non si sa mai.
Tutto questo, da quel giorno.
Oggi, è il mio primo giorno si lavoro. I professori mi hanno riconosciuta, mi hanno detto che sono diventata bella, mi riempivano di complimenti,  mi ricordavano di quanto fossi stata brava alle superiori ma che si immaginavano un futuro diverso per me, date le mie disponibilità economiche e, appunto, la mia spiccata intelligenza e nelle materie storiche e letterarie.
Che ne sanno loro, quanto pensavo di aver trovato qualcuno che mi facesse sentire viva, una persona con un cuore che batte e non un pezzo di ghiaccio, un robot programmato per studiare e obbedire ai miei genitori.
Basta ricordare, non voglio più pensare a quella persona e a quella bambina che sognava di essere amata, che voleva capire cosa significasse stare insieme a una persona che non ti cambierebbe mai.

  *  *  *

Sono emozionata: la scuola non è cambiata per niente, chiaramente ora è più vecchia ma ha ancora il suo perché.  Io la vedo ancora con quei colori accesi, con gli armadietti verdi e le pareti giallino. Come ogni anno c'è l'inaugurazione dell'anno scolastico con annesso il noiosissimo discorso del preside dove dice sempre le stesse cose, dovete impegnarvi perché voi siete il futuro, noi siamo disposti ad aiutarvi qualunque sia il problema. Certo, come no. Crescendo mi sono resa conto di quante magagne fanno i professori con il preside, come chiedere più soldi per una gita fuori porta così da intascarseli, o come le professoresse si scopassero il preside per avere qualche borsa o scarpa firmata o qualche aumento. Un po' mi dispiace,  spero sia cambiata la situazione.
Nel mentre il preside parlava, sento una voce dietro di me che mi chiama.
Xx: Amy!
Mi giro e vedo Aki, anche lui si è laureato ma in Matematica e fisica, gli piace farsi chiamare dottore, lo ga sentire più grande di età e, a detta sua, più professionale. Dovevamo fare colazione insieme stamattina ma non si è presentato senza neanche avvisare.
Io: Ueee, come mai non sei passato da casa stamattina? Potevi pure avvisare, almeno mi sare fatta meglio i capelli.
Aki: Amo hai ragione, però è successa una cosa strana
Io: Cosa?
Aki: Ho incontrato Sally stamattina, dovevi vedere com'è diventata! Mi ha fermato lei, ho cercato di vincolarmi ma è stata così gentile da offrirmi un caffè e mi ha raccontato un po' di cose.
Io: Non lo so se me la sento di sap...
Neanche mi ha sentito, che ha continuato a raccontare.
Aki: A 18 anni è rimasta incinta ma non di Sonic, di un tizio di cui non ho capito il nome e che Sonic poi si è trasferito in America 3 anni per non ammettere di aver seminato e raccolto merda per tutti gli anni delle superiori.
Praticamente ha preferito cambiare vita e ricominciare piuttosto che risolvere i conti in sospeso con le persone. Sally comunque non si è mai diplomata per stare con il figlio che si chiama Bryan. Il compagno è ricco ma lei comunque lavora in segreteria, proprio qui.
Io: Se mi avessi fatto finire di parlare, almeno! Non volevo saperlo, però mi fa piacere sapere che Sally lavora, lo studio non era per lei e avrebbe perso solo tempo. Non credo che avrebbe tenuto il figlio se quel tizio non l'avesse lasciata, ma mi fa piacere che si sia presa delle responsabilità dato che da piccola era una stronza di merda.
Aki: Ora sei tu che non mi fai finire di parlare! Sonic sta tornando e molto probabilmente farà il professore di Ginnastica, non hanno ancora deciso chi sarà di ruolo e chi farà solo supplenza. Cosa ne pensi? Forse potrebbe rinascere qualcosa.
Volevo morire. Non sapevo cosa dire, ero terrorizzata, emozionata, ansiosa e malinconica tutto nello stesso momento.
Io: Non penso niente, ormai sono passato anni e non so se mi riconoscerà o se gli è mai importato davvero da ricordarsi cosa ha fatto. Ha sempre combinato casini, io sono stata uno dei tanti.
Mi faceva ribrezzo anche solo dirlo: sono stata un oggetto per lui, un'altra bambola su cui sfogare le sue pulsazioni. Ringrazio non so quale forza maggiore per averlo seguito quella sera, presa da un momento di gelosia maniacale e parecchi presentimenti, per essermi fermata in tempo tutte le volte che mi ha sedotto.
Non volevo più continuare questo discorso e, fortunatamente, venni salvata dalla campanella. Io e Aki ci salutammo ed andammo nelle rispettive aule non più per imparare, ma per insegnare a quei ragazzi pieni di vita.

