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EDO...
Strano, lei non è come le altre... non ha le unghie finte, in effetti le ha tutte mangiucchiate, è bassa e non indossa tacchi, niente minigonne, maglie scollate... niente extension... è diversa, nel suo essere perfetta con poco.
Dopo aver posato le valigie sul letto, con me sempre che non riesco a mettere due parole in fila... lei disse
"Ti va una Coca Cola?" Sorrise.
"Si, perché no" Sorrisi anch'io.
Scendendo le scale chiacchierammo, ovvero, chiacchierò, guadagnandosi qualche accenno da parte mia.
"Oh ja... parla!" Disse quasi urlando con la sua voce acuta.
Iniziai a ridere, arrossendo ancora; provocandole una risata.
"Eddai, se non parli tu, ti farò parlare io!" Iniziò a farmi il solletico per tutto il tempo in cui prendemmo l'ascensore.
"Okay... okay, parlo" Riuscì a dire tra una risata e l'altra, inziò a sorridere.
"Parlami di te" Disse.
"Bhe ecco... faccio parte di una band, canto e suono il basso..."
"Davvero?!" Esclamò.
"Ti fa tanto strano?" Risi.
"Si, insomma, uno come te... un pubblico, a cantare e suonare" Sorrise.
"Hahah non hai tutti i torti"
"Eheh, ma quanti siete nella band?"
"Quattro: io, Yuri, Riccardo e Francesco... insieme siamo i My Dreams"
"Capito! Ma loro? Dove sono ora? In questo istituto?"
"Si, ma dall'altra parte..."
"Ti mancano"
"Già..." E come se mi mancavano.
"Quanto ti capisco... anch'io ho le mie migliori amiche abbastanza lontane, sai, loro vanno bene a scuola... a contrario di me... quindi sono a Napoli"
"Ah... e loro come sono?"
"Dipende dai punti di vista"
"In che senso?"
"Non parli, ma riempi di domande eh, ragazzo bello?" Rise facendomi un occhiolino. Mi faceva uno strano effetto... "ragazzo bello"... a queste sue parole sorrisi, mi sento le guancie in fiamme...
"Prima o poi prenderai fuoco" Scoppiammo a ridere.
Finalmente, dopo vari giri tra corridoi, arrivammo al bar, a piano terra.
"Una Coca Cola, grazie... tu cosa prendi?" Mi guardò.
"Anche per me"
Poco dopo arrivarono le bibite e riprendemmo a camminare.
"Mi... diciamo... mi parleresti un po' di te?" Sempre più imbarazzato. Bravo Edo. Davvero.
"Certo, allora, ho una gemella che è in pratica il mio opposto, sai... occhi chiari, capelli ricci, scuri, altissima... vive a Londra con mia madre, è una tipa tutta rosa e fiocchetti e cose simili. Comunque canto da quando avevo due anni e non so suonare nemmeno il triangolo, immagina" Iniziò a ridere.
"Mi faresti sentire qualcosa?"
"No problem. Ti sei portato dietro il basso?"
"Ma ovvio"
"E allora facciamo un patto, cantiamo insieme, ma suoni tu"
"Ma anche no..."
"Ma perché?"
"Secondo te?..."
"No guarda. Sei indescrivibile. Avrai suonato davanti a tante persone e non vuoi suonare ora?!"
"Okay, okay... andiamo in camera"
"Graziee" Le si illuminarono gli occhi, salì sulle punte per lasciarmi un piccolo, dolce abbraccio, staccandosi poi e facendomi strada tenendomi per un braccio verso la nostra stanza.
"Dai prendilo!" Annuì e presi il basso dalla custodia.
"Allora? Che sai suonare?"
"Conosci Sad Song dei We The Kings?"
"Si" Sorridemmo e mi misi a sedere sul letto, mentre lei era per terra di fronte a me a gambe incrociate.
Iniziammo a cantare.
Cavolo, ha una voce perfetta, acuta e bellissima.

OLLY...
Dio mio e che voce che ha... e suona benissimo.
