<<Quindi da voi si chiamano "estate" e "autunno"?>> chiesi al ragazzo che veniva dalla Città.
Aveva quindici anni come me, ma era decisamente più in carne.<<Sì... perché? Qui come si chiamano?>>.
<<I tre "Mesi della Vita" ed i tre "Mesi dell'Abbandono">> risposi.
<<Abbandono? Abbandono di cosa?>>.
<<Delle foglie. Le foglie abbandonano gli alberi dove sono cresciute... e a seguire ci sono i tre "Mesi del Silenzio">>.
<<Perché? Gli alberi parlano?>> chiese divertito.
Lo guadai sereno.
<<Sì>> dissi. <<Quando il vento muove le fronde degli alberi; ma d'inverno... >> dissi, usando il termine che gli era più famigliare << ...le fronde non ci sono, gli alberi sono spogli e... muti>>.
<<Alùs!>>.
Mi voltai.
Un Bianco arcano mi veniva incontro tenendo in mano un largo piatto di vimini pieno di erbe.<<Mi hanno detto che volevi dare un occhiata alle erbe che erano in lista per oggi!>>.
<<Sì, ti ringrazio! Stavo spiegando a Mike come vengono chiamate le stagioni qui>>.
<<Credo che a Mike farebbe bene un po' di attività all'aria aperta oltre alla teoria!>> disse, senza mezzi termini.
Mi voltai di scatto verso Mike.
Aveva subito approfittato della mia distrazione per prendere un'altro dattero dal piatto centrale.
Glielo sfilai da sotto le dita e lui avvampò violentemente.<<Il Bianco arcano ha ragione: per oggi la teoria finisce qui, Mike! Credo che sia il momento di una bella passeggiata!>>.
Entrambi mi lasciarono solo con le mie erbe, le presi e le portai nel luogo dove i Bianco arcani le lavoravano.
Iniziai ad esaminarle con l'aiuto di un libro illustrato.
Trovai tutto quello che mi serviva e spiegai ad un Bianco arcano che cosa volevo farne.
Al termine del mio racconto, mi diede il permesso di prendere le piante che mi servivano e mi permise di lavorarle lì, con tutti gli strumenti del Tempio.
Gliene fui davvero grato.Tornai a casa volando.
Mia madre era ai fornelli a tostare delle fette di pane.
L'abbracciai da dietro e gli diedi un bacio sulla guancia.<<Ho una sorpresa per te!>> dissi, estraendo un'ampolla di vetro. <<La medicina per la tua tosse!>>.
Mia madre mi guardò con occhi pieni di amore e gratitudine.
Mi abbracciò, ma subito fu colta da uno dei suoi attracchi.
Presi un piccolo cucchiaio e glielo riempì subito con la medicina.
Fui felicissimo e soddisfatto di vedere la tosse placarsi.<<Grazie, tesoro mio>>.
<<Di nulla, Mamma>>. La mia voce si incrinò.
Mi voltai dall'altra parte e mi misi a giocare con una mela.
<<Ma che tosse è?>>.
<<Una tosse che si cura... >> dissi, recitando quanto avevo letto sul libro.
...se viene presa in tempo, continuai nella mia testa.
<<Alùs? Perché usi quel tono?>>.
<<Perché la medicina è composta con delle erbe che sono difficili da trovare... >>.
A quelle parole mia madre sorrise.
<<Ah, ma un'ampolla basterà sicuramente!>>.
Lo spero...
<<Questo non lo so, Mamma... >> mi feci sfuggire.
<<Ma sì, vedrai! Non è da tanto tempo che ho questa brutta tosse... >> disse, sorridendo mentre metteva l'ampolla nella credenza.
No, ma avevi altri sintomi...
<<Sì, è vero>> dissi, sforzandomi di sorridere a mia volta. <<Piuttosto... Fatèsha e Papà?>>.
Lei alzò gli occhi al cielo.
<<A caccia, a caccia... e ancora a caccia!>> rispose senza mascherare il suo disappunto. <<Avrei preferito che tu e tuo fratello foste andati da Anima e Fato! Siete gemelli, due Perfetti Opposti, dovreste prendere il vostro posto nel Tempio... >>.
<<Sì, è vero: siamo gemelli e siamo Perfetti Opposti, ma ci sono altri come noi che non vanno da Anima e Fato e non vanno a vivere al Tempio!>>.
<<Pochi, Alùs. Molto pochi>> replicò lei. <<Essere un Bianco arcano ed un Nero arcano apre la porta a molti onori, molti privilegi... >>.
<< ...e molti doveri e molti sacrifici!>> la interruppi, baciandola di nuovo sulla guancia. <<Come faresti a non averci entrambi a casa se già solo per l'assenza di uno di noi sei in ansia?>>.
<<Non è l'assenza, Alùs. Lo senti tuo fratello quando torna a casa?>>.
Alzai gli occhi al cielo a quelle parole. Avevo sentito le sue discussioni con Papà.
<<Tuo fratello non sa fermarsi, continua a cacciare con tuo padre e con gli altri, spingendosi sempre più in là!>>
<<Madre, Fatèsha ha portato un sacco di prende, e senza mai violare il Credo! Se il prossimo anno la caccia sarà misera avremmo scorte a sufficienza da non accorgercene!>>.
<<Quello di cui nessuno qui sembra accorgersi e che l'ambizione di tuo fratello sta' diventando insaziabile!>> tuonò.
Lo sforzo gli causò un altro attacco violento di tosse. Mi precipitai su di lei e le massaggiai la schiena.
Sentivo il mio cuore farsi pesante ad ogni colpo che le squassava il corpo.<<Alùs... quante... quante volte posso prendere la medicina?>> mi chiese quasi senza fiato.
<<Tre volte al giorno, lontano dai pasti>> recitai a menadito.
<<Bene... >> disse prendendo l'ampolla ed un altro cucchiaino.
Imposi a me stesso di voltarmi e, mimando uno sbadiglio, mi strofinai gli occhi umidi fingendomi stanco.
Beh, un po' stanco lo ero per davvero...<<Alùs... parla con tuo fratello, prima che si cacci nei guai! A me non dà ascolto e tuo padre è cieco di orgoglio davanti ai suoi successi: continua a dirmi che la prossima volta gli parlerà, ma poi non gli dice nulla>>.
Mi voltai e le sorrisi.
<<Tranquilla, ci parlo io. Tu pensa solo a non affaticarti come prima, ok?>>.
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Prologues of Arcani - Fratelli
Science FictionSulla Terra le porte della guerra sembrano essere sul punto di spalancarsi. Nella Città, gli Uomini delle Macchine iniziano a considerare l'Alieno venuto dal cielo come la manifestazione terrena della Madre, la dea la cui venuta è attesa da tutti, a...