   *   *   *

Questa prima lezione ha superato le mie aspettative, forse perché sono giovane e i ragazzi e le ragazze si sentono più compresi. Mi hanno detto che non hanno mai visto una insegnante così, che a 25 anni già lavora: mi sono sentita fiera di me stessa, perché posso provare a non dar ripetere più quello che ho passato io e molti altri. Cioè soffrire per persone che non meritano neanche di essere guardate in faccia per tutto il male che hanno distribuito.
La mia giornata scolastica è terminata alle 11 e ne ho approfittato per andare a casa a farmi una doccia.
Pensavo e ripensavo a quello che Aki mi ha detto, mi graffiavo con il guanto di luffa quasi a voler grattare via le parole di mio fratello, che si erano attaccate al mio corpo e mi facevano sentire sporca, perché anche dopo anni il suo nome mi fa sentire il cuore pesante e a tratti sento ancora le sue mani sui miei fianchi, la sua bocca sulla mia, così calda da scaldare tutto il mio corpo con un solo tocco.
Finisco la doccia, mi asciugo, mi metto la crema e poi mi asciugo i capelli. Non avevo molta fame quindi per pranzo mangia solo dei Saikebon alle verdure e un po' di salmone affumicato confezionato. Una casa così grande, piena di utensili non ha senso se non c'è nessuno con cui condividere lo spazio, con nessuno che riempie un vuoto.
A un certo punto i miei pensieri vengono interrotti dal suono del campanello, aspetto un po' ad aprire, volevo tornare nel mondo reale invece di rimanere bloccata in un ricordo.
Mi alzo e apro la porta, ma non c'era nessuno. Guardo a destra e a sinistra ma mi rendo conto che non c'è nessuno. Faccio per uscire e calpesta qualcosa. Era un bigliettino, non c'era scritto da chi o per chi. Quando lo aprii il mio cuore si fermò. Erano parole scritte velocemente,  ma io avrei potuto riconoscere quella scrittura su un milione.

"

Dopo tutto questo tempo, il mio cuore rivede un angelo. Sei un miraggio, proprio come quando eravamo piccoli e ci batteva il cuore anche solo guardarci. Di quando, come un incosciente, mi sono lasciato andare l'unica certezza in mezzo a tanti dubbi. Tu non lo sai ma mi hai insegnato a volare e io me ne sono andato. Non capivo ma ora sì, ci vediamo presto.
S."

   *   *   *

NOTA:
Ciao ragazzi era tanto tempo che non scrivo e volevo dirvi che mi siete mancati tutti. Dopo anni non avrei mai immaginato di aver ricevuto così tanto sostegno, Volevo dirvi che sono cresciuta e Che volevo continuare a scrivere la storia, magari cambiando il nome o il "cognome" di Sonic, ma solo se a voi va bene. Le vostre opinioni sono importanti e tutti i consigli sono ben accetti. Non so chi leggerà il continuo,  ma grazie a tutti di avermi sostenuto anche quando non ho scritto più.
Vi prometto che mi sentirete più spesso, almeno e spero più di una volta al mese

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 28, 2023 ⏰

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