Capitolo 10

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I battiti del mio cuore stavano accelerando mentre aspettavo che il suo messaggio comparisse sulla schermata di chat,
accompagnando il silenzio ospedaliero con quella che poteva essere una canzoncina intonata con un tamburo.
E poi, finalmente, una piccola vibrazione annunciò che quello per cui attendevo era giunto a ricompensare la mia pazienza.
Mi accorsi che stavo trattenendo il fiato solo quando smisi di leggere e i miei polmoni cominciarono a ulularmi insulti.
Un brivido freddo si prese un viaggio di sola andata per la mia colonna vertebrale, quando mi chiese cosa ci facevo in ospedale.
Ammetto che la sua preoccupazione, in qualche modo, mi faceva piacere e mi donava un senso di calore, ma..
feci scorrere il dito sulle vignette che si intrecciavano le une con le altre fino ad arrivare a quando ci eravamo conosciuti per la prima volta;
sapevo che era stata una cosa stupida da fare, ma almeno ero sicuro al cento per cento che non gli avevo minimamente accennato quello che era successo.
Mi presi un attimo per riflettere e poi, con tutta la calma del mondo, gli chiesi come sapeva dov'ero.
Il sudore che si era andato a formare sulle mie mani fece scivolare via il piccolo apparecchio appena dopo che ebbi finito di leggere la risposta alla mia domanda.
Un leggero sorriso nervoso cominciò a danzare sulle mie labbra, mentre tentavo di contenere la voglia di schiaffarmi la mano in pieno viso.
..semplicemente, quegli stupidi siti online se ne fregavano della privacy, e spiattellavano le posizioni degli individui al mondo.
Ragazzi e ragazze che parlavano felicemente, ignari che un malvagio social network li rintracciasse su google maps per far sapere a chissà quale individuo dove si trovavano in quel preciso momento.
Probabilmente aveva fatto un contratto con un demone.
Sfregai goffamente il palmo sulle coperte pulite e cercai di avere un presa salda sul mio telefono prima di continuare la conversazione.
Feci affondare la schiena e una parte sostanziosa della nuca fra i cuscini, crogiolandomi di quel momento caldo e soffice.
Non sapevo proprio cosa avrei potuto inventarmi per convincerlo che non era niente.. così, optai per un qualche eccessivo calo di pressione per il troppo lavoro.
Funzionava così, no?
Probabilmente si era accorto che non era tutta sta grande verità, ma cercai di fargliela mandare giù sviando il discorso con il fatto che sarei uscito già domani mattina.
Ogni volta che le mie dita dovevano scegliere fra femminile e maschile, mi stupivo di quanto mi venisse facile interpretare il ruolo di una ragazza quando parlavo con lui.
Mi faceva strano, tutte le volte che rileggevo un mio messaggio e mi accorgevo di parlare tranquillamente in quel modo, ma..
nonostante lo conoscessi da così poco, avrei preferito fingere che perderlo.. soprattutto adesso che l'unica cosa che mi era rimasta era la mia stessa forza.
Dovevo contare solamente sulla mia volontà di voler vivere la mia vita senza rimpianti.
Tutti quei pensieri tristi si stavano infossando nella mia mente, cercando di aggrapparsi gli uni agli altri con avidità.
Non sapevo neanche io se mi stavo compatendo da solo o se semplicemente cercavo di auto-convincermi..
O magari lo pensavo davvero, magari davvero da qualche parte, dentro di me, ero convinto che quella fosse la strada migliore da prendere.
Quella notte, parlammo delle nostre cose preferite..
scoprii moltissime cose sul suo conto, ma altrettanto fece lui.
A volte mi chiedevo se era giusto non inventarsi tante più cose quante ne sarebbero servite per rendermi ancor più credibile..
ma alla fine non ero bravo a mentire.
Non ero capace di farlo nemmeno con me stesso,
figuriamoci con uno quasi sconosciuto che mi faceva
perdere la testa.
Quando le palpebre cominciarono ad abbassarsi ad ogni secondo che passava, e sul mio viso era permanentemente apparso un sorriso da ebete assonnato, i pensieri negativi cominciarono a volare via come farfalle per posarsi sopra il mio povero stomaco vuoto.
Non pensavo che le loro ali colorate potessero arrivare ad avere il peso di un elefante, quando giocavano a nascondino fra i miei organi.
Mi parve strano che uno dei primi ricordi che avrei avuto
con lui, avrei potuto associarlo agli odori di candeggina e disinfettante che popolavano l'aria di quella stanza silenziosa.

Per quanto mi sforzassi, ciò che ero si era diviso in due anche quella volta: una parte di me voleva ad ogni costo rimanere sveglia e parlare fino allo sfinimento.. mentre l'altra proclamava che giustizia fosse fatta, pretendendo di spegnersi finchè l'alba non sarebbe sbocciata sul mondo.
Anche se, a dire la verità, non è che mancasse molto prima che il sole potesse cominciare
a sedersi sul suo trono celeste per dare il buongiorno a tutte le creature che vivevano sotto il suo cospetto.
Quella stessa sera, mentre il mondo dei sogni richiedeva con insistenza la mia presenza,
feci talmente tante promesse che una scompariva all'annunciare di un altra per il troppo poco spazio nella memoria a lungo termine.
Lasciai che il morbido letto di tessuti mi arrivasse sotto al naso prima che concedessi il mio corpo e la mia coscienza ai loro tanto attesi desideri.
Ma non feci nemmeno in tempo a porre i miei saluti, che il piccolo peso del metallo mi scivolò con dolcezza sulla pancia.
E mentre la luce del display disegnava figure strane sul soffitto, salutai momentaneamente il mondo per concedere una pausa a me stesso da tutto quello che stava succedendo;
Davvero.. amavo dormire..

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 31, 2015 ⏰

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