capitolo 46

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POV'S FRANCESCO..

"Francesco,devi aiutarmi"
"Cos'é successo?" chiedo buttando fuori il fumo..
Sento dal suo tono di voce,che qualcosa non va.
"Giorgia,é uscita... un' ora fa,la sto chiamando ma non risponde,in questi ultimi tempi sembrava un pò piú serena,ma non so,c'é qualcosa che non va ho un brutto presentimento"
"Cazzo..."
"Fatti un giro per la città,io sono gia in macchina,vediamo se la riusciamo a trovare"
"Va bene ci penso io"

Chiudo la telefonata,spengo la miccia ed entro in casa.
Alessia é stesa sul divano con gli occhi chiusi.
"Che succede?"
Chiede a bassa voce,mentre metto il cappotto.
"Amore mio,devo fare una cosa"
"Cosa?" si siede sul divano sistemandosi i capelli.
"Giorgia..."
Alessia si alza dal divano preoccupata,sembra aver capito subito.
"Vengo con te" mi raggiunge e dopo essersi messa il cappotto usciamo insieme di casa.

POV'S ALESSANDRO...
Ormai sto girando per la città da circa mezz'ora e di Giorgia non ce n'é traccia.
I ragazzi si stanno muovendo come me per tutta la città,ma non ci sono ancora notizie.
Penso e ripenso a dove possa essersi cacciata.
C'é rimasto un posto,ma non so neanche se per lei sia cosí importante da recarsi li.
Per me é l'ultima spiaggia,cosí faccio retromarcia dal parcheggio del parco in cui mi trovo e mi dirigo verso quel posto.

Si tratta del posto nel quale ci siamo incontrati per la prima volta.
era una sera d'inverno,era stata una giornata un pò no,a qualche giorno da quando sono arrivato in questa città.
Cosí mi diressi verso il mare,il mio posto preferito in assoluto.

<<Scendo dalla macchina,metto le chiavi in tasca ed ecco di fronte a me il mare.
Inspiro l'odore di salsedine che mi ha sempre calmato e rilassato.
Cammino fino ad arrivare ad uno scalino,che mi porta sulla sabbia.
Davanti a me c'é un tronco,ed una ragazza dai capelli biondi,seduta sopra.
Scatto una fotografia con la mia nikon,perché la scena merita.
La lascio sul mio collo,al quale é legata con la 'cintura'.
Mi siedo affianco a questa ragazza che profuma di menta.
Non la guardo,continuo a fissare il mare,fino a quando non sento dei piccoli lamenti,poi singhiozzi.
Mi giro verso questa ragazza.
Dal suo viso scendono lacrime nere,credo sia il trucco sciolto e da li capisco che sta piangendo.
"Ei posso aiutarti?" le chiedo avvicinandomi a lei.
Si gira verso di me guardandomi.
Abbassa il capo scuotendo.
Cerco nelle tasche del giubbino rumorosamente.
Tanto da farla girare verso di me,e adesso mi sta guardando interrogativa.
Dalle tasche trovo solo un misero fazzolettino vecchio e di seconda mano,che guardo con disprezzo.
Sul suo viso compare un sorriso che poi si trasforma in una risata tenera e dolce.
Rimando incantato da quella meraviglia,la cosa piú bella che io abbia mai visto.
Rimetto il fazzoletto in tasca.
"Sei molto piú bella quando sorridi" dico guardandola,avvicinando,un incerto, le mie mani al suo viso e asciugandole le lacrime,toccando la sua pelle fredda.
Ci guardiamo negl'occhi ,come se quell'attimo fosse eterno,come se il tempo si fosse fermato.
Arrossisce leggermente e abbassa la testa sorridendo.
"Piacere Giorgia" dice porgendomi la mano e sorridendo.
Stringo la sua mano delicata e ricambio il sorriso.
"Alessandro">>

Con questo ricordo parcheggio la macchina sempre allo stesso posto.
Quel giorno c'era un sole stupendo,un tramonto bellissimo,oggi solo nuvole e tanta pioggia.
Non considero la pioggia ed esco dalla calda macchina,scontrandomi col gelido freddo di fine dicembre.
Mi guardo attorno e la pioggia é cosí fitta da non farmi vedere quasi niente.
Quasi.
Mi sembra di essere tornato a quel giorno.
Di fronte a me quel tronco di albero e quella ragazza seduta sopra.
Mi avvicino lentamente,guardandola,e mi siedo affianco a lei.
I capelli sono piú lunghi,bagnati,ma lei é sempre la stessa meravigliosa ragazza.
Continuo a guardare il mare.
Lei si gira verso di me e sono sicuro che adesso sta piangendo.
Silenziosamente le prendo la mano e la stringo forte,lei ricambi la stretta e il suo pianto si fa piú forte.
Mi giro verso verso di lei,la guardo.
Sempre lo stesso viso,un pò piú asciutto,ma sempre quello.
Gli stessi occhioni,le stesse fossette e lo stesso pianto.
Solo che quella volta piangeva per quello stronzo del suo ex,ora piange per me,e questo mi fa male.
Mi avvicino e l' abbraccio.
La stringo forte a me,so che in questo momento ne ha bisogno.
So il suo dolore,che é anche il mio dolore,ma non posso farmi vedere debole,non ora che lei ha bisogno di me.
I suoi singhiozzi aumentano e non posso far altro che continuare a stringerla,perché proprio non riuscirei a parlare.
Sul mio viso scende una piccola lacrima,che si mischia con la pioggia ininterrotta.
"Shhh" riesco solo a dirle.
Continua a sfogare il suo pianto,il suo dolore,sul mio giubotto,sul mio petto e davvero sto facendo una fatica immensa a trattenermi e a non lasciar uscire queste pesanti lacrime.
Stringe la sua mano alla mia,forte.
"Scusa" bisbiglia sul mio petto.
Il rumore della pioggia si fa sempre piú sottile,ma continua a bagnarci.
"Per cosa?" le chiedo non capendo.
"Per quello che é successo.
io ci credevo davvero e-e invece...ecco io lo so che ci stai male e mi fa male ancora di piú"
Alza il suo viso al mio.
Le sorrido intenerito,con una leggera sfumatura di amarezza.
"Starci male é normale,la supereremo.
Doveva andare cosí,abbiamo tanto tempo davanti a noi.
Promettimi che Non starai male piú per questo."
Annuisce sorridendo e portando le mani al viso e strofinandolo leggermente,togliendo il trucco nero.
"Ecco vedi.
te l'ho sempre detto che sei piú bella quando sorridi" esclamo lasciandole una carezza sulla guancia.
Ride leggermente e si avvicina a me.
"Ti amo" sussurra vicino le mie labbra,con gli occhi rossi e il viso bagnato,distrutto,ma allo stesso tempo leggermente sollevato.
Non rispondo,adesso non riesco,ma la bacio.
Il bacio piú bello di sempre.
"Credo che adesso sia meglio tornare a casa,altrimenti il natale lo passiamo con la febbre" dico a qualche millimetro dalle sue labbra,provocandole un altra risata.
"Andiamo" si alza,mi sorride e mi porge la mano.
La stringo e mi alzo.
Appoggio il braccio sulle sue spalle e la stringo a me,mentre sorride.

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