Capitolo 8

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Erano già passate le due del pomeriggio,
quando dovetti lasciare il mondo dei sogni.
Rimasi fermo per qualche secondo, mentre
uno sbadiglio annunciava l'inizio della mia giornata.
La mia testa era una sorta di pesante banca di dati,
tutti stropicciati e scomposti fra di loro.
Avevo trascorso tanti anni in modo perfettamente
normale.. o almeno credevo, che fosse così.
Ma sapevo che con tutto quel susseguirsi di azioni
avevo messo una fine netta a ciò che, per me, era la quotidianità.
Mi schiaffeggiai leggermente le guance e mi misi a sedere sul letto.
non sapevo bene se continuare a comportarmi normalmente..
Ero diventato due persone diverse in una manciata di ore..
Beh, era vero che quelle persone erano perfettamente uguali:
stesse passioni, stesso carattere, stesso comportamento,
stesse idee, stessi gusti.. era tutto identico.
tutto.. eccetto il sesso che avevano.
Uno era un maschio.. e una una femmina.
eppure nessuno avrebbe mai scoperto tutto questo, giusto?
Inspirai ed espirai profondamente prima di alzarmi dal letto
e scendere in cucina a soddisfare la mia fame.
Afferrai il mio telefono senza averlo ancora acceso e
cominciai a scendere gli scricchiolanti scalini di legno.
Il rumore paffuto dei miei calzini che si appoggiavano
sulle travi mi dava sempre una sensazione di confort familiare.
Quando arrivai nella stanza da pranzo, cominciai ad aprire
sportelli a casaccio per vedere che cosa era rimasto e..
a dire la verità, avrei dovuto fare una spesa sostanziosa,
se ci tenevo alla mia vita.
Optai per un pacchetto di Cracker prima di buttare
il peso del mio corpo su una delle sedie che circumnavigata
il tavolo tondeggiante.
Un altro lieve sbadiglio mi sfuggì dalla gola, mentre
mangiucchiavo la mia pseudo pranzo-colazione.
Giochicchiai leggermente con il cellulare, prima
di decidere di accenderlo e vedere cosa succedeva
nel vasto, ma così piccolo, mondo dei social network.
Centinaia di notizie scorrevano sotto il mio dito,
dalle più commerciali alle più disastrose.
ma dubito che qualcuno ne fosse davvero interessato,
a meno che non lo coinvolgesse in qualche strano modo..
o non si trattasse di un super prodotto all'ultima moda.
A me non era mai interessato vestirmi con le ultime hit
del momento, ma pareva che per molti fosse questione di vita o di morte.
Era strambo pensare a quanto il mondo fosse vasto,
il corpo umano funziona in modo perfettamente uguale quasi per tutti..
eppure.. eppure le nostre menti possono essere così diverse,
che si potrebbero tranquillamente comparare come si compare
una stella con un pianeta.
Entrami sono tondeggianti.. e fluttuano, fluttuano..
alcuni si perdono.. e altri ruotano incessantemente intorno al loro centro.
Era buffo come la nostra essenza potesse essere comparata a loro.
Mi alzai di malavoglia spingendo indietro la sedia con le gambe,
e mi preparai ad uscire di casa.
Non avevo troppa voglia di vestirmi bene.. ma comunque mi bardai
come se dovessi partire per un viaggio turistico di cento giorni in Alaska.
Fissai la lieve luce opaca del pomeriggio invernale riflettersi sulla plastica del pacchetto aperto che avevo attorcigliato e lasciato sul tavolo.
Distolsi la mente da quei pensieri vaghi e mi diedi una mossa per
aprire la serratura della porta e richiuderla qualche secondo dopo,
alle mie spalle.
Infilai le mani in tasca, come al solito.
Rimasi fermo dinanzi alla soglia per qualche minuto, immergendo
il naso nel cielo sofferente di freddo,
prima di inchiodare il mio sguardo a terra e cominciare a camminare.
Non ero nemmeno sicuro che vi fosse qualche negozio aperto,
ma sicuramente i grandissimi centri commerciali non si sarebbero
lasciati scalfire dalle spoglie vacanze.
Quel posto.. puzzava di morte grigia.
ogni singola cosa non faceva altro che far
galleggiare la mia mente in pensieri bui come le tenebre.
E in tutta quell'oscurità.. amavo vedere le luci che venivano
appese rigorose fra le foglie aguzze dei pini sempreverdi.
Sembravano piccole fate che danzavano allegramente
intorno ad una divinità, che si ergeva alta e fiera sulle sue gambe.
E così la mia coscienza cominciò a vagare in un soffice mondo
fatto di creature che non sapevano il significato di tristezza,
almeno finchè non venni accecato dall'inaspettata insegna
del negozio al quale ero diretto.
Entrai lentamente, lasciandomi dietro una dolce e finta
recita che oltre la mia schiena vi fosse appena stata un esplosione;
bloccata dal chiudersi delle porte automatiche dopo il mio passaggio.
... ... ...
La spesa che facevo solitamente non era molto salutare,
ma non mi facevo mancare frutta e verdura.
quando arrivai alla cassa e la commessa cominciò
a bollare il prezzo delle schifezze di cui mi sarei nutrito
per le prossimo due settimane, una grossa serie di
vibrazioni cominciò a sconquassarmi la tasca in cui
avevo riposto il telefonino.
Lo presi di malavoglia, rischiando quasi che mi cadesse
a causa dei caldi guanti di lana, molto scivolosi al tatto con
lo schermo di vetro e la plastica levigata.
Mentre aspettavo che il prezzo complessivo mi
venisse esposto, feci scorrere le ragioni di tutta
quell'agitazione dell'apparecchio.
Inizialmente vidi qualche messaggio dal ragazzo
che conobbi il giorno prima.
Un leggero senso di colpa mi pizzicò dentro per
non averlo nemmeno salutato:
così decisi che avrei rimediato, se non fosse stato che
in quel momento mi sentii il cuore morire direttamente nel petto;
La mia foto.. quella, foto..
era apparsa forte e chiara sulla chat di gruppo
che avevo con i miei.. "amici".
Rimasi a fissarla, mentre i miei occhi leggevano
maniche di insulti e di frasi orrende nei miei confronti,
quando un messaggio, una semplice parola
attirò la mia attenzione mentre tutto intorno a me cominciava a sbiancare:
"Up"
Alzai la testa e li vidi.
Due casse più avanti, con un sacco di pacchi regalo
che sembravano ridacchiare tra loro mentre venivano spostati
a destra e a sinistra, c'erano loro.
Alcuni sghignazzavano, altri avevano un espressione confusa..
e alcuni sembravano addirittura disgustati.

Tutto ciò che ricordo dopo quella visione,
era la terra venire a mancare sotto i miei piedi;
con il susseguirsi di un forte rumore di qualcosa che picchiava su una superficie dura..
successivamente, soltanto un forte bianco latte mi tenne compagnia.

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