Capitolo 11.

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La Camera delle necessità non era mai stata adoperata per ospitare pacificamente due studenti per intime effusioni, soprattutto se questi appartenevano alle due case che più si detestavano.
Harry Potter era uno dei pochi Grifondoro che aveva messo da parte gli antenati disprezzi per uno studente della casa rivale, mosso solamente da vera e propria sete romantica, l'oggetto delle sue attenzioni dopotutto non si trattava di un Serpeverde qualunque, ma di Draco Malfoy, fascino e potere scorreva nelle sue vene. Anche lui sembrava mettere da parte almeno per un attimo i suoi risentimenti, era immobile sotto le dita di Harry iniziando a comprendere davvero cosa significasse possedere il coraggio Grifondoro.
–Tu non hai idea di cosa stai rischiando– disse dopo quelli che sembravano infiniti minuti di baci e fiati spezzati, serrò le braccia di Harry per allontanarlo da sé.
–Non più di quanto abbia già perso– ribatté Harry non accennando a volersi allontanare dal biondo Serpeverde –...O rischio di perdere. Quando ti ho trovato nel bagno... Dicevi che Voldemort ti avrebbe ucciso se "non l'avresti fatto", parlavi del marchio, non è così?–
Draco lo fissò un secondo di troppo prima di annuire.
Harry annuì a sua volta e si concentrò sul suo volto, le tracce di pianto sulle guance erano ormai sparite ma la tensione dei muscoli non si era sciolta quasi per niente. Si guardò intorno, Harry aveva già notato la grandezza della stanza, ma non pensava fosse così immensa. Sparsi per ogni angolo del pavimento e delle pareti non si trovavano solo cianfrusaglie, se si guardava bene si intravedevano oggetti preziosi sparsi come se nulla fosse, tra questi erano presenti diademi e pesanti girocollo. Oltre a questi vere e proprie statue d'oro massiccio occupavano gran parte dello spazio, senza contare armadi, scaffali, e casseforti.
–Come mai... Emh, hai scelto una stanza del genere?– chiese voltando le spalle a tutto quel caos tornando in cerca dello sguardo di Malfoy.
Draco che a sua volta non aveva tolto gli occhi di dosso ad Harry, scrollò le spalle. – E' la stanza delle cose nascoste. E io volevo nascondermi– rispose con nonchalance.
Harry sgranò leggermente gli occhi sotto le sue lenti tonde.
–Non devi farlo– disse con tale sicurezza da non notare lo spasmo nervoso di Draco alle sue parole.
–Davvero?– domandò scettico –Ho un fottuto marchio nero impresso nella pelle, fa male, dovrei attirare l'attenzione di tutti e far incazzare Tu-Sai-Chi?–. Ora il suo volto appariva decisamente più irritato, impaurito, Harry si era ormai abituato nel cogliere quelle espressioni nel volto del ragazzo ed era strano dato che, fino a pochi mesi prima, l'unica espressione in grado di leggergli in volto era disgustosa presunzione.
–Io posso capirti– disse Harry portandosi una mano alla cicatrice, cercando di rassicurarlo. Il volto di Draco però si contorse in una strana espressione esasperata prima di scoppiare.
–Beh Potter, a differenza di te e della tua stupida cicatrice, quando il marchio chiama noi Mangiamorte -NON GUARDARMI COSI' POTTER, E' QUELLO CHE SONO- non possiamo di certo starcene al centro di tutta Hogwarts in una patetica ricerca di attenzione mentre tutti si preoccupano del dolore che ci provoca. Quello è niente rispetto al dolore che voi stupidi paladini del bene volete che i tirapiedi del signore oscuro subiscano– sbottò asciutto.
Harry era sbalordito di quello scatto di sfogo, soffriva nel sentire quelle parole. Draco credeva seriamente che tutti gli studenti di Hogwarts che non appartenevano ad una famiglia a favore di Voldemort o dei suoi ideali odiassero a prescindere chi stava dall'altra parte a tal punto da volerli ridotti veramente male, e forse per molti era così, ma Harry era sicuro che questo non valeva per tutti, perché chi davvero stava trovava nel torto si distingueva nel non saper vedere oltre se stesso, le sue ragioni e nell'odio incondizionato. Ad Harry venivano in mente perfino un paio di persone che contraddicevano l'idea che Draco si era costruito nella mente, ma sapeva che cercare di convincerlo che le cose non stavano esattamente come lui le vedeva, al momento non era una mossa tanto saggia da fare, non lo era nemmeno parlare ancora una volta di sé stesso, ma quello non poteva evitarlo dato che le parole di Draco lo avevano punzecchiato e ferito.
–Credi che io voglia tutta quell'attenzione?– chiese irritato –credi che io voglia quest'accidenti di cicatrice?–
–Dimmelo tu, per lo meno non hai bisogno di nasconderti come un vigliacco.– ribatté asciutto il serpeverde, stringendo i pugni.
–Oh lo vorrei, credimi–
–Allora puoi capirmi– rispose ragionevole Draco, in un tono che non ammetteva repliche ma al tempo stesso meno irritato.
Harry schiuse le labbra un po' colpito dal suo evidente tentativo di chiudere il discorso, si sarebbe aspettato un'altra frecciatina sul fatto dell'essere il prescelto e che come tale non poteva nascondersi e invece Draco si limitò ad abbassare i toni in un vero e proprio gesto di elegante autocontrollo, scacciando via la faccenda con un gesto della mano prima che Harry potesse rispondere.
–Tu piuttosto, come hai fatto ad entrare qui dentro?–
–Io... ho semplicemente chiesto alla stanza di essere per me quello che è per te–
–Un nascondiglio?– chiese Draco sprezzante illudendo ancora alla cicatrice ed Harry si arrese di cercare di decifrare il comportamento del ragazzo, insicuro un attimo prima, furioso, controllato e successivamente sprezzante. Si domandò quante altre parti di Draco ancora non conoscesse, quali parti che non si potessero classificare in serpeverde, mangiamorte o purosangue ancora dovesse scoprire.
–Non lo so– rispose, quasi dimenticando la domanda.
Lo sguardo nuvoloso di Draco indugiò sul viso quasi assente che aveva assunto Harry, si avvicinò con lunghi e lenti passi, riducendo la distanza tra i due –Forse è più di questo– disse poi, attirando nuovamente l'attenzione del prescelto, la sua voce bassa e disinvolta era un ottimo ristabilizzante.
–Cosa vorresti insinuare?– chiese Harry sinceramente confuso.
–Hai detto che vorresti nasconderti, non è così? Vedi questo posto come un nascondiglio per noi due. Guardati intorno, non a caso questo luogo è immenso– concluse allargando le braccia, Harry poteva giurare di aver visto gli angoli della sua bocca alzarsi di qualche millimetro. Non poté far a meno di sorridere.
–Vuoi trasformare questo posto in una sorta di nido d'amore?– chiese divertito.
–Nido d'amore – ripeté Draco con tono carico di indignazione, stonava non poco con il sorriso che ormai gli era impossibile camuffare –Potter, la tua disgustosa smielatezza è allucinante –
–Non far finta che nelle tue parole non fosse sottinteso proprio questo– ridacchiò Harry ormai completamente spazzato via dai precedenti pensieri sul carattere di Draco, lo avrebbe capito man mano.
Il sorriso di Draco si allargò sornione e senza alcuna risposta, afferrò Harry per i fianchi attirandolo a sé e lo baciò con passionale trasporto.

Amortentia. - Italian Drarry Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora