MAD FOR YOU

20 3 7
                                    

🌑 "e se il lieto fine non c'è quasi mai, io ti regalerò sempre nuovi inizi"
E il lunedì inizia e finisce come sempre: la stessa mattinata, lo stesso pomeriggio, la stessa serata.... mi sto stufando, voglio vivere la mia adolescenza come tutti gli altri ragazzi, voglio frequentare il liceo, voglio passare le serate a divertirmi, voglio avere amici maschi, voglio dire le parolacce, voglio ubriacarmi, voglio andare in presidenza, voglio essere sospesa perché mi sono divertita troppo, voglio scegliere io che ragazzo avere.... insomma, VOGLIO VIVERE!!! Non Ce la faccio più a "vivere" così.... prendo il cellulare dal tavolino e chiamo mia mamma ignorando le urla della signora McCartney: gli dico tutto quello che ho da dirgli, tutto quello che penso, dopodiché silenzio totale «mamma?» «amore, sei sicura di star bene? Oggi riposati, sicuramente sei un po' stanca e poi chiamo lo psicologo, hai bisogno di parlarne.... adesso vado che devo lavorare, ciao amore» mi dice prima di mettere giù.... scaravento il mio nuovo iPhone 6s contro il muro e si rompe in mille pezzettini... non me ne frega niente! Anzi.... Mi dirigo verso l'armadio e prendo l'abito che mi ha comprato mia madre una settimana fa, quello da tremila euro e lo strappo in pezzetti piccolissimi.... forse sembrerò una psicopatica.... ma nessuno sa come ci si sente a fare tutti i giorni la stessa cosa, seguire le regole ogni santo secondo... non ne posso più e tra l'altro se dico il mio pensiero mi prendono per pazza e chiamano un dottore! Maledetto Haywood che mi ha dato un piccolo assaggio della vera vita.... ma lo ringrazio anche.
La porta di camera mia si apre di scatto «Abigail! Che cos'è successo?! Ho sentito delle urla e...» si blocca appena vede il disastro che c'è nella stanza.... «A- Abigail, vuoi spiegarmi che cosa sta succedendo?!» sbraita appena realizza la situazione.... la mensola fatta a mano dall'artigiano della città è a terra, insieme al mio cellulare e al vestito «Mi sono stufata, ecco cosa succede Margaret! Mi sono stufata di avere una vita artificiale!» «artificiale?» ripete Margaret McCartney incredula «sì, hai capito bene, artificiale! Voglio VIVERE! Questa non è vita! Sono solo un fottuto burattino comandato Da voi! Voglio uscire alla sera, andare alle feste, ubriacarmi, frequentare un liceo! Diamine voglio avere un'adolescenza!» urlo finalmente prima di stravaccarmi sul letto «bambina mia... mi sa che è meglio se prendo appuntamento con lo psicologo... no?» uhhhhhhh, non ne posso più... perché non posso essere mai capita? Ma forse ha ragione... «sì» concedo, solo perché non c'è la faccio più.

•••

«quindi mi stai dicendo che vuoi vivere?» e meno male che è una psicologa «non in quel senso, io sono viva, ma non come vorrei» «mmmh, capisco» commenta prima di scrivere per la millesima volta sul suo piccolissimo taccuino «mi stanno succedendo tantissime cose strane in questo periodo...» «abbiamo notato....» dice sghignazzando come se volesse farmi ridere....

•••

Digito il numero di Dylan nel cellulare di casa, risponde dopo tre squilli «pronto?» la sua voce è impastata dal sonno... ah già, dimenticavo che i ragazzi normali non si svegliano alle sette e mezzo del mattino quando sono in vacanza.... Vacanza? Oh mio dio, fra tre giorni è Natale! «ehm, ciao Dylan, sono Abigail» «Abigail! Ciao! Stai bene?» «sì... cioè, no... sono confusa ho bisogno di scappare per un giorno» «preparati sono lì fra 10 minuti» «okay, grazie» metto giù.... non lo conosco, potrebbe essere un pedofilo ma... ieri mi ha salvato la vita e non so ancora come ringraziarlo.
Corro su a prepararmi: metto dei pantaloncini corti di jeans a vita alta, dentro ci infilo una canotta bianca con i baffi neri e ci abbino delle semplici vana nere, i capelli li lascio sciolti.... le onde cascano soffici sulle mie spalle.... è la prima volta che mi piacciono i miei capelli, sì, non ho molta autostima.... Decido di non truccarmi ma.... il clacson di una macchina mi interrompe e capisco che è Dylan. Mi precipito giù dalle scale «ciao!» urlo correndo ad abbracciarlo.... ma appena mi rendo conto del mio gesto infantile mi stacco di colpo «scusa, io.... sono molto confusa...» mi giustifico abbassando lo sguardo «non scusarti.... madame» mi dice mostrandomi in modo molto signorile il posto dietro della macchina, faccio un inchino fingendo di sollevare la mia finta gonna lungo i fianchi come le principesse e salgo in auto.... finalmente.... «dove vuoi scappare?» «non lo so... voglio solo divertirmi»🌑

FIRENDS - Due mondi così vicini ma così lontani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora