Capitolo 4 - Il cacciatore

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<<Ehi! Un'altro giro di birra!>> gridai all'oste.

Lui mi lanciò un occhiata titubante ed io per tutta risposta gli lanciai quattro monete d'oro.

<<Subito>> rispose.

<<Guarda che ci scappa anche una salsiccia! Oppure mi dai il resto!>> gridai.

Io ed i miei amici eravamo alla Taverna dei Baccanti da un bel pezzo.
Mio padre e gli altri cacciatori erano tornati a casa mentre io avevo deciso che avrei cenato fuori con i miei amici e prolungato i festeggiamenti.
Oggi avevo ufficialmente lasciato il segno nella storia: avevo preso un Dissiparo, la creatura più pericolosa di tutte.
Avevo portato la carcassa dall'armaiolo e gli avevo chiesto di usare la sua corazza per creare tre armi: una per me, una per mio padre ed una per mio fratello.
E per Alùs avevo anche un'altro dono: una collana con i denti del Dissiparo.
Si dice che i Dissiparo non attacchino mai chi indossa i loro denti.

Dovrei pensare anche a qualcosa per mia madre, magari con un dono capirà...

<<Ehi! Fatèsha! Cos'è quell'espressione?>> mi chiesero gli amici mentre l'oste mi metteva davanti una salsiccia e un altro boccale di birra.

<<Niente... niente... >> dissi, scuotendo una mano davanti al viso.

Divorai la salsiccia e tracannai la birra.

<<Per me è ora!>> esclamai alla fine pasto, alzandomi da tavolo.

Avevo bevuto un bel po', ma non ero ancora ubriaco ed era meglio non esserlo o avrei perso anche l'approvazione di mio padre.

<<Ma dai! Non è neanche la ventiquattresima ora!>>.

<<No, ma lo sarà presto... e se non dormo a sufficienza domani non potrò cacciare!>> replicai, andando verso l'uscita.

Mi voltai per salutare il proprietario della Taverna e quando mi girai andai a sbattere contro uno specchio.
Feci un passo indietro e barcollai, ma il riflesso nello specchio allungò le mani e mi prese per le spalle prima che potessi cadere.
Non era un riflesso, era Alùs.

<<Fratello!>> esclamò. <<Ma che...?>>.

<<Tranquillo, tutto apposto>>.

<<Tutto apposto un corno! Sai che ore sono? Nostra madre è in pensiero!>>.

<<Nostra madre è sempre in pensiero ultimamente>> replicai, allegro di birra.

<<E ora vienimi a dire che non ha ragione!>> fece lui stizzito.

<<Abbassa la voce!>> dissi, ma per farlo gridai anch'io. <<Alùs, che cosa sei venuto a fare? A riportarmi a casa?>>.

<<Mi sembra ovvio!>>.

<<Non ho bisogno di una balia!>> dissi, superandolo e uscendo con passo incerto dalla taverna, l'aria era più fresca che all'interno.

<<Di una balia no, ma di un sostegno sì!>>.

<<Piantala! C'è la faccio da solo!>> dissi agitando la mano per tenerlo a distanza.

<<No... >> fece lui calmo mentre io continuavo a zigzagare lì davanti.

L'ultima birra dovevo evitarla... ammisi dentro di me.

<<Fatèsha, dai, torna! Oh, ma chi c'è? Aaaalùs!>> disse uno dei miei amici, anche loro erano usciti dalla taverna.

<<Ciao... >> disse freddamente mio fratello.

<<Eh, ma che espressione! Troppo tempo sui libri?>>.

Ahi... ragazzi piano, non toccate i libri! pensai.

<<Dai, vai dentro! C'è un'ottima birra!>> continuarono.

<<Mi sembra che per stasera possa bastare>> replicò secco mio fratello. <<Andiamo, Fatèsha!>>.

<<Andiamo, Fatèsha!>> gli fecero il verso.n<<Il fratellino secchione ti deve leggere uno dei suoi libri!>> continuò qualcuno... e non mi importava chi.

Corsi verso il gruppo e tirai un pugno al primo che mi capitò.

<<Nessuno prende in giro mio fratello!>> gridai.

Un'altro mi prese per una spalla e mi diede un destro con i fiocchi. Sentii in bocca il sapore metallico del sangue.
Subito dopo fini a terra anche lui: Alùs gli aveva schiacciato il setto nasale con il palmo della mano.

Scemo, tu non sai fare a botte! Pensai mentre mi precipitavo a proteggerlo da un terzo membro della comitiva.

Ormai non distinguevo più i volti, tra la sbronza e lo stordimento del pugno.
So solo che ad un certo punto si fece tutto buio.

Prologues of Arcani - FratelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora