Una volta tornati in camera...
"I letti... si, dai..." Mi disse Edo.
"Si, li dividiamo. Aspe, ma non abbiamo lenzuola singole..."
"Ah..." Abbassò lo sguardo.
"Okay, fa niente, ma ti avviso... parlo nel sonno e mi trasformo in Carlotta Ferlito, potrei essere anche sonnambula..." Risi.
"Ma quindi..." Abbassò lo sguardo.
"Mi sa che dobbiamo dormire insieme" Iniziò la mia solita risata. Eccola.
"Ho un problema..."
"Ovvero? Ah, ho capito"
"Ho vergogna" Dicemmo insieme, era telepatia? No, monotonia.
"Capisco, tanto dormiremo sui due lati opposti, poi a me non cambia la vita se dormo su di un lato o su un altro" Dissi.
"Anche a me, fa lo stesso"
"Io vado a mettere il pigiama"
"Okay... io lo metto qui"
Dopo circa mezz'ora che lavai i denti ed alzai i capelli in una coda alta, dopo aver messo il pigiama, uscì, per poi farlo entrare.
Uscì dopo poco...
"Notte..." Disse.
"Notte" Risposi.
Iniziammo a dormire...
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... erano le 7.00 del mattino, qualcosa mi sveglio, un baccio che mi stringeva a sè ed avevo una testa appoggiata sulla mia spalla.
Non sapevo cosa dire o cosa fare.
"Edo..." lo chiamai dolcemente, spostandogli i capelli dalla fronte ed accarezzandolo lentamente.
Pronunciò qualcosa che sinceramente non capì proprio al volo...
"Edo, svegliati" Mi scappò una risatina, mi teneva stretta, mi abbracciava, anche se in modo dolce, poi la sua testa era morbidamente appoggiata sulla mia spalla...
Aprì gli occhi, allora tolse il braccio dal mio fianco.
"Ho parlato tanto stanotte?" Chiesi alzandomi.
"Si, tanto. E poi sinceramente parli arabo" Rise.
"Ah capisco" Risi.
"In quanto a me... scusami..." Alzò un sopracciglio.
"Non preoccuparti, sei dolcee" Sorridemmo, era in panico, lo avevo notato, allora allargai le braccia. Arrossì, al chè mi avvicinai a lui abbracciandolo, un abbraccio che fu ricambiato da lui all'istante.
A turno facemmo la doccia, misi un pantaloncino di jeans chiaro, strappato su una gamba, una maglia a fiori e degli anfibi bianchi con la gomma gialla, che non allacciavo mai.
Raccolsi i capelli in un tuppo spettinato, in quanto al trucco, non mi trucco mai.
Lui invece aveva un jeans skinny nero, una canotta dei Blink e le vans classiche nere.
Andammo nella presunta "classe" e decidemmo di sederci vicini, c'erano i seguenti elementi:
Un'oca che si crede figa;
Quello secchione;
Il Raoul Bova della situazione;
I tre ribelli;
Ed altri...
Poi c'era lui, 1.90, magro, capelli neri, macri bellissimi... mh secs: il prof di matematica.
Attimi di suspense. No vabbé scherzo.
"Okay, presentatevi" Disse, togliendo gli occhiali che aveva sulla punta del naso.
Così facemmo, uno ad uno.
Dopo sei, lunghissime ore, io ed Edo decidemmo di mangiare una pizza, allora andammo a posare gli zaini di sopra.
C'erano i tre "ribelli" che poi messi in confronto a me sarebbero Heidi e le due caprette che le fanno ciao.
Due erano all'impiedi, uno appoggiato al muro che ci fissò mentre entrammo ed uscimmo dalla nostra stanza.
"Oh raga, avete visto il carino? Sì, quello, Incurvati. Va dietro dietro alla bella signorinella. È proprio il suo cane oh! Se non ci fosse lei lo riempirei di botte, ha una faccia da schiaffi. Ah no, scusatemi, lui ha paura, si fa difendere dalla principessina" Sentì queste parole dal ragazzo appoggiato al muro quando uscimmo, Edo non lo sentì, ma io sì.
"Oi, avviati. Ti raggiungo" Sorrisi.
"Okay" Edo andò via.
I tre stavano ancora ridendo.
Andai da loro, presi il tipo per il colletto della camicia.
"Allora, sentimi tesoro. Se tu, tizio e caio non decidete di smetterla, quest'anno le uniche palle che vedrai saranno sull'albero di Natale, chiaro?!" Feci un sorriso malizioso.
"Calmati bella, cos'è? La signorina Incurvati difende il suo ragazzo?"
"Grazie, so di essere bella. Comunque noi due non stiamo insieme" Dissi in modo più menefreghista possibile. Lasciai la presa.
"Scherzavo. Una come te non potrebbe mai permettersela. Comunque se sei nervosa... ascoltami, cambia assorbenti"
"Ah si? Sai che tipo consigliarmi? Ad esempio, tu, quale usi? E sentiamo, perché lui non può permettersi una come me?" I suoi due 'cagnolini' ridevano in modo da non farsi vedere.
"Lo vedi? Ti va letteralmente dietro. E poi non vi vedrei bene insieme, non per qualcosa, ma staresti meglio con me"
"Tu staresti meglio con un camion in faccia"
Andai via.
Lo lasciai lì, rimase senza parole.
Raggiunsi Edo.
"Oi eccomi"
"Eccoti" Strinse le labbra facendole diventare sottili.
"Prendiamo da mangiare, poi andiamo fuori?"
"Okay"
Prendemmo due tranci di pizza, due Monster ed uscimmo.
Una volta finito...
"Tu sei un tipo tranquillo, ma con me non ti conviene essere così"
"Cosa?"
"Hai capito"
Mi alzai, andai sul primo gradino alto all'entrata e misi la musica a tutto volume tramite il mio cellulare, collegato ad una piccola radio di un ragazzo.
Partì "El Perdon" cantando, attirai l'attenzione di tutti, che iniziarono a ballare, a battere le mani a tempo.
C'era poi chi si unì a me cantando qualche versetto.
In lontananza vidi Edo che rideva, gli feci segno di avvicinarsi.
Così fece, tendendogli una mano lo feci salire sul gradino, mise una mano intorno ai miei fianchi e con l'altra mi teneva la mano libera che avevo, mentre l'altra l'avevo dietro la sua schiena. Cominciò a cantare anche lui.
Iniziammo a fare qualche passo, sul vasto gradino, a tempo di musica, nonostante nessuno dei due sapesse ballare.
Ci divertimmo un sacco.
Una volta finito tutto il caos mi si avvicinarono delle ragazze
"Ti giuro hai dato vita a questo posto" Disse una sorridente, facendomi ridere.
"Possiamo fare una foto?" Aggiunse l'altra.
Ci presentammo, si chiamavano Sarah e Livia.
Sembravano simpatiche, dopo la foto andarono via.
"Sei un mito" Disse Edo, ormai sceso dal gradino.
"Hahahah ma grazie" Mi aiutò a scendere, dandomi la mano.
Presi il telefono e facemmo un giro per quel 'cortile'.
Parlammo del più e del meno.
"Ce l'hai la ragazza?"
"No, tu hai un ragazzo?"
"No, morirò zitella" Ridemmo.
"Facciamo un gioco?" Aggiunsi.
"Tipo?"
Inizai a correre urlando "tanto non mi superi!" Come una bambina.
Schivavo la gente correndo.
Quando mi superò gli saltai sulle spalle e mi prese.
Continuò a correre, mentre ridevamo come dei deficienti.
Quando si fermò, avevamo un fiatone che non avete idea.
"Oddio e come ti stanchi presto!" Lo isticai ridendo.
"Ah si? Okaaay, allora corri!"
"Ma anche no..." Mi stesi per terra.
"Amo troppo i tuoi capelli!" Affermai.
"Miei?" Chiese Edo ridendo.
"Si, metti la testa qui" Mi diedi un colpettino sulla pancia.
"Sicura?"
"Tu e sta cazzo di timidezza. Muoviti." Rise.
Fece come gli dissi. Aveva la testa posizionata sulla mia pancia, mentre io gli aggiustavo e spettinavo i capelli, aveva gli occhi chiusi, eravamo per terra, sotto al sole.TANTI BACINI, PICCOLI CUCCIOLI DI PINGUINO❤
Ps. Aspettatevi, in questa settimana, un aggiornamento anche per quanto riguarda le altre due storie❤
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I would wish upon a star; Edoardo Incurvati.
RandomQualche volta dovrei prendermi la responsabilità di guardare le stelle; e fargli capire che, anche essendo al di sotto, non volo mica così in basso. -OE- -Edoardo Incurvati. [I would wish upon a star Story of a Lonely guy-Blink182] @PkS