Marcus guarda Eric in un modo che fa quasi paura: è orgoglioso di lui. Non è mai stato orgoglioso di me, mai.
"Così, è questo il soggetto al quale hai dato tanta fiducia?" fa lui.
"Credo che sia ancora sotto l'effetto del siero della memoria, non ne sono sicuro" dice Eric.
Ricordo che, l'antidoto, gli ha restituito la memoria per dodici ore.
Eric tira fuori una fiala, e gliela inietta. Peter ha un brivido e so che adesso ricorda tutto.
"Eric... che ci fai qui?" dice.
"Oh, oh, oh! Il nostro amato Peter è tornato!"
Lo stringe a sé e vanno via dal raggio della telecamera.
Li seguo per tutto il tragitto, ma non parlano più. So dove stanno andando: nella casa di Marcus. Il mio lavoro è apparentemente finito.
"Connie!" chiamo una ragazza ricciuta che viene subito. È la mia preferita, efficiente, intelligente e non mi guarda come se da un momento all'altro potessi piangere.
"Sì, Quattro?" risponde. Sono tornato ad essere Quattro, è meglio così.
"Voglio che resetti il collegamento con la base 3 Abneganti e la potenzi in modo che possa sentire delle informazioni" dico.
"Posso chiedere aiuto a Caine, signore?" chiede.
"Certo, non c'è neanche bisogno che lo chieda a me" rispondo, so perché me lo ha chiesto: Caine è pazza di me, l'ho sentita parlare alle sue amiche e Connie era con me. Va subito alla sua postazione e nel giro di cinque minuti, casa mia è nello schermo. Quella che era una volta casa mia.
Formulo di nuovo il codice dell'ampliamento audio, però so che la telecamera è quasi al limite.
Sento le voci che cercavo, stanno arrivando.
"Dobbiamo parlare nella casa di Marcus perché è l'unica in cui siamo protetti, insomma, chi se lo aspetterebbe da lui?" dice Eric.
"Ho una reputazione impeccabile, al dire il vero. Parecchie persone non capiscono perché Evelyn abbia voluto che io non fossi al comando" Marcus ride, di una risata controllata e falsa.
Io so perfettamente perché mia madre ha voluto che non fosse lui il capo della nuova Chicago.
"Domani ci incontreremo qui, stessa ora. Oh, anche tu, Peter" continua Marcus.
"Se non volessi?" dice con un sorriso sornione Peter.
"Moriresti" completa Eric.
La comunicazione si chiude ed ognuno torna per la sua strada. Stanno organizzando un attacco contro Johanna, lo so ora.
"Grazie, Connie e Caine! Connie fatti trovare qui alla stessa ora, mi servi. Domani" grido.
"Sarà fatto, Signore!"
Prendo il mio giubbotto di pelle e vado via.La notte al Dipartimento è composta da un silenzio opprimente, quasi spettrale.
Sei tu che hai degli spettri, qui.
Ho paura di uscire fuori da questa stanza, è il mio porto sicuro. Inizio a guardarmi in giro, cercando di ricordare tutto quello che è collegato a questa stanza. Caleb credeva di farmi un regalo, ma mi ha offerto solo nuovi spunti per non dormire. Guardo il divano, è uno dei ricordi più belli che ho di questo maledetto posto. È dove abbiamo fatto l'amore, per l'ultima volta. La mattina dopo volevo tenerla con me; forse se lo avessi fatto davvero, adesso sarebbe viva. Ho consumato le lacrime, non ne ho mai saputo molto e Tris lo sapeva. Lei ha tirato fuori la parte migliore di me e poi mi ha ucciso, lasciandomi un solo messaggio: non volevo lasciarti.
Non volevo lasciarti.
Mi riscuoto dai miei pensieri, apro la porta ed esco dall'hotel. So cosa devo fare. So cosa devo fare per vivere di nuovo.
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Ended
FanfictionQuesta è un po' la versione della vita di Tobias dopo la morte di Tris, la sua vita solitaria, sostenuto dagli amici e dai ricordi del suo amore perduto... Non sarà deprimente, enjoy it!