Durante il ritornello noto che mi guarda e sorride, allora sorrido ed abbasso lo sguardo.
La canzone finì.
"Ha-" la mia voce fu interrotta dallo squillo del suo cellulare.
"Scusami" Sorrise, allontanandosi un po'... da come parla sembra preoccupato, in ansia.

EDO...
"No. Yuri, non è possibile..."
"Invece sì, Edo... non possiamo vederci per un po', fa parte delle regole di questo cesso di istituto..." Sentì queste parole pronunciate da uno dei miei migliori amici, da dietro un telefono.
"Ma ti pare possibile che i due lati dell'istituto non possano vedersi?" Dissi.
"È una stronzata mondiale, lo so..." Sentivo Riccardo che diceva "Non è possibile..." quasi urlando.
Staccai la chiamata.
Ero al terrazzo, non volevo entrare, non ancora.

OLLY...
Visto che la sottoscritta tende a non farsi i cavoli suoi... andai da lui.
"Oi" Dissi. Guardava dritto.
"Cos'è? Il gatto ti ha mangiato quell'unica parola che rivolgevi?" Continuai, cercai di farlo ridere, ma niente. Scosse la testa in segno negativo.
"Okay. Se hai bisogno, io rimango qui a fissare lì, vedi? Quel palazzo azzurro? Ecco, lo fisserò" Iniziai a fissarlo, come avevo detto.
Dopo circa tre minuti iniziai a canticchiare:
"Cause if you want to keep me
You gotta, gotta, gotta, gotta, got to love me harder
And if you really need me
You gotta, gotta, gotta, gotta, got to love me harder
Baby love me harder
Ooo love me, love me, love me
Ooo harder, harder, harder... okay basta. Cosa è successo? Lo so, non sono cavoli miei. Ma non ce la faccio a vedere la gente triste. Ora tu mi manderai a quel paese... 3... 2... 1..." Alzò la testa... aveva gli occhi rossi...
"No dai, non fare così" Dissi dispiaciuta intrecciando le mie mani.
Dopo gli chiesi:
"Cos'è successo?" Gli toccai la spalla sistemandogli di poco la canotta che indossava.
"Non potrò vedere i miei migliori amici per tutto il tempo che sarò in questo stupido posto..."
"Capisco... mi dispiace." Feci spallucce.
"Non sai a me" Disse toccandosi il ciuffo.
"Aspe... difficile, ma non impossibile"
"Cosa?"
"Ora che dovresti stare in silenzio parli?" Iniziai a ridere.
"Ah ma okay..." Arrossisce ancora. Non ci posso credere.
Scendemmo al piano della reception, divisore dei due lati dell'istituto.
Mi procurai un taglio sul braccio vicino la pianta che era esposta, ovviamente lo feci a posta.
"Ahia! Cazzo!" Urlai.
"Ma cosa?..." Chiese Edo, ancora non aveva capito. No, fatelo andare via vi prego HAHAH.
"Oh! Tu! Tizio con la maglia verde! Mi sono fatta male!" Dissi urlando all'uomo che 'era di turno per fare da guardia' attirando l'attenzione di tutti.
Dopo poco che lui si avvicinò alla valigetta con l'occorrente per l'infermeria, ed io ero seduta accanto ad un tavolino...
"Edo scappa!" Urlai, alzandomi e correndo al lato opposto al nostro.
Intanto il tizio rovesciò l'alcool disinfettante sul pavimento.
Ci nascondemmo dietro le piante al primo piano del lato A, di cui noi non facevamo parte.
"Dammi il telefono" Gli dissi.
"Cosa devi fare?" Chiese.
"Dammelo e basta!" Bisbigliai.
Me lo diede.
"Spara un nome a caso fra i tuoi migliori amici che sono qui"
"Boh... Riccardo" Disse facendo una faccia da cucciolo (non so come spiegarvi HAHAHA).
Cercai quel benedetto nome in tutta la rubrica, finché non lo trovai e lo chiamai.
"Pronto? Edo?"
"Oh, senti chiunque tu sia... in quale stanza sei?"
"122, ma cos-" Non gli feci finire la frase e staccai il telefono, stava arrivando qualcuno.
"Non ci sono, ah ma chi se ne frega!" Disse l'uomo barbuto.
Sospirammo.
Mi sorrise e mi sussurrò "Grazie..."
"Nulla, mi sto divertendo" Risi.
Gli diedi un bacio sulla guancia e subito dopo sorrisi.
Lo feci arrossire, stavolta notevolmente di più.
"Dai su corriamo, alla 122" Gli feci segno di seguirmi.
Una volta arrivati aprì di scatto la porta.
"C'è una consegna per dei tizi chiamati My Dreams! Pizza, direttamente da Napoli!" Dissi con il mio accento napoletano. Risi, facendo entrare Edoardo.
Tutti si fiondarono addosso a lui.
Chiusi la porta.
"Ma eri tu al telefono?" Chiese il presunto Riccardo. Aveva un labret al lato destro del labbro, i dilatatori ed un tatuaggio sul petto, che si notava grazie alla canotta dei Blink 182 che indossava.
"Già" Iniziai a ridere. Man mano si presentarono.
Yuri: capelli lunghi sparati in faccia, labret sinistro, dilatatore, alto, muscoloso.
Francesco: alto anche lui, mi sento abbastanza una disagiata nana, capelli corti, ciuffo, lentiggini e dilatatori.
Riccardo? Vi ho già detto tutto.
Passammo la giornata ridendo e scherzando.
"Vi va di fare obbligo, giudizio o verità?" Chiese Yuri, avendo l'approvazione di tutti.
"Si si tanto tutti i baci dobbiamo darli per forza a lei" Rise e mi indicò Riccardo, facendo ridere tutti.
Iniziammo...
"Dai..." Disse Francesco girando la bottiglia, che subito dopo indicò Yuri.
"Io a..." Disse a sua volta lui, girando ancora la bottiglia, che ruotava sul pavimento.
La bottiglia mi indicò.
"Allora... vediamo... obbligo, giudizio o verità?" Mi chiese Yuri.
"Verità" Risposi.
"Eh... aspe... ah! Il più carino fra di noi"
"Si?"
"Chi è?" Mi chiese.
Mi sentivo alquanto osservata.
Anzi, lo ero e come.
"Raga! La più carina sono io!" Mi salvò la mia ironia, scoppiammo a ridere.
"No vabbè scherzo..." Aggiunsi.
Okay, cosa cavolo rispondo?!
"Okay dai, cambiamo domanda..." Iniziò Yuri.
Amen.
"Con chi di noi usciresti?" Continuò poi, toccandosi la frangia.
"Ma è una fissa o cosa? HAHAHA boh, forse, ma foorse con Riccardo. Sembra simpatico" iniziai sorridendo.
Si mostrò felice agli altri, sorridendo.
"... o forse non lo è" Feci ridere tutti.
"E basta?" Chiese ancora Yuri
"Raga ma se uscissimo tutti e cinque e la facessimo finita?" Roteai gli occhi ridendo.
Approvarono, scoppiammo in una sonora risata.
"Ah, raga, ma in camera con chi siete? Edo?" Chiese Francesco.
Risi sotto i baffi (non ho i baffi, gn).
"Con lei" mi indicò facendo una faccia abbastanza buffa.
"Noo! Grande Edo!" Disse Yuri dandogli il cinque, seguito da Riccardo che gli mollò una pacca sulla spalla.
"Perché grande?" Chiesi.
"Nah niente" Risposero i tre guardandolo mentre era confuso ed imbarazzato.
Cavolo! Il taglio sul braccio... me ne ero completamente dimenticata. Meglio bagnarlo con un po' d'acqua.
"Il bagno?" Mi alzai da terra.
"Destra" Rispose Francesco.
"Il taglio?..." Chiese Edoardo girandosi verso di me con una faccia dispiaciuta.
"Si" Accennai un sorriso per tranquillizzarlo e scuotendo leggermente la testa, per poi avviarmi in bagno. Chiusi la porta.

I would wish upon a star; Edoardo Incurvati.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora