Capitolo 1 - Libri e Caccia

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<<Fatèsha!>> gridai con quel poco di fiato che mi era rimasto in corpo. <<Aspetta!>>.

Mio fratello ruotò il busto e rallentò, ma senza fermasi. <<Muoviti, lumaca!>> esclamò con fare divertito.

Non ero mai stato veloce.
Non ero mai stato portato per nessuna attività fisica.
Lui, invece, era un fulmine.
Vinceva tutte le gare; e in un paio di occasioni aveva fatto mangiare la polvere persino a ragazzi più allenati di lui...
Ma non stavamo facendo una gara, si trattava solo di tornare a casa... e accaparrarsi la prima fetta della torta che avevamo visto preparare da nostra madre quella mattina.
Farina di nocciola, miele e noci.
Il solo pensarci mi faceva venire l'acquolina in bocca, ma avere la testa tra le nuvole mentre si corre per la Via Principale del Villaggio non è la cosa più giusta da fare.
Andai a sbattere contro un un'uomo che trasportava una casetta di legno.
I libri mi caddero dalle mani e finirono sulla terra lasciata bagnata dalla neve.
L'uomo mi disse distrattamente di fare più attenzione e proseguì per la sua strada con la sua cassetta che aveva un'aria davvero pesante.
Gettai un'occhiata a lui e una nella parte opposta: mio fratello era scomparso nella folla che stava aumentando velocemente.
I ragazzi più grandi s'incontravano con i loro amici a quell'ora, per andare alle locande a divertirsi, formando comitive più o meno numerose.
La maggior parte erano gruppi interamente maschili, ma c'era anche qualche gruppo che aveva una o più ragazze al suo interno.
E poi c'erano le mie preferite: le coppie di fratelli che si fidanzavano con una coppia di sorelle e uscivano tutti e quattro insieme.
Mi riscossi dai miei pensieri e mi affrettai a raccogliere i libri, umidi e sporchi di terra.

Probabilmente Fatèsha starà già addentando la torta... pensai rassegnato.

<<Alùs?>>.

Mi voltai, riconoscendo la voce di mio fratello... molto simile alla mia tra altro.

<<Tutto ok?>> chiese.

<<Tutto ok>> dissi, rasserenato dal
fatto che mi avesse aspettato. Strinsi i libri tra le braccia. <<Possiamo andare>>.

Mio fratello schiocco la lingua tra i denti. <<Con tutta questa gente finiamo con l'arrivare a casa troppo tardi!>>.

<<Siamo dentro il Villaggio, Fatèsha>> gli ricordai. <<Il coprifuoco è alla ventiquattresima ora! Se pure si fa buio, non abbiamo problemi con il coprifuoco!>>.

Avevamo undici anni.
Nel Villaggio arcano era l'età in cui i ragazzi o iniziano ad apprendere il mestiere dei loro genitori o proseguono gli studi.
Io e Fatèsha stavamo frequentando le ultime lezioni: oramai sapevamo leggere, scrivere e contare.

<<Ho un'idea! Prendiamo una scorciatoia!>>.

Odiavo mio fratello quando pronunciava la parola "scorciatoia".
Per lui era una scorciatoia, ma per me...
E poi considerando dove ci trovavamo l'unica "scorciatoia" possibile era passare attraverso il recinto della casa dell'armaiolo...

<<Forza, Alùs! Passiamo attraverso il recinto dell'armaiolo!>>.

Ecco, appunto.

<<Fatèsha, ha un cane!>> protestai terrorizzato mentre mio fratello correva verso lo il recinto e passava tra le due assi di legno. <<Un cane enorme!>>.

<<Non è enorme, è alto...>>.

Beh, allora siamo a posto! Pensai.

Prologues of Arcani - FratelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora