YOU ARE MY UNIVERS

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☂ "e se un giorno ti diranno che vali zero, tu ricordagli che lo zero viene prima di tutti"
«perché prima sei scappata via lasciandomi lì come un idiota?» Thomas ha un bel coraggio a cercarmi ancora.... sa che potrei denunciarlo e mandarlo in tribunale, in quel caso darebbero ragione a me... non solo per i fatti accaduti ma anche perché ho molti più soldi di lui e ormai la politica è fatta così, eppure io non lo faccio, non riesco a denunciarlo «perché sono scappata?? ma ti senti quando parli? mi hai minacciata!! Prima sei comparso a caso nella mia vita, mi tormenti con messaggi, poi arrivano le chiamate che io blocco ma mi chiami anche con i numeri sconosciuti, poi mi minacci e in più mi chiedi perché sono scappata?! Ce la fai a lasciarmi in pace un santo secondo?!?» inizio a parlare nervosamente e dalla sua faccia capisco che lo sto irritando, quindi smetto.
Dopo le mie parole prosegue un silenzio molto imbarazzante e spaventoso, sembra che possa scoppiare da un momento all'altro. Dalle sue labbra spunta una specie di sorriso contorto «tanto lo so che ti piaccio» cosa?! «certo che non mi piaci! Non mi interessi minimamente! Io ho Brian e nessun altro.» puntualizzo sicura «allora perché non mi hai ancora denunciato?» rimango in silenzio per cercare la risposta giusta.... e finalmente la trovo: «perché mi fai pena» dico prima di andarmene, sento il suo respiro più pesante e i suoi passi dietro di me quindi iniziò a correre a caso, non so dove cavolo sto andando. Corro senza fermarmi, le lacrime iniziano a rigarmi il viso, il vento freddo della notte mi procura dei brividi lungo la schiena e come se non bastasse inizia anche a piovere e le gocce d'acqua mi pungono la pelle della faccia come piccoli aghi appuntiti. Finalmente decido di fermarmi. È buio, non vedo niente, ci metto un'attimo a capire che sono finita nel vicolo meno raccomandabile della città. Mi sale l'ansia, voglio tornare a casa «è tutta colpa sua!» inizio ad urlare per sfogarmi «maledetto coglione!» grido parole che non avevo mai pronunciato in vita mia, le avevo sentite qualche volta in TV o quando andavo in giro «ti odio!» dopo poco sono sommersa in un mare di lacrime e non me ne accorgo che mi si è avvicinato un signore «perché piangi piccola?» mi chiede l'uomo «lasci stare storia lunga, non è che mi potrebbe riaccompagnare a casa, per favore?» chiedo prima di alzare la testa e pentirmene subito: ha la barba sporca, vestiti stracciati e puzza di alcool. Cavolo. «certo, vieni a casa mia, ti offro qualcosa da bere» mi offre il vagabondo «n-no grazie s-sto bene così» dico prima di girarmi, ma le due mani ruvide mi afferrano i polsi e mi girano di scatto «dai lasciami almeno divertire un po'» dice leccandosi le labbra «lasciami! Aiuto!» inizio ad urlare e dimenarmi... ma niente «zitta o ti ritrovi questo nel tuo bel pancino» mi minaccia prima di tapparmi la bocca e mostrarmi il coltellino, merda, ho paura inizio a dimenarmi lo stesso ma mi tira un pugno in pancia, perdo l'equilibrio e cado a terra, poi mi tira un calcio: prima nelle costole e poi in faccia. Inizia a sbottonarsi i pantaloni e a quel punto so che non ho più niente da fare a parte... «Ehi, coglione lasciala stare!» Urla una voce estranea alle mie spalle, provo a mettere a fuoco la vista ma non ci vedo proprio, sento solo una serie di lamentele e dei rumori, poi mi sento sollevata da terra e da lì perdo completamente i sensi.☂

FIRENDS - Due mondi così vicini ma così lontani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora