In meno tempo di quanto ne avessi impiegato ad arrivare laggiù,
mi ritrovai a sprofondare sotto le coperte del mio letto:
completamente avvolto da esse come se avessero formato il mio bozzolo vitale. Non potevo farne a meno.
Sbirciai fuori dalla finestra scostando piano il tessuto azzurrino e mi soffermai a far bighellonare i miei pensieri fra le nuvole.
Tutto quello che mi stava succedendo era strano.
Sin da quando ero piccolo, ero stato leggermente diverso dagli altri ragazzi: ma nulla di cui preoccuparsi, suppongo.
Semplicemente i nostri caratteri erano prettamente differenti..
anche se in un età così tenera non esclusero mai per com'ero..
le cose erano leggermente cambiate quando gli anni avevano cominciato a imporre il loro dominio sulla mia piccola vita.
Nonostante questo, non avevo davvero nulla di cui lamentarmi.
Avevo perso da tanto tempo gli anni che si potevano contare sulle dita della mano, ma per lo meno me ne bastavano solo due paia per farceli stare.
Ai diciotto compiuti, ho iniziato a vivere da solo a causa del lavoro oppressivo dei miei genitori, che comunque mi facevano arrivare sempre il denaro per i miei studi.
Non potevo nemmeno lamentarmi di quello:
alla fine, la mia vita era noiosamente normale.
Non capivo da dove potesse davvero arrivare l'enorme confusione che mi galleggiava in testa soffocando la monotonia del tempo e dei giorni che scorrevano.
Allungai piano un braccio fuori dalla mia seconda casa di panneggio e tastai il letto e il pavimento più vicini a me in cerca del mio telefono.
Appena percepii la cover plasticosa con le dita, la afferrai saldamente, portandomi il piccolo display fino al viso.
lo accesi con gli occhi socchiusi.
Le mie dita erano sospese sulla chat di gruppo con i miei pochi amici.. li ritenevo davvero importanti, ma..
avevo davvero voglia di vederli?
Stavo per rigettare il cellulare baracca dove capitasse, quando sembrava che la telepatia avesse fatto colpo fra di noi.
Uno scherzoso invito citava l'opzione di incontrarci in una qualche stazione termale.
Non era una novità: quando il freddo pungente cominciava a farsi beffe di noi, ci piaceva rilassarci in qualche vasca d'acqua bollente.
Mi tirai su a sedere con fatica, sbadigliando.
Mi guardai un attimo intorno, riflettendo sulla proposta.
Dire che non avevo nulla da fare era una grande cavolata, alla fine.. ma comunque non avevo nulla da perderci nel fare una giornata completa con la mia compagnia;
Soprattutto dopo il pesante litigio che avevo avuto con la mia ragazza, poco tempo prima di ritrovarmi in quella situazione.
Sapevo che avrei dovuto cominciare a fare il countdown dei giorni prima che scoppiasse e decidesse di mollarmi per uno che avesse quelle cose che io non possedevo.
Mi grattai la testa, galleggiando in un leggero stato confusionale;
mentre il mio pollice picchiettava sullo schermo in corrispondenza dei tasti che
sarebbero poi andati a formare la frase che citava il mio finto entusiasmo riguardo oggi.
Alla fine, accettai.
Alla fine, decisi che li avrei visti.
Rigettai il telefono sul materasso e lo vidi scomparire in un groviglio confuso di coperte.
Mi infilai le scarpe che avevo lasciato agli argini del letto
senza nemmeno allarciarle e mi alzai stiracchiando i muscoli indolenziti dalle troppe ore trascorse raggomitolato nella stessa posizione.
Un'altro, enorme sbadiglio si fece spazio sul mio viso,
risuonando rumorosamente nell'aria prima ancora che potessi preparare le mie cose e a malincuore andarmene da casa.
Anche se lo facevo più di una volta tutti gli anni,
ogni volta mi chiedevo cosa, esattamente,
avrei dovuto infilare nella grossa borsa sportiva che mi portavo appresso in quei casi.
Però, anche se ogni volta era una domanda fissa,
finivo per fare sempre la stessa cosa:
prendere una o due cose da ogni cassetto e buttarcela dentro con non curanza.
Prima o poi anche quello sarebbe stato monotono,
e il problema non avrebbe più sussistito.
Quando ebbi finito di prepararmi, aprii la porta di casa e varcai la soglia con l'ennesimo sospiro che sganciai quella giornata.
Solo che questo mi colpì la consapevolezza come una bomba:
ripensando a tutto e collegando i pezzi,
forse avevo capito cosa esattamente mi era successo.
Anche se "successo" non è proprio la parola adatta.
Diciamo più che forse, un agrodolce consapevolezza si era infiltrata come una spia nella mia mente
per osservare la mia reazione quando mi sarei reso conto di quello che sono.
E.. sono sempre stato.
Ma scacciai il tutto agitando la mano a mezz'aria,
quasi come se dovessi accusare qualcuno d'essere pazzo.
Alla fine, avevo una ragazza..
..no?
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Blue
RomanceLa confusione e la società danzano spesso a braccetto, soprattutto quando qualcuno non sa come comportarsi con la vita. Ma è davvero giusto lasciare che tutto questo prenda il sopravvento? La lotta che ognuno di noi ha contro il mondo e contro se st...