Dylan Blood / Prologo (Dylan)

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- Sei pronto, Dylan? -

- Jeff, devo... proprio farlo? -

- Si Dylan. Se vuoi restare con me, e vivo soprattutto, devi farlo. -

- Anche mia sorella? -

- Non pensare a lei, è con Jane dall'altra parte della città. E comunque, si. Anche lei. - Deglutisco. - Allora sei pronto? Dovrai fare tutto tu. - Faccio un respiro profondo.

- Si, sono pronto. -

- Bene. Vai allora. Scegli una casa, e fai quello che devi fare. - Annuisco.

- Dylan. Ricordati, non avere nessuna esitazione. Chiunque ti capiti, anche se è un neonato. Il tuo compito è solo uno: uccidere. -

- Va... va bene. - Mi guardo intorno, alla ricerca di una casa che può sembrarmi adatta. Il pensiero di stare per uccidere qualcuno, così a sangue freddo, mi disgusta, ma devo farlo, perché io voglio rimanere con Jeff.
Mi avvicino ad una casa su un piano, è piccola, magari non ci abita molta gente. Slander mi ha detto che mi basta uccidere solo una persona, per poter stare con loro, poi potrò smettere se voglio.
Faccio il giro della casa, cercando un'entrata. Alla fine trovo una finestra semiaperta. Passo da lì.
Sono in un salotto, ma non mi soffermo a guardarne i dettagli o cosa c'è. Il mio obbiettivo sono le stanze da letto.
Vado verso un corridoio lungo, dove penso possano esserci le camere, e apro la prima porta che trovo. È un ufficio e dentro non c'è nessuno, quindi richiudo la porta e apro la seconda.
È una camera, e nel letto, c'è una ragazzina che dorme, dovrebbe avere circa dieci anni. No, non posso uccidere lei. "Non avere nessuna esitazione" Le parole di Jeff mi rimbombano in testa.
Non devo avere nessuna esitazione - Mi dico - Allora entro nella camera, con il cuore che batte ferocemente nel mio petto.
Aspetto nell'ombra che si accorga della mia presenza. Quando si sveglia, si guarda intorno, e quando mi nota fa per urlare. Con uno scatto repentino, salgo sul letto e le tappo la bocca.

- Mmmh!!! Mmmh!! - Continua a strillare. Prendo il mio Kriss e lo alzo. Ora sta piangendo. "Non avere nessuna esitazione".
Alzo ancora di più il mio pugnale, e guardando la ragazzina negli occhi, abbasso il braccio pugnalandola dritto nel cuore, mentre mormoravo un "Mi dispiace" e un "Lo faccio per amore".
Lei ha smesso di agitarsi, ma è ancora viva.
La sensazione che ho percepito quando ho infilato il pugnale nella sua carne, è stata fantastica, meravigliosa. Una sensazione che voglio riprovare ancora. Tolgo il pugnale di scatto dal suo petto e la pugnalo altre due, tre volte, mentre un sorriso compariva sul mio volto, impregnato di sangue. La ragazzina ferma, immobile sotto di me. Alzo lo sguardo. Il letto, le lenzuola, i miei vestiti, tutto ricoperto di sangue.
Ma non mi dispiace, anzi, provo una sensazione di eccitazione immensa, alla vista di tutto questo rosso scarlatto che ricopre la stanza e i miei vestiti. Osservo il mio Kriss, anche la sua lama è ricoperta di linfa rossa. La porto alla mia bocca, e la lecco godendomi il sapore del sangue.
Esco dalla stanza della ragazzina e vado in quella dei genitori. Voglio riprovare quella sensazione. La sensazione di conficcare la lama della mia arma nella pelle di qualcuno. La sensazione che solo chi uccide può provare. La sensazione che provano solo i killer.
Aspetto come prima che uno dei due si svegli. Caso vuole che sia la madre.
Le tappo la bocca e le faccio cenno di stare zitta. Le tolgo i capelli dalla fronte e le accarezzo le guance con la punta del pugnale. Continuo a scendere fino ad arrivare alla gola dove mi fermo.

- Mi dispiace, lo faccio per amore. - E con una stoccata le infilo la lama ondulata nella gola, per poi toglierla senza la minima esitazione. Il sangue si riversa per tutta la stanza, oltre che addosso al marito, che si sveglia.

- Tesoro... che succ... - Si interrompe quando vede la scena che ha davanti agli occhi: la moglie, con la gola squarciata e gli occhi aperti, e me con un pugnale, intrisi entrambi di sangue. Sorrido alla sua espressione di puro orrore. Un sorriso sadico, malato, ne sono consapevole, ma non mi importa.

- Ora tocca a te. -

- No! No ti prego! - Scende dal letto e indietreggia finendo con le spalle al muro. - Ti prego... no. Non uccidermi. - Mi avvicino lentamente, e mi siedo a cavalcioni su di lui. - Ti prego... - Sta piangendo.

- Sta tranquillo, sarà veloce. Non sentirai quasi niente. -

- No... ti scongiuro... -

- Mi dispiace, ma lo faccio per amore. - Alzo il mio Kriss, e gli pugnalo il cuore, estraendolo subito. - Te lo avevo detto... che non avresti sentito quasi niente. - Lecco la lama del mio pugnale. Mi avvicino ad una parete, e ci lascio la mia firma, scritta col sangue delle mie vittime.

"MI DISPIACE, MA LO FACCIO PER AMORE"


-Dylan Blood.

Jeff e Dylan (TKB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora