capitolo 45

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POV'S ALESSIA..
mi sveglio tra le mie dolci lenzuola..
Sono le 6:30 del mattino e penso sia meglio alzarsi per prepararmi ad una nuova giornata di scuola.
Ormai ho ripreso le lezioni da quasi due settimane e devo dire la verità,preferirei fare altrò.
Nonostante tutto però ,mi sto rimettendo in carreggiata, studiando proprio tanto.
Prendo il mio bel plaid e lo appoggio sulle spalle,dato che fa un freddo cane e mi si sta congelando anche il naso.
Alzo lentamente la tapparella della finestra e nonostante sia piú o meno tutto buio riesco ad intravedere le scure e pesanti nuvole.
Decido di fare colazione per poi andare a fare una doccia.
Passando per il corridoio, la stanza di Alessandro é aperta.
Lui e Giorgia stanno ancora dormendo.
Da quando purtroppo hanno fatto quel test,circa due settimane fa,lei l'ha presa molto male,come del resto Alessandro, che però cerca di non darlo a vedere per infonderle sicurezza e forza.
Il loro rapporto cresce sempre di piú e il fatto che stanno ancora assieme, piú innamorati e forti di prima,ne é la prova concreta.

Entro in salotto e ammiro le luci natalizie e gli addobbi che nella stanza buia e cupa risaltano ancora di piú.
Ebbene si,manca circa una settimana ed arriva la mia festa preferità:il natale.al solo pensiero non sto nella pelle.

Dopo una bella tazza di thé caldo ed una bella doccia calda,sono pronta per andare a scuola.

Ormai sono le 7:10.
Prendo la borsa,cellulare ed infilo il cappotto.
Esco dalla mia stanza e mi dirigo alla porta di ingresso.
Incontro Alessandro e dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia corro verso la porta,per evitare di fare ritardo.

Chiamo Francesco che é gia sveglio,dato che deve andare a lavoro prestissimo.
"Buongiorno principessa."
Quanto amo la sua voce.
"Buoniorno amore,come stai?"
Intanto cammino e mi scappa un sorriso.
"Bene,tu?"
"Tutto bene,sto andando a scuola."
"Brava la mia piccola"
"La tua piccolina oggi vorrebbe pranzare con te,a che ora finisci il turno?"
"A mezzogiorno ,passo a prenderti io da scuola.ora vado che mi chiamano,ciao amore"
"Ciao amore" chiudo la telefonata lampo.
sono gia arrivata a scuola.
Manca ancora mezz'ora all'entrata ,cosí decido di rimanere sul muretto difronte scuola.
Di Federica neanche l'ombra.
Apro il cellulare e sullo sfondo c'é una foto di me e Francesco scattata a tradimento da parte di Alessandro a casa mia: io e lui sul divano sotto una coperta mentre dormiamo.
É proprio dolce.
Quanto mi manca.
Sembrava ieri quando lo trovavo difronte casa mia ad aspettarmi la mattina per andare a scuola,con la sigaretta tra le labbra.
Purtroppo adesso deve lavorare e di tornare a scuola,per il momento ancora non se ne parla.
Oltretutto sono seduta da sola.
Io il banco ed il banco vuoto di Francesco affianco a me.
Le giornate scolastiche passano piú lentamente e piú noiosamente.
Che palle.

Mi guardo attorno e la mia attenzione viene catturata da una figura femminile che da lontano sventola la mano verso di me,camminando nella mia direzione.
Solo dopo qualche secondi mi rendo conto che quella figura é Federica,e che mi guarda strana.
Scendo dal muretto e le vado in contro.
"Ahah Fede scusa,non ti avevo riconosciuta" dico sorridendo con la borsa sulla spalla.
"Chissà cos'hai in mente...o meglio chi hai in mente" dice ridendo e dandomi una leggera gomitata al fianco.
"Scemaaa" dico ridendo
"Vabbé comunque ho comprato i Cornetti tié" afferro al volo il sacchetto con i cornetti e ne addento uno.
"E se non ci fossi tee" esclamo ridendo e masticando il mio boccone.
"Eh lo so,lo so!" risponde ridendo.
Ci sediamo entrambe sul mio amato muretto.
parliamo un pò e finalmente suona la campanella.

Prima ora.
Mi siedo al mio freddo ed isolato banco.
Sul banco di Francesco ci sono ancora i suoi stupendi disegni e le scritte delle sue canzoni preferite.
Passo il dito su un disegno,raffigurante delle labbra.
"Guarda queste sono le tue labbra" mi disse posando la matita sul mio banco in una lezione di matematica,tempo fa.
Sorrido ricordando poi il sorrisetto furbo e scaltro che fece successivamente a quella frase,e poi il mio schiaffo sulla sua spalla.

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