VII

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Fabi si svegliò dopo quelli che non le parvero più di cinque minuti.

In realtà, la sveglia stava suonando alla stessa ora di ogni giorno. La spense e, quando dopo parecchi tentativi, riuscì a tenere gli occhi aperti per più di due secondi, la prima cosa che fece fu voltarsi verso il lato in cui aveva dormito Harry. Salvo poi accorgersi che non c’era nessun Harry di fianco a lei.

Bene, ci siamo’ si disse, costringendosi a ricacciare le lacrime che stavano già minacciando di scendere. ‘Non è niente, Fabi. Hai sognato di vivere per una settimana con uno dei tuoi cantanti preferiti. È solo un’altra delusione. Sopravvivrai anche a questa’.

Ma non ce la faceva, era più forte di lei. Si rituffò sotto le coperte, cosciente che presto la madre l’avrebbe fatta alzare, cercando di addormentarsi una volta per sempre.

Come avrebbe fatto senza più vedere Harry? Si era abituata ormai alla sua presenza, a quella situazione surreale che stava vivendo.

Ma doveva saperlo.

A lei le cose non andavano bene.

Lei era destinata a soffrire.

Perché? Beh, avrebbe voluto saperlo.

Non le sembrava di aver fatto qualcosa di male, non volontariamente.

Forse, era solamente nata sotto la stella sbagliata.

Sentì dei rumori fuori dalla porta e si raggomitolò più di quanto non fosse già.

È troppo presto’ pensò contrariata.

La porta si aprì rumorosamente. Quei passi non sembravano quelli di sua madre, però.

« Svegliati, Little Bow. Ti ho portato la colazione » disse una voce, ormai familiare.

Il cuore di Fabi accelerò vertiginosamente i suoi battiti, anche se le lacrime continuavano a cadere. Harry le spostò le coperte dal viso, apparendo con il più bel sorriso che lei avesse mai visto.

Allora esisti’ pensò Fabi, prima di portarsi una mano davanti agli occhi, ufficialmente per ripararsi dalla luce, in pratica per nascondere le lacrime.

Troppo tardi.

« Fabi? Stai piangendo? » chiese Harry, subito preoccupato.

« No » la voce della ragazza era impastata dal sonno.

« Fabi. Tu stai piangendo » questa volta era un’affermazione. « Che c’è? »

« Niente » rispose di getto. Ormai era abituata a dirlo a tutti. Il bello è che continuavano a crederle.

« Ehi » Harry appoggiò la tazza sul comodino, avvicinandosi alla ragazza.

La aiutò a mettersi seduta, poi abbracciò più forte che poté.

Fabi, annusando il suo profumo, si rilassò.

« Tu ci sei » si lasciò sfuggire dopo un minuto.

L'aveva fatto, di nuovo.

Come la sera prima, le erano sfuggite di bocca parole che non voleva pronunciare.

« Certo che ci sono » le accarezzò la schiena. « Te l’ho promesso, io non ti lascio sola ».

Fabi sorrise fra sé, senza rispondere.

« Ehi » disse dopo essersi scostata dall'abbraccio. « Perché sei già sveglio? E perché sei vestito.. non posso dire bene perché tu non sei mai vestito bene, però.. non sembri un barbone! »

Lost. Why am I so Harry?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora