Jack correva per i boschi, saltando ogni tronco caduto, roccia o cespuglio che gli si palesasse davanti. Quella voce che sentiva forse era una mera illusione, dopotutto chissà quante volte Anaiss lo aveva cercato in giro per la scuola gridando il suo nome, per poi ritrovarlo addormentato in classe? Si fermò un attimo a guardarsi intorno, indeciso se continuare nella ricerca della ragazza oppure andare verso la città. Si mise a sedere su una roccia rossastra e si appoggiò con le braccia all'indietro. Quella era una bella serata: non pioveva, non c'era neanche troppo freddo, nonostante lui fosse in un bosco, ma, soprattutto, riusciva a vedere il cielo, limpido, immacolato, nessuna luce a disturbare la bellezza degli astri. Dalla posizione della luna poteva capire che era più o meno mezzanotte, se non l'una. Il flebile raggio bluastro illuminava il punto in cui si trovava, dandogli una visione più chiara su cosa lo circondasse. Non sentiva più la voce, l'aria era pacata, il bosco più silenzioso che mai e, nel buio, su un ramo alto, una piccola famiglia di Assioli delle redini si preparava alla caccia notturna. Occhi gialli come denti di leone, piume marroni e grigie, come un abete secolare ed infine quello che spiccava di più eranogli artigli: affilati, insanguinati, pronti ad uccidere qualsiasi cosa che si fossero trovati a tiro: roditori, rettili, insetti, perfino altri gufi; assassini spietati che facevano di tutto per sopravvivere. Jack si toccò lo stomaco al solo pensare alla parola "assassino" era quello che il demone Chernobog aveva fatto diventare il suo corpo: una macchina per assassinare. Scosse la testa, togliendo quei pensieri dalla mente. Lui non era quello, e non lo sarebbe mai stato. Sentì dei passi dietro di sé e si girò di scatto, ma non vide nessuno, forse stava diventando paranoico. Sentì di nuovo i passi, ma questa volta venivano da destra. Cominciò ad andare nel panico, e se fosse stato l'uomo alto? Che avrebbe fatto? Non voleva perdere il controllo ora che si stava godendo quel luogo, non di nuovo. Staccò un bastone dal tronco su cui era seduto e lo brandì come un arma da difesa. Si girò e si rigirò, cercando di non dare mai le spalle a quel suono. Ad un certo punto perse la pazienza e, invece di aspettare di essere attaccato, attaccò, saltando nell'ombra verso il rumore. Tenne per tutto il tempo gli occhi chiusi. Si rialzò e preparò un fendente verticale, diretto al viso del suo avversario. Si sentì circondato da due braccia che gli arrivavano più o meno al diaframma. Non cercavano di spingerlo o buttarlo per terra: lo stavano abbracciando. Appoggiò le mani sui fianchi e lasciò cadere il bastone. L'odore che impermeava l'aria gli era familiare. Aprì finalmente gli occhi e vide una folta chioma castana attaccata al suo petto. Una piccola torcia elettrica rossa era caduta per terra, si era spaccata in due, e i frammenti del vetro circondavano i piedi di Jack e della ragzza attaccata a lui. Un impermeabile nero ricopriva il resto del corpo della ragazza fino ad arrivare a terra, strisciando sul muschio e sull'erba. Jack sentì il petto bagnato da qualcosa di caldo. Sangue? Forse, dopotutto in quel posto era molto più probabile procurarsi un taglio che una scheggia nel dito. Lacrime? Perché piangere, però? Il ragazzo, finalmente, ricambiò l'abbraccio. La ragazza, in torno al metro e sessanta, alzò la testa lentamente, facendo scivolare il viso sul petto di lui. Jack si immobilizzò, rimanendo a fissare il viso della ragazza per un intero minuto, che sembrava essere un'eternità. Due calde lacrime, salate, ma dolci al tempo stesso, rigarono il viso del ragazzo, fino ad arrivare al collo della maglietta, entrando in una fessura e scivolandogli su tutto il petto, fino ad asciugarsi definitivamente in prossimità del cuore. Anaiss era tra le sue braccia... La stava finalmente abbracciando dopo così tanto tempo. Un anno a molti potrebbe sembrare poco, è vero, ma per lui rivedere una faccia conosciuta dopo un anno era come sentire il proprio cuore battere di nuovo per la prima volta. La strinse a sè ancora più forte, come se tentasse di non farla scappare, rischiando quasi di soffocarla. Anaiss si liberò dalla presa e guardò Jack dritto negli occhi. Il raggio di luna che illuminava i due si stava poco a poco rendendo più luminoso, facendo sì che si potessero guardare meglio, e scorgere ogni dettaglio possibile. Anaiss era cambiata, era diventata una vera donna e, con quella luce bluastra, Jack la vedeva come un angelo irradiato da una luce divina. Jack, invece... Era rimasto lo stesso, solo con qualche graffio in più, per non parlare della puzza che proveniva da lui in confronto all'odore di vaniglia di Anaiss. Il ragazzo si vergognava un pò di farsi vedere da lei in questo modo, sperava che i giorno in cui si fossero rincontrati lui sarebbe stato almeno un po' più presentabile. La felpa blu era piena di squarci, scuciture, polvere, sangue, ma Anaiss lo aveva abbracciato ugualmente, non preoccupandosi di quello che si era parato davanti a lei: un piccolo rimasuglio del vecchio Jack. Il ragazzo guardò in basso e si spostò di lato, sapeva che non poteva mai stare troppo tempo in sé prima che il demone tornasse a prendere il controllo facendo del male a chiunque gli fosse stato vicino. Jack si guardò le mani: sporche, piene di calli, irriconoscibili... Sospirò amareggiato: non era più se stesso, e non sapeva se sarebbe mai tornato ad essere quello che era prima. Ma, forse, preferiva questo nuovo lui, dopotutto cos'era prima? Un ragazzino sfigato che cercava di passare degli esami in continuazione per poi prendere sempre voti ad un soffio dall'insufficienza. Anaiss lo prese per mano facendolo sobbalzare, e, con un cenno del capo, gli disse di seguirlo. Ancora la ragazza non aveva parlato, perché? Jack era spaventato, stava sudando, e se lo avesse portato di nuovo in galera che avrebbe fatto il demone? Sarebbe stato clemente con lei questa volta?
Anaiss stava evitando le strade della città, cercava in tutti i modi una strada per arrivare a casa sua senza passare per la zona residenziale. Non ci poteva credere, finalmente aveva ritrovato Jack! Lei lo sapeva, quello che aveva avuto non era solo un sogno e quel mostro era veramente Jack. Pensandoci bene però non era proprio una cosa per cui festeggiare... Il mostro che l'aveva spaventata a morte, aveva ucciso le sue amiche e distrutto le tende di suo nonno era il suo migliore amico... Scosse la testa con forza, cercando di ricordarsi che in quel momento lui non era in lui di sicuro, ma il suo abbigliamento ed il suo aspetto fisico dicevano tutt'altro. Guardò in lontananza e vide uno spiraglio di luce tra la flora del bosco: era casa sua. Quasi gioì nel sapere che erano riusciti a tornare indietro senza essere visti da nessuno, o forse qualcuno c'era, ma loro non lo vedevano. Nel buio della notte i due corsero verso la piccola luce arancione che illuminava la mansarda della casetta di campagna. Erano quasi arrivati, mancava solo qualche passo in più, ma la felicità durò poco... Dall'alto di una sequoia l'uomo alto si calò giù raschiando il legno con gli artigli. Jack cominciava a sentirsi male, mentre ad Anaiss stava per venire un attacco di panico. Una goccia nera cadde sulle mani di Jack che era riverso su se stesso con le mani davanti la faccia. Scosse la testa ancora e ancora, cercando di non trasformarsi: che avrebbe fatto dopo aver sconfitto l'uomo alto? Avrebbe sicuramente ucciso Anaiss e questo non lo voleva. Si alzò e con tutte le sue forse guardò fisso il viso inesistente del mostro. Cominciò a girargli la testa, e gli occhi cominciarono a cedergli: qualcosa non andava... Da un cespuglio un'ombra saltò addosso all'uomo alto, scaraventandolo su un albero e squaraciandogli il viso. Una fila di denti bianchissimi si riusciva a vedere oltre lo squarcio proprio all'altezza della bocca. Jack si riprese immediatamente e prese in braccio Anaiss, che era riversa per terra in preda agli spasmi. Corse verso la casa di campagna, mentre i due combattevano all'ultimo sangue per vedere chi dei due sarebbe sopravissuto. Un urlo orribile e mostruoso provenì dal bosco, decretando la fine del combattimento tra l'uomo alto ed il ragazzo con gli occhiali rotondi.
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Hope rides alone ~Eyeless Jack
FanficUn demone intrappolato nel corpo di un ragazzino che cerca, in tutti i modi, di vivere in un mondo pieno di scompiglio, che non appartiene a lui.