Capitolo 8.

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Harry passò gran parte dell'ultima settimana prima della fatidica partita di Quidditch a rimuginare su tutto quello che stava accadendo intorno a lui, solitamente a pochi giorni da una partita avrebbe sentito in corpo quella tipica sensazione di frenesia e ansia che caratterizza qualsiasi capitano intenzionato a vincere la coppa del Quidditch che si rispetti , invece lui, da pessimo giocatore, aveva tutt'altri pensieri per la testa, non sapeva neppure contro chi giocavano se non fosse stato per Ron che al contrario di Harry entrava nel pallone sempre più man mano che si avvicinava la partita contro, ringraziamo il fato, Serpeverde. Questo portò a Harry a uno dei suoi pensieri principali: Malfoy. Il Serpeverde, come Harry, era il cercatore della propria squadra di appartenenza, solitamente questo piccolo dettaglio nel corso degli anni lo aveva fatto infuriare perché era di sua convinzione che non meritasse il titolo a causa dei suoi frequenti colpi bassi in campo o semplicemente perché odiava avere a che fare con lui anche nel gioco che amava; questa volta però era diverso, Harry aveva la necessità di vederlo e di chiarire diversi punti lasciati in sospeso, ma questo sembrava impossibile, dopo la visita ad Hosgmeade era quasi del tutto sparito: lo aveva visto girare per i corridoi si e no tre volte, non si vedeva né a colazione né tanto meno a cena, durante le lezioni sembrava perso nei suoi pensieri e al termine di esse scappava chissà dove. Era irraggiungibile.
E non era l'unico, il preside sembrava del tutto assente, dov'era Silente, e che cosa faceva? Harry si portò istintivamente una mano nella tasca della divisa dove teneva la boccetta con il ricordo ottenuto da Lumacorno, non se ne separava mai, era troppo prezioso.
Stava decisamente succedendo qualcosa di strano, almeno i suoi due migliori amici sembravano non essersi dissolti pure loro magicamente nel nulla, anche se il timore che questo potesse accadere iniziava a farsi spazio nella mente di Harry, si stavano allontanando, altrimenti avrebbero subito cercato Harry per raccontargli cosa li avrebbe portati alla sala da tè della signora piediburro. Sopratutto Ron, Harry si sentiva maggiormente deluso dal suo migliore amico dato che fino a pochi giorni prima il ragazzo stava rischiando grosso pur di recuperare la lettera d'amore dell'amico.
Aveva cosa più importanti a cui pensare, ma prima, Erbologia.

Le lezioni di Erbologia non erano tra le preferite di Harry, ogni giorno doveva avere a che fare con mandragole urlanti e strani arbusti che cercavano di farti il solletico anche nelle zone meno consone del corpo. Non aiutava neppure vedere Ron ed Hermione cosi vicini tra loro mentre cercavano di addomesticare una sorta di pianta carnivora dandole leggere pacche sulla testa erbosa e con i denti aguzzi. Per carità, Harry era al settimo cielo per quello che stava accadendo tra i due, ma doveva ammettere quell'atmosfera lo faceva sentire incredibilmente solo.
La lezione era condivisa con i Serpeverde, ma ovviamente ancora una volta Malfoy non era presente a lezione. Harry sospirò mentre si avvicinava ai suoi due amici che ancora non sembrava essersi accorti della sua presenza, al contrario di Pansy Parkinson che sembrava aver notato nell'immediato il ritardo del Grifondoro, continuava a tenergli gli occhi puntati addosso, un inquietante sorriso rendeva il viso della ragazza se possibile ancora più brutto. Harry decise di non darle troppo peso.
-Salve ragazzi- disse con finto entusiasmo.
-Oh! Harry!- esclamò Hermione come presa di sorpresa -Ci chiedevamo quando saresti arrivato-
-Sicuro- rispose Harry vedendo i due ragazzi allontanarsi per fargli spazio al lungo tavolo della serra -Allora ragazzi... Novità?-
Ron prese la parola con fare un po' nervoso e impacciato -La Professoressa Sprite ci ha detto di dividerci in gruppo da tre per questa lezione, sei fortunato Harry, non si è accorta neppure del tuo ritardo dando per scontato che saresti stato in gruppo con noi-
Harry capì di aver appena ricevuto una risposta a casaccio proprio perché nessuno dei due amici si chiese come mai fosse arrivato in ritardo, la risposta sarebbe stata sempre la solita: Paranoie da prescelto.
Ovviamente non era quello che Harry avrebbe voluto sentirsi dire ma lasciò comunque sorvolare tutto per un momento più opportuno. Si avvicinò al loro compito e non staccando gli occhi dalla pianta indossò i guanti e gli occhiali protettivi.
Era calato un imbarazzante silenzio nella postazione mentre i tre erano alle prese nell'addomesticare la pianta, Hermione era intenta a consultare il suo libro Alberi carnivori nel mondo, Ron sembrava essere entrato in depressione, stava con la testa china nel fissare il tavolo in legno mentre le sue mani si contorcevano in modo decisamente nevrotico.
-Ron, tutto bene?- Harry aveva rinunciato al tentativo di far amicizia con quella strana creatura verde che si ostinava a sputargli in viso ogni volta che tentava di accarezzarlo, non vedeva quasi più dai suoi occhiali protettivi quindi decise di sistemarseli sulla fronte.
-No- rispose Ron tremante, sembrava quasi che stesse per vomitare sul nostro compito -Harry, tra poco giocheremo la partita che deciderà chi andrà in finale contro Corvonero e in queste settimane agli allenamenti ho giocato come un sacco di cacca di drago-
-Non è vero- ribatté Harry con decisione sperando che il tono autoritario aiutasse a consolarlo -Sei uno dei più grandi portieri che Grifondoro abbia mai avuto. Il tuo unico problema sono i nervi-
Ron guardò con la coda dell'occhio l'amico, ma il suo sguardo non trasmetteva ringraziamento e il suo umore non sembrava per nulla migliorato. Quando Hermione però attirò la sua attenzione tramite il suo sguardo fiero e incoraggiante, Ron sembrava essersi rilassato magicamente e ringraziò entrambi con un tremulo sorriso.
Harry preferì non cogliere attenzione su ciò che era appena successo, piuttosto spostò del tutto l'attenzione su Pansy Parkinson. La ragazza ora aveva smesso di guardarlo e sembrava concentrata a rianimare a suon di sberle la pianta carnivora svenuta tra le braccia di Blaise Zambini. Harry era certo che il terzo componente del gruppo di studio sarebbe stato Draco Malfoy ma al suo posto, seduto a fissare i due con aria disinteressata, si trovava Theodore Nott; il che faceva dedurre che i tre erano già consapevoli che Malfoy non sarebbe arrivato.
Harry mai come in quel momento avrebbe voluto con se le orecchie oblunghe create dai gemelli Weasley.
-Secondo voi come mai Malfoy sembra sparito ultimamente?- chiese distratto Harry ai suoi due amici.
Ron rispose con una scrollata di spalle -Sarò monotono ma per me nasconde qualcosa. Non importa se la McGranitt non vuole prestarci ascolto-
Hermione lanciò un'occhiataccia torva ad entrambi -Non credete di star dando un giudizio troppo affrettato? Occorrono prove prima di poter accusare qualcuno di qualsiasi cosa-
-Oh andiamo Herm- iniziò Ron senza notare l'espressione leggermente sorpresa dell'amico -Il passatempo preferito di Malfoy era quello di prenderci in giro continuamente, era sempre tra i piedi, adesso sembra sparito nel nulla. Non ti sembra sospetto?-
-Anche se fosse cosa vorreste fare? Cercarlo con la mappa del malandrino?-
Il sorriso scaltro che le rivolse Harry le fece maledire di aver aperto bocca, si passò una mano tra i capelli disperata e si rivolse a Ron -Ti prego, non dirmi che tu sei d'accordo con lui-
-Lo farebbe comunque anche senza il nostro appoggio-.

Amortentia. - Italian Drarry Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora