Capitolo 2 - Il racconto ed il discorso

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Alùs ricominciò ad andare al Tempio e ad studiare mentre io aspettai che il caldo sciogliesse la neve e spingesse gli animali fuori dalle loro tane.
Tuttavia, quell'anno l'estate tardava ad arrivare.
Il Fato sembrava volermi torturare.
Mio fratello tornava a casa carico di nuovo sapere mentre io ormai mi ero arenato nell'aiutare nostro padre a riparare le vecchie trappole o a costruirne di nuove.
La parte teorica era finita da un pezzo ed io iniziavo ad essere stufo.

<<Sai se gli astrologi hanno idea di quando finirà questo freddo?>>.
chiesi ad Alùs mentre preparavo l'undicesima rete. Oramai le dita si muovevano da sole.

<<Ancora un paio di giorni, a Nord si è già sciolta>> rispose lui senza staccare gli occhi dal libro.

Lo guardai con la coda dell'occhio.
Era sul suo letto a pancia in giù e mi dava le spalle. Il pomo che stava leggendo era piuttosto largo, scritto in maniera fitta e con la prima lettera racchiusa in una miniatura molto elaborata. Doveva essere riuscito a farsi prestare un altro libro antico dal Sommo Sacerdote, a casa non avevamo nulla del genere, ma da dove mi trovavo non riuscivo a leggere il titolo sulla copertina.
Per un attimo fui tentato di chiedergli cosa trattasse, ma poi pensai che saperlo o meno non avrebbe cambiato niente: le nostre letture erano ormai diversissime.

<<Questo libro è davvero interessante!>> esordì Alùs di punto in bianco, facendomi spalancare gli occhi mentre finivo di annodare uno dei piombini che andavano ai quattro angoli della rete. <<Tutta la storia del nostro popolo fin dai primissimi scritti!>>.

<<Ah!>> esclamai. <<Parla anche della Regina Oscura e dell'allontanamento degli Espirit dagli uomini?>>.

<<Lo sto' leggendo proprio ora, vuoi sentire?>>.

<<Sì!>> dissi entusiasta. In passato, la promessa di nostra madre di raccontare quella parte della storia arcana, era l'unica cosa che riusciva a convincermi ad andare a letto.

<<Oscura, Oscura Regina! La tua menzione spinge l'arcano a voltarsi altrove. Oscura, oscura era la tua ombra. Lunga si proiettò anche dopo la tua sconfitta sui corpi che giacevano a terra e su coloro che ancora avevano vita... >> iniziò Alùs con voce solenne.

Ripresi ad intrecciare la rete allegramente, quasi a seguire il ritmo con cui mio fratello scandiva le parole.

<< ...Oscuro, Oscuro decennio! Altri quattro ti seguirono! Dopo la regina vennero i re. Diverse erano le idee, ma i metodi sempre immorali>>.

Finita la rete e presi in mano le frecce, andavano rese taglienti.

<<Loro si allontanarono. Loro, il cui potere si legava agli elementi. Loro, che della Madre conoscevano il viso e degli Uomini le ambizioni. Espirit e Umani avevano diviso cibo e acqua, sangue e sudore, ma la via che gli ultimi si apprestavano a percorrere dai primi non poteva essere seguita... >>.

<< ...ed il Tutto per secoli si stravolse: le stagioni si sovrapponevano senza ordine. Troppe piogge o troppo Sole. Troppi raccolti furono abbondanti, troppi furono miseri. Troppe cacce furono fruttuose, troppe furono scarse>> conclusi io.

Alùs si alzò di scatto. <<Fatèsha, è possibile che...?>>.

<<Una sola caccia fruttuosa non significa niente!>> lo interruppi, intuendo a cosa stesse pensando.

Mio fratello annuì, ma io lo conoscevo bene: si era già costruito il suo castello in aria.

<<Non confondiamo una benedizione con un anatema!>> dissi, citando una delle poche frasi filosofiche che avevo memorizzato.

<<Fatèsha!>> mi chiamò nostro padre. <<Spero che tu sia pronto con le tue trappole!>>.

Mio padre irruppe nella stanza con il suo vestito da cacciatore, facendo tremolare la luce delle candele che Alùs aveva acceso per poter leggere bene.

<<Ragazzi!>> fece sorpreso, guardando soprattuto mio fratello. <<E' la quarta ora! Non ditemi che siete rimasti svegli tutta la notte!>>.

Spalancai gli occhi, ma Alùs fu più svelto di me a rispondere. <<Non avevamo sonno>> disse tranquillo.

Mio padre sospirò. <<Beh, spero che a te... >> disse, indicandomi con il mento << ...non venga sonno mentre siamo a caccia!>>.

Spalancai occhi e bocca.

Mio padre annuì. <<Il gelo è finito, alcuni animali sono stati visti non lontano da qui! Vestiti, forza!>>.

Chiuse la porta ed io mi vestì con il completo che mi aveva aiutato ad assemblare con le pelli marroni e nere che avevo.
Nel mentre, Alùs aveva iniziato a sfogliare molto velocemente il libro ed i suoi appunti presi dai vari testi che aveva consultato in quei mesi.
Non dissi niente, perché non volevo far attendere nostro padre, ma sapevo che il castello nella sua mente si stava arricchendo di nuove torri.
Salutai prima lui e poi nostra madre ed uscii, seguendo nostro padre nel buio della notte.
Gli animali erano usciti dalle tane e la neve si era sciolta... ma faceva ancora freddo.
Mio padre si coprì il viso lasciando scoperti solo gli occhi. Lo imitai.
Gli altri cacciatori si erano già radunati davanti alla porta che conduceva fuori dal Villaggio.
Diamine, non volevo che mio padre arrivasse tardi per colpa mia!
Mi misi a correre verso i cacciatori.
Mio padre rise, probabilmente pensava che stessi correndo per l'impazienza e non che lo stessi facendo per lui.
I cinque compagni parlavano tra loro in cerchio e non si accorsero del mio arrivo, la mia testa arrivava all'altezza delle loro cinte.

<<Credete che gli astrologhi si siano sbagliati?>> chiese uno di loro.

Era impossibile dire chi, sembrano tutti uguali coperti dalle pelli fin sopra il naso.

<<No, credo che sia colpa degli Uomini delle Macchine! Quei maledetti hanno stravolto l'Equilibrio... ancora, e questi sono i risultati! Gli animali non capiscono più se devono dormire o no>> fece un'altro. <<Non capisco perché gli Espirit lo permettano! Dovrebbero radere al suolo quelle loro dannate Mura ed io loro assurdi tubi di ferro dove vi... >>.

<<Eccoci qui! Ci siamo tutti?>>.

Mio padre aveva parlato a voce altissima ed i cinque si erano zittiti subito. Guardano prima lui e poi si sorpresero di vedere me.
Non era difficile capire quello che avevo sentito... e nemmeno quello che mio padre voleva che non sentissi.
Gli Uomini delle Macchine minacciavano il Tutto e restavano impuniti... com'era possibile?
Uscimmo dal Villaggio mentre le campane del Tempio suonavano delicatamente la quinta ora.
Avevo aspettato quel momento da mesi ed ora, l'unica cosa che volevo era consultare i libri e gli appunti di mio fratello su eventuali similitudini con i tempi passati... o scoprire se vi erano profezie che attendevano ancora di avverarsi.

Prologues of Arcani - FratelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora