"Oh mio Dio, Emmet , che ci fai tu qui? "
"Ali, che ci fai tu qui?, vieni, fatti abbracciare"
Emmet è forse una di quelle persone che mi ha salvato la vita; già alle medie si capiva quanto lui fosse differente dagli altri, prendeva le cose, le osservava, le posava e gli dava una sorta di 'diagnosi'; o meglio, gli selezionava un periodo di tempo che potevano usare per riposarsi; come quando al compleanno di Jason, in terza media, giocando al gioco della bottiglia gli capitò una verità da parte mia e io gli chiesi quale fosse la più grande cazzata che avesse fatto il quel mese, e lui rispose che si fece comprare dalla mamma altri due spazzolini, e mi raccontò che a rotazione li faceva 'riposare', prima usava quello rosso, poi usava quello giallo con i glitter blu, e poi usava quello bianco semplice e così via; era così affascinante quel piccolo Emmet. Lui era un ragazzo che sperimentava sempre tutto, gli piaceva, e a me piaceva quando ci mostrava i suoi esperimenti portati a termine. Emmet fu anche il primo ragazzo che baciai; il primo maggio in terza elementare, sotto il ciliegio della mia vecchia casa; probabilmente se ne sta ancora li, a fiorire e a maturare in continuazione, forse lui era l' unico che sapeva la verità di ogni cosa; infondo se ne stava sempre li, zitto ed esterrefatto dai comportamenti inspiegabili degli umani, che forse per qualche motivo erano sempre considerati sbagliati da ciò che li circondava; probabilmente ancora mi chiedo perché solo gli alberi maturano, è troppo strano, no?.
Emmet era anche un gran rubacuori; dopo il bacio che mi diede in terza elementare solo una donna amò fino alla fine del liceo: Catherine; era una ragazza fantastica, occhi neri, capelli color cipria (Che poi dalla prima media in poi continuò a tingere di colori accesi e smorti; a seconda del suo umore) e quelle infinite lentigini che le ricoprivano il naso; sembravano fiocchi di neve notturni su un tetto. Al liceo girava voce che si fossero addirittura sposati; non andavo nel loro stesso istituto ma alle feste delle confraternite spesso ci incontravamo. Catherine era un' amica fantastica, lei era una delle poche che leggeva le mie teorie e le mie contraddizzioni; probabilmente era il terzo anno di college quando una notte, io ,lei, Patrick ed Emmet prenotammo una camera in un albergo vicino ad un'ospedale; giocammo tutta la notte a Taboo e giocammo per ore a nascondino in quell' hotel che rimarrà per sempre nella mia stupida testa da adolescente, o nella 'Mems sognatrice notturna delle metafore'.
"Mio Dio, mi sei mancato così tanto; Catherine? Come sta?""Catherine sta benissimo, ultimamente mi chiedeva un sacco di te; comunque do subito una risposta alla tua domanda, questo è il nostro negozio Ali; io e Catherine lo abbiamo aperto circa un anno fa, lo sai quanto siamo appassionati di musica ed entrambi pensavamo che costruire una sorte di 'covo per pazzi' sarebbe stato utile e interessante e quindi, eccoci, eccoci qui; ad amministrare un tipo di vita che probabilmente ameremo fino alla morte, sai come sono fatto, e sai quanto io sia ossessionato da 'Catherine la scommessa del liceo Belleville School' e la amo Ali; è l' unica cosa che non cambio"
E' bello come lui riesca ancora a prendersi cura di lei; io me li ricordavo così, non erano mai cambiati se non insieme e questo rendeva tutto troppo perfetto ma alla fine che si fottano i miei pensieri, erano riusciti a costruirsi delle mura messe in piedi grazie al miglior materiale in circolazione, e quelle mura probabilmente proteggevano quello che era il loro essere unici senza particolarità precise, e tutto ciò mi ha sempre affascinata tanto, avevo sempre più voglia di curiosare e di impicciarmi nelle loro fantasie, e forse Patrick la pensava così; particolarità a parte.
"Io spero che ti abbia portata tuo fratello qui; perché vuol dire che finalmente io e Cat non dobbiamo più far finta di non riaverti visto più dopo la tua scomparsa"
"Si si, state tranquilli, starò da Jason per un po' probabilmente; quindi per tenermi impegnata potrei anche darvi una mano al negozio, così, giusto per curiosare un po'"
"Certo, puoi venire quando ti pare, questa è casa tua e di Patrick"
"Si bhe, ci ho litigato, è per questo che sto da J"
"Dai racconta"
Gli raccontai tutto nei più infantili dei dettagli; mi capì e mi sorrise con quel suo sguardo da completo perfetto idiota che amavo da impazzire.
"Ancora non posso credere che tu e lui siate andati a letto insieme; insomma, siete degli studenti della 'Manhattan day school' gli 'intoccabili', o addirittura i 'verginelli del quinto' siete dei cazzo di santi in quella scuola"
"Senti Emmet, non è che perché ora sei sposato devi criticare noi persone che vogliamo semplicemente divertirci eh; io voglio bene a Patrick e posso assicurarti che quella notte era tutto tranne che un 'verginello del quinto', anzi ..."
"Mio Dio Ali, non ti ricordavo così .. emh .. diretta (?)"
Passammo tutta la serata a scherzare e a parlare del più e del meno; non mi ricordavo che lui fosse così aperto e così carino nell' aiutarmi a scampare quel tunnell, mi erano mancati entrambi; compresa Cat che appena mi vide per poco non si mise a piangere; era questa l' atmosfera che mi serviva, essere coccolata e amata da 2 persone a cui devo fare il backup dei migliori ricordi in vita mia, perché alla fine, compreso Patrick, loro non avevano fatto parte della mia adolescenza ma si erano calati perfettamente nei loro ruoli; recitavano la loro parte senza sbagliare di una virgola, ecco perché erano diventati la mia adolescenza. Alla fine della serata Cat ed Emmet mi accompagnarono nella stessa tavola calda dove passai tutta la mattinata, e aspettai Jason che da un momento all' altro sarebbe passato a prendermi.
"Ecco il tuo frullato, va tutto bene?"
"No, direi di no, ma non mi va di annoiare un povero cameriere che ho già assillato stamattina con tremila tazze di caffè"
"Senti io sarò pure un cameriere che non conosci e che hai assillato tutta la mattinata, ma sono anche un ragazzo sconosciuto che vorrebbe sapere cosa hai perché ti posso assicurare che il mio lavoro è già straziante e schifoso, e la cosa che odio di più è vedere una bella ragazza alle 11 di sera ordinare un frullato al mango quindi fammi il favore di rivenire domani mattina e di raccontarmi qualche tua gesta eroica da super eroina in cerca di guai"
"Sicuro"Gli risposi, senza pentirmi di avere accettato.