Capitolo 16.

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Gli ultimi giorni di vacanza passarono in fretta, seguendo lo stesso monotono rituale fatto di disperazione, amore e speranza.

Harry non aveva saltato un solo giorno nel far visita a Draco sperando che una buona notizia lo attendesse sotto il clima natalizio. Più di una volta era crollato nuovamente sulle spalle immobili di Draco e su i suoi vestiti sempre profumati di pulito, troppo stanco di sopportare tutte le responsabilità e gli avvenimenti che mai dovrebbero colpire un ragazzo della sua età. Lo aveva fatto anche con Madama Chips lì presente, che sconfortata si faceva forza nel non pressarlo ulteriormente in quei momenti così delicati.
La risposta di Hermione era arrivata qualche giorno dopo a motivare le sue giornate, avevano comunicato, come Harry si aspettava, che si sarebbero messi all'opera immediatamente e che se avessero trovato qualche informazione importante riguardo l'armadio, lo avrebbero subito contattato. Questa era una delle poche speranze che erano rimaste.

E così arrivò il giorno di Natale, ed Harry per la prima volta dopo l'ultimo Natale passato insieme ai Dursley, si sentiva estremamente solo.
Perfino l'alzarsi dal letto era una completa agonia, nessuna gioia natalizia, odore frizzantino nell'aria, nessun regalo da scartare ai piedi del letto. Harry era sicuro che i suoi amici di ritorno dalla Tana, avrebbero portato per lui qualche pensiero, anche il solito caldo maglione cucito dalla signora Weasley gli sarebbe bastato ma neanche di quello nessuna traccia, lettera o quant'altro. Doveva ammettere di sentirsi anche piuttosto sollevato, preso dalle liti e da quello che era capitato a Draco, comprare regali natalizi era l'ultimo dei suoi pensieri, si trovava a mani vuote da entrambi i fronti.
Con estrema calma si lavò e vestì per scendere alla Sala Grande, Silente avrebbe tenuto un discorso particolare per gli studenti presenti ad Hogwarts.
Quando finalmente arrivò, l'enorme sala riccamente addobbata e i pochi studenti erano tutti riuniti felicemente a bere, mangiare e cantare canzoni magiche natalizie. I fantasmi delle varie case si tenevano a braccetto e cantavano con loro, perfino il barone sanguinario sembrava essere coinvolto, pur cercando di mantenere un atteggiamento serio e lo sguardo spaventoso.
I professori e il resto del personale erano ancora seduti ai soliti posti a consumare un'enorme scorta di cibo, tranne Silente ed Hagrid. Il primo, seduto, si guardava intorno allegramente e di tanto in tanto scambiava due parole con la professoressa McGranitt; Hagrid invece, sistemava vari regali sotto un enorme albero. Gli si avvicinò.
-Buongiorno Hagrid, buon Natale.- richiamò l'attenzione con non molto entusiasmo.
-Buon Natale, Harry!- salutò, sfoderando un enorme sorriso. -Ecco, questo è per te- disse porgendogli un pacchettino infiocchettato.
-Hagrid, non dovevi... Io non-
-Non importa Harry, non importa!- lo rassicurò con la sua solita aria generosa -Stai passando un momentaccio Harry, Madama Chips e Lumacorno dicono che tu e Draco Malfoy sembrate più legati ultimamente, impossibile dico io. Quel ragazzaccio è stato davvero tremendo con voi ragazzi, ma nessuno si merita questo, o forse qualcuno si. Ma questo non dovrei dirlo... -
-Si, beh, ti ringrazio Hagrid- disse Harry aprendo il pacchetto. Al suo interno una coppia di fermacravatte artigianali dipinti con i colori della sua casa, uno placcato di rosso con del rame e l'altro con del giallo dorato. Erano a forma di ippogrifo intagliato su un legno duro ma prezioso. -Sono bellissimi!- esclamò Harry meravigliato. Ripensò alla prima volta che vide Fierobecco, Harry era stato il primo ad avvicinarvisi amichevolmente e l'animale lo aveva accettato, permettendogli di cavalcarlo. Anche Draco aveva effettuato un tentativo, ma venne colpito dall'ippogrifo a causa dei suoi modi e delle offese rivolte alla creatura, nonostante Hagrid avesse avvertito tutti gli studenti che gli Ippogrifi essendo creature altamente orgogliose e sensibili, non bisogna assolutamente rivolgersi a loro con termini e intenzioni negative. Quella volta Draco aveva messo su un polverone enorme per un graffietto insignificante, adesso invece stava messo male sul serio. Anche lui come l'ippogrifo è una persona estremamente orgogliosa, e questo gli si è ritorto contro.
Harry doveva intuirlo che con Draco era tutto appeso su un filo di un rasoio, aveva usato termini negativi, lo aveva innervosito di proposito come il Draco di un tempo, ma a rimetterci non era stato lui. Per poco. Aveva di nuovo sbagliato tutto, eppure avvicinarsi a una creatura mitologica che necessitava amore e cautela era stato più facile e naturale, avvicinarsi a Draco invece sembrava impossibile.
-Non assomigliano a Fierobecco?- chiese Hagrid nostalgico -Ho subito pensato a te, vedendoli-
-Si, è vero.- confermò, iniziava a sentirsi a disagio. Con tutto quello che stava accadendo, non aveva minimamente pensato ai regali di Natale, né per Hagrid, né per i suoi amici, né tantomeno uno per Draco, quando si trovava in quella camera pensava solamente a quel momento, fermo nel tempo; non pensava che intanto il tempo scorreva lì fuori.
-Ecco, io... Non so come ricambiarti, non ho pensato per nulla ai regali da fare quest'anno, sono davvero mortificato-
Hagrid gli sorrise -Non dire Bagianate Harry, nessuno ti biasima per quello che stai affrontando ragazzo- gli diede un enorme pacca sulla schiena e si allontanò con un gran sorriso. Harry annuì vedendolo allontanarsi, subito dopo prese posto lungo la tavolata Grifondoro e iniziò a mangiare un po' di tutto. Si rese conto che era da un po' che non ingeriva un vero pasto, aveva passato le ore del pranzo e della cena a dare i turni con i ragazzi per non lasciare mai troppo tempo Draco da solo. Certe volte invece, la fame non lo colpiva proprio, soprattutto in quei giorni davvero estenuanti, passati ai piedi del letto di Draco a recitare le solite preghiere.

Amortentia. - Italian Drarry Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora