Capitolo 4.

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La mattina dopo Harry si svegliò con un orribile mal di testa, non un qualsiasi mal di testa ma uno di quelli che soltanto Harry Potter poteva descrivere, dopotutto era l'unico a portare il segno che stava a indicare "io sono sopravvissuto" e il prescelto a suo mal grado aveva imparato a riuscire a distinguere i diversi tipi di dolore e la loro causa, anche in questo caso.
La sera prima dopo l'incontro in biblioteca con Malfoy, Harry pensava di poter trascorrere il resto delle lezioni cercando di non pensare a ciò che era accaduto prima e tantomeno a tutti i problemi Pottercentrici che aveva da considerare, il discorso di Malfoy lo aveva lasciato consapevole e intontito al tempo stesso tanto che senza rendersene conto passò le ore successive parlando solo d'altri, la lettera di Ron era un ottimo pretesto per iniziare che come promesso aveva restituito senza troppe cerimonie non volendo dire al suo amico che in un certo senso Draco Malfoy solo per puro caso c'entrava con essa, anche se non era lui l'artefice della scomparsa. Ron d'altro canto sperava che lo fosse solamente per il gusto di poter affermare di non essere una testa bacata ma su quello non c'era nulla da fare. Ma ben presto l'imbarazzo della sua dimenticanza venne sostituita dalla gratitudine verso Harry che si mostrava più coinvolto di quando sperasse nell'andamento della propria storia romantica con Hermione.
Sembrava perfino più interessato alle materie a lui più ostiche o noiose come Erbologia dove lui e Neville facevano a gara per chi fosse più fastidioso nel chiedere maggiori informazioni su tutto quello che la Professoressa Sprite pronunciasse. Hermione gli chiese perfino se avesse ingerito la pozione vinta da Lumacorno in quanto oltre a dare fortuna dava anche una sensazione di euforia a chi la assumeva. Harry a quell'affermazione scosse semplicemente la testa teso ma stranamente felice non sapendo che ben presto la Felix Felicis l'avrebbe bevuta sul serio.

Infatti quella sera, prima che Harry entrasse in sala grande per la cena, un ragazzino del secondo anno lo avvisò che Silente lo attendeva nel suo studio. Harry aveva dimenticato che poco prima di partire per Hogwarts quando insieme andarono a recuperare Lumacorno, il preside gli aveva annunciato che avrebbero preso lezioni private, a quel pensiero Harry si sentì nervoso ma allo stesso tempo rincuorato nel pensare tra sé e sé che se davvero il suo unico pensiero era se stesso questo importante dettaglio non l'avrebbe dimenticato.

Se mai il preside della scuola proponesse di darti delle lezioni private, l'ultima cosa che verrebbe in mente era di ritrovarsi immersi fino al collo di ricordi d'infanzia di un pazzo assassino, ovviamente fu ciò che accadde.
In pratica le famose lezioni private non avevano niente a che fare con l'insegnamento ma avevano a che fare con l'apprendimento. Secondo Silente per riuscire a sconfiggere il più potente mago oscuro bisogna conoscerne il passato per capirne le eventuali "falle". Oltre a questo però c'era un altro motivo "Horcrux" che scaturì in Harry una curiosità particolare dato che Silente non aveva praticamente rivelato nulla sull'argomento, disse solo di cercar di far trapelare le informazioni da Lumacorno per accettare alcuni dubbi e placarne altri.
Così a Harry totalmente confuso non restava che andare a letto sperando in un giorno più fruttuoso.

Quella mattina quindi, Harry comprendeva per bene il motivo del suo malessere, ogni giorno che passava era un passo più vicino a Voldemort, come se entrare nel suo passato non lo fosse già abbastanza.
Silente aveva programmato le lezioni di sabato in modo che il giorno dopo Harry potesse schiarirsi le idee in pace e con tranquillità, ma Harry non sapeva stare con le mani in mano pensando cose che non poteva capire finché non gli venivano spiegate perciò non perse tempo a cercare Lumacorno.

Quando arrivo nel suo ufficio Harry non si sorprese nel trovare Lumacorno in vestaglia a scolarsi una bottiglia di whisky incendiario, Harry non poteva essere piu fortunato dato che Silente gli aveva esplicitamente detto che non sarebbe stato facile ricavare informazioni dal diretto interessato.
«Signore»
Entrò nella stanza incerto aspettando un invito ad avvicinarsi.
«Harry! Ragazzo mio, entra!» rispose Lumacorno allegro agitando una bottiglia di whisky per aria.
«Professore, sono qui per chiederle una cortesia personale»
«Dimmi tutto ragazzo!... ne vuoi?» rispose lumacorno porgendo un bicchiere colmo di alcol.
Harry rifiutò l'offerta con un gesto della mano e andò a sedersi di fronte all'insegnante.
«Mi serve un suo ricordo» iniziò «..quello che riguarda gli Horcrux» aggiunse piano.
Lumacorno che proprio un'attimo prima appariva arzillo e gioioso parve pietrificato in un'espressione di panico, posò delicatamente il bicchiere che aveva offerto sul tavolo e si alzò in piedi.
«Professore?»
«Harry, ho già dato le mie memorie a Silente, la tua visita qui è superflua» rispose gelido. Se prima Lumacorno sembrava cambiato dall'alcol adesso sembrava tornato allo stato di sobrietà sotto un incantesimo purificante immediato.
"Professore» ripeté Harry alzandosi anch'egli dalla sedia, ormai consapevole che era inutile girarci intorno con parole lusinghiere. «Sappiamo entrambi che ha modificato quei ricordi, è consapevole di mettere a rischio la vita di tutti noi non rivelando ciò che si ostina a nascondere?»
«Quei ricordi, ragazzo, covano informazioni che mai più devono essere rivelate, mai più»
Lumacorno appariva scosso, ma l'aria da montagna insormontabile non si sgretolava, anzi, era resa più forte dallo sguardo ostinato che rivolgeva al proprio alunno.
Harry capì che l'unico modo per ottenere informazioni era il piano B, che teneva sempre in tasca. Aveva sempre sperato che l'avesse utilizzato per qualcosa di più fatale, ma dopotutto se non avesse ottenuto quel ricordo a detta di Silente il risultato sarebbe stato catastrofico comunque.
«Va bene, ha vinto lei, ora se non le dispiace potrei accettare il bicchiere offerto prima?» domandò Harry tornandosene a sedere, nascondendo nel suo palmo la boccetta di Felix Felicis.
"Certamente!Certamente!» urlò entusiasta Lumacorno tornato raggiante, Harry si stupì per quanto lunatico fosse o più semplicemente ipocrita.
Quando Lumacorno gli passò il bicchiere sul tavolo Harry aspettò il momento in cui il alzò il gomito per bere per mettere una piccola dose nel bicchiere, dopo di ché trangugiò il suo.
«Mi parli di mia madre, lei l'ammirava molto non è vero?»
Harry non sapeva perché si ritrovava a parlare di quell'argomento spontaneamente, o meglio, lo sapeva ma non pensava che parlare di sua madre e aprire eventuali ferite servissero a ricevere un ricordo che non avesse nessuna connessione con la donna, però doveva ammetterlo, moriva dalla voglia di saperne sull'argomento fin da quanto aveva memoria e forse questo la Felix Felicis lo sapeva.
«Se l'ammiravo?» chiese Lumacorno sorpreso con gli occhi colmi di lacrime «Non riesco a immaginare chi non potesse dopo averla conosciuta. Così coraggiosa... così divertente... Quello che le accadde è stata una cosa veramente terribile... »
«Ma lei non vuole aiutare suo figlio» disse Harry « Mia madre mi ha dato la vita, ma lei non vuole darmi un ricordo»
«Se servisse a qualcosa ragazzo... Ma non serve. È solo qualcosa per cui non vado fiero, credo di aver procurato il più grosso danno quel giorno.» rispose Lumacorno addolorato.
«Lei è terrorizzato, ma sa benissimo che potrei risolvere tutto con quel ricordo... se me lo affidasse rimedierebbe a qualsiasi danno, sarebbe un'azione molto coraggiosa e nobile.»
«Degna di tua madre» affermò lumacorno annuendo piano dopo minuti di silenzio a labbra serrate. Sfilò la bacchetta dalla tasca in un gesto cauto e con la mano libera prese una bottiglia vuota. Senza levare gli occhi da Harry si sfiorò la tempia con la bacchetta e ne staccò un lungo argenteo filo che finì depositato all'interno della bottiglia che chiuse «Ti prego di non pensare troppo male di me quando la vedrai» disse e subito dopo la consegnò.
«Grazie mille professore, non lo farò»

Amortentia. - Italian Drarry Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora