Mentre varcavamo la soglia delle terme miste,
il vapore cominciava a condensarsi così tanto che
si faticava a vedere i piedi delle persone che c'erano.
Le ragazze erano già dentro la grande pozza d'acqua
fumante, quando le notai.
Il mio sguardo si incollò a terra come se fosse stato
attratto da una forza sovrannaturale,
evitando completamente il contatto visivo con una
qualsiasi loro parte del corpo;
specialmente se si trattava dei loro occhi.
Mentre i miei pensieri mi stavano già portando
lontano con loro, delle grandi mani cominciarono a
premere sulla mia schiena, gettandomi in acqua
con un grossolano susseguirsi di tuffi e schizzi.
Essendo in un paese montano abbastanza sperduto,
quel luogo non era molto conosciuto.
soprattutto durante o in prossimità di festività importanti.
Insieme a noi c'erano soltanto altre tre o quattro persone
molto anziane; le vidi soltanto quando feci riemergere
la testa dal liquido caldo.
Feci qualche bolla con la bocca, osservandole scoppiare
velocemente in superficie dopo avermi solleticato il naso.
Lo trovavo infantile io stesso, ma non riuscivo a trovare
nessun altro modo con cui scaricare lo stress.
Non ebbi nemmeno il tempo di sospirare che tutti
avevano cominciato ad adocchiare la loro "preda":
alcuni dei miei amici stavano già cercando di attaccar
bottone con qualcuna delle loro stupide battutine.
Due di loro mi si avvicinarono sghignazzando e
dandomi lievi colpetti complici sulla spalla e sulla schiena.
Mi stavano indicando le curve esposte delle ragazze
che erano venute con noi, ma io non riuscivo
a stare ai loro giochi.
Non so molto bene come il tempo sia potuto
trascorrere, mi sembrava di perdere memoria
di qualcosa ogni volta che la facevo,
come se allo scattare di un minuto avessi dimenticato
quello che era accaduto in quel lasso di tempo,
avvolgendomi in un circolo infinito che mi causò
un blackout totale.
Avevo la mente biancastra e persa nel nulla.
Mi sforzai di partecipare a qualche discorso,
ma non mi riusciva molto bene.
Con la coda dell'occhio, intravidi che il gruppetto
d'età avanzata che ci faceva compagnia era andato via,
scomparendo oltre il telo che copriva la porta,
quasi come se se li fosse portati via un trucco magico.
Il silenzio calò nella stanza come la morte,
mentre il rumore della cascata che scorreva
si insediava nelle mie orecchie insieme alla preoccupazione.
I fruscii nell'acqua mi lasciavano percepire che qualcuno
si stava spostando; non so chi, dove o come.
o almeno finchè non sentii una spalla bagnata
toccare la mia in un gelido scoppiettio di brividi.
Senza voltarmi, sapevo che probabilmente era la mia ragazza.
Alzai il viso verso di lei e incrociai il suo sguardo,
avvolto dai capelli bagnati e gocciolanti,
alcuni ancora attaccati alle sue guance arrossate per il calore.
Mi sentivo penetrare la mente da quelle due perle
verdi che erano incastonate al posto dei soliti, semplici bulbi oculari.
Sapevo cosa desiderava dal tremore delle sue labbra,
ma mi tirai leggermente indietro con indifferenza.
Qualche occhiata si posò su di me mentre la sua
espressione cambiava in un misto di confusione e rabbia.
Altri scherzi volgari riempirono l'aria della stanza,
facendola pesare sempre di più.
L'odore del sudore si stava mischiando a quello
dello zolfo, creando qualcosa di bollente e quasi nauseante.
Solitamente sono i ragazzi a fare il primo passo in tutto,
difatti gli altri avevano già cominciato a darsi da fare.
le coppie s'erano formate nel poco tempo che avevano
passato assieme, sperando che l'istinto avesse scelto bene
al posto della ragione che donava solo la pazienza.
Il soffice rumore delle labbra che entravano in contatto
mi stava quasi infastidendo, tempestando le mie orecchie
come un ronzio che, a lungo andare, mi avrebbe fatto
venire il mal di testa.
Riuscivo solo a fissare il riflesso del soffitto che si
pavoneggiava sulla superficie dell'acqua,
mentre il mio debole respiro disegnava lievi cerchi su di essa,
sfaldando e deformando l'immagine come se fosse pongo.
Non appena percepii la mano di lei cominciare a tentar
l'impossibile sul mio corpo, accompagnata dalla vicinanza del suo viso, mi alzai di scatto.
Interruppi quel momento magico e afoso con un singolo
ed unico movimento.
Gli altri mi guardavano straniti e confusi,
sembrava quasi che mi stessi suicidando..
per quanto le loro espressioni trasmettessero.
Mi sentivo perforare dal loro incessante osservarmi,
anche mentre uscivo dalla vasca e mi precipitavo oltre
la porta sperando che, davvero, qualche mostro mi ingoiasse.
Giunto agli spogliatoi, non c'era già più nessuno.
L'ora tarda diminuiva ancor di più l'afflusso di persone che
andavano e venivano;
spesso si calava sul posto come una malattia mortale.
Avevo perso la cognizione del tempo, del suono, del tatto.
Almeno finchè non fui fuori dal posto e il gelido clima
Natalizio mi colpì in pieno,
insidiandosi ovunque vi fosse una gocciolina, giusto per
ghiacciarla e provocarmi un brivido lungo tutto il corpo.
Almeno finchè non sentii il campanile che ululava l'orario
al mondo con i suoi rintocchi; erano le undici in punto.
Almeno finchè non sentii uno schiaffo arrivarmi in pieno viso..
..l'unica cosa che era riuscita a scaldarmi anche il cuore.
seppur con una fitta.
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Blue
عاطفيةLa confusione e la società danzano spesso a braccetto, soprattutto quando qualcuno non sa come comportarsi con la vita. Ma è davvero giusto lasciare che tutto questo prenda il sopravvento? La lotta che ognuno di noi ha contro il mondo e contro se st...