His first word was fucking "Ian"

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Mickey corrugò le sopracciglia cercando di serrare le palpebre, per impedire ai raggi di sole di svegliarlo completamente.
Poco dopo qualcuno bussò alla sua porta. Mickey non rispose, forse avrebbero pensato che dormisse ancora. I pugni contro la porta, però, si fecero solo più forti e rumorosi.
-Arrivo, arrivo. Fanculo!- Urlò il ragazzo mentre si massaggiava il viso con una mano, nel tentativo di svegliarsi.
-Come vuoi tue uova?- Chiese la voce dal forte accento russo dall'altra parte della porta.
-Come cazzo ti pare!- Rispose lui mettendosi a sedere sul letto. Si passò una mano tra i capelli spettinandoli ancora di più, per poi allungarla verso la bottiglia di birra che aveva appoggiato sul comodino la sera prima. La portò alle labbra e ne sorseggiò il contenuto. Non c'era niente di meglio di prima mattina. A parte un pompino di Ian. Cazzo, gli era venuto duro solo a pensarci. Si alzò tentando di pensare ad altro. Posò nuovamente la bottiglia sul comodino, al fianco del posacenere che conteneva fin troppi mozziconi di sigaretta. Si massaggiò una spalla con la mano per poi sfiorare il tatuaggio che gli ricopriva il petto.
"Ian Galagher"
La stupidata più seria che avesse mai fatto. Il suo tatuaggio era perfettamente come l'uomo che amava. Non perfetto ma indelebile.
Come Ian.
La sua reclusione in prigione era stata dura per tutti. Era riuscito a farsi dare la libertà vigilata. Il giudice aveva acconsentito a concedergliela dopo che l'avvocato aveva tirato in ballo il piccolo Yevgeny e il fatto che Svetlana fosse disoccupata. E tutto ciò faceva di Mickey l'unico familiare in grado di lavorare e garantire uno stipedio con cui pagare le tasse.
Mentre lui era dentro la russa era riuscita, insieme a Kevin, a riaprire il Rub 'n Tug, anche se adesso voleva essere trattata da socia, alla pari. Si era sparsa la voce chele ragazze di Sasha fossero portatrici di chissà quali malattie genetiche e incurabili dato che provenivano da Chernobyl, voci che Carl aveva giurato di non aver messo in giro.
Mickey indossò una canotta abbandonata sul fondo del letto per poi uscire dalla camera.
Tutti erano già in piedi da diverso tempo, e non c'era da stupirsi.
-Buongiorno dormiglione. E' la vecchiaia che ti fa dormire così tanto?- Lo salutò Ian, intento a imboccare Yev, che non appena lo vide spuntare in cucina rise sonoramente.
Per tutta risposta Mickey alzò il dito medio in direzione del rosso mentre si avvicinava al piccolo e gli scoccava un dolce bacio sui pochi capelli che spuntavano sulla sua testa.
-Adesso sì che sono geloso.- Si finse offeso Ian continuando a puntare il piccolo cucchiaio di plastica contro la bocca di Yev.
Mickey raggiunse il bancone della cucina per afferrare la caffettiera e riempirsi una tazza di quel liquido amaro.
-Oggi apro io.- Gli diede il buongiorno Svetlana mentre toglieva una teglia piena di uova dal forno.
-Tu non uscire da casa o marchingegno infernale suona e sbirri portano via te.- Aggiunse mentre Ian allungava il collo per controllare cosa la russa avesse appena preparato. Lui adorava quel piatto e lei si sentiva apprezzata tutte le volte che vedeva il suo viso illuminarsi ad una sua pietanza.
Mickey annuì abbassando lo sguardo sulla cavigliera che adornava la sua gamba. Ancora per qualche giorno non avrebbe potuto abbandonare casa Milkovich, dopodichè, solo quando il tribunale gli avrebbe dato l'okay, avrebbe potuto trovare un lavoro, più o meno legale. Doveva stare attento adesso che era in libertà vigilata se non voleva tornare dentro e ritrovarsi ad essere la puttanella di qualche armadio ambulante. E non lo voleva, cazzo.
Voleva Ian. E alla fine nemmeno il bambino e Svetlana erano male.
-Da quando ti importa di me esattamente?- Chiese il moro alla moglie con il solito tono ironico.
-Da quando aiuti con piccolo Yevgeny.-Rispose lei afferrandolo per la canottiera e tirandolo verso di lei per stampargli un dolce bacio sulla guancia.
-A dopo piccolino.- Aggiunse dando una carezza al figlio per poi posare gli occhi sul rosso e fargli un occhiolino complice, salutandolo: -Carotino.-
Mickey si buttò su una sedia con poca grazia e la tazza fermamente attaccata alla mano. Aveva bisogno di quel caffè o tough guy avrebbe cominciato seriamente a chiamarlo nonno.
Il tonfo con cui Svetlana chiuse la porta alle sue spalle fece sussultare Yev e sorridere Ian che tentava di imitare il rumore di un elicottero con la bocca.
-E' questo che ti hanno insegnato nel fottuto esercito?- Domandò ironico Mickey.
Ian, che sembrava non averlo sentito,si portò una mano alla nuca. -Le medicine, cazzo!- Urlò prima di alzarsi velocemente per correre in quella che era diventata la loro camera da letto e raggiungere il comodino dove teneva il litio e tutte le altre pillole che gli strizzacervelli gli avevano prescritto.
Yev sgranò gli occhi sorpreso dalla furia con cui il rosso si era alzato. Aprì la bocca e inalò una grande quantità d'aria, riempiendosi i piccoli polmoni prima di gridare con tutta la preoccupazione che aveva in corpo: -IAAAAAN!-
Mickey lo guardò incredulo alzandosi rapidamente dal tavolo, ma non prima di averci sonoramente sbattuto una mano sopra.
-Cazzo! Non ci credo, la sua prima fottuta parola è Ian!- Urlò indicando l'altro che era appena rientrato in cucina con un felicissimo sorriso sulle labbra.
-Fanculo.- Aggiunse subito dopo Mickey alzando il dito medio a Ian che continuava a fissare gioioso il piccolo che lo ricambiava con un sorriso sdentato che era spuntato sul suo volto non appena lo aveva visto varcare la soglia.
-Sono il suo papà preferito, vero Yev?- Affermò Ian avvicinandosi al bambino per pizzicargli leggermente una guancia paffuta.
Yevgeny continuava a emettere quella sua risata cristallina e acuta mentre Mickey aveva piazzato sul suo volto un broncio apatico.
-Io mi faccio il culo per voi e mi ripagate così?- Disse il moro mentre con l'indice puntualizzava le sue parole.
-Beh, Yev, dobbiamo ammetterlo, il suo culetto ce lo da.- Lo provocò Ian avvicinandosi a Mickey con uno sguardo malizioso negli occhi che ancora brillavano di felicità.
Mickey sorrise. Quello era tutto ciò che avrebbe perso finendo in prigione e non poteva permetterselo.Proprio mentre stava per poggiare le labbra su quelle dell'altro un nuovo grido di Yev li fece bloccare: -Cuetto. Cuetto. Cuuueeettooo.-Continuò a ripetere con ingenua ilarità.
-Questa la spieghi tu a Svetlana.- Si limitò a precisare Mickey prima di lasciarsi andare ad una risata liberatoria.



L'angolino di Holly
Salve :)
Diciamo prima di tutto che avevo bisogno di creare un futuro per questa famiglia, anche se il canon non esaudirà ma i miei poveri desideri, e quindi ecco qua questa raccolta.
Le storie non saranno in ordine cronologico, quindi potrebbe essercene una in cui Yev è un adolescente seguita da una in cui è nuovamente un neonato. Nonostante questo le storie potranno essere ordinate secondo la cronologia in un secondo tempo. E' possibile che in una storia dove Yev è più grande si faccia riferimento, per esempio, a questa One Shot. Quindi esiste un filone cronologico generale e ci salterò in qua e in là. Spero si sia capito qualcosa xD
Queste Shot iniziano da dopo la 6x01 (dimentichiamocela quella puntata che è meglio), in un universo alternativo, in cui Mickey è andato in prigione per tentato omicidio (Sammi la uccido io tra un pò), ma adesso gli è stata concessa la libertà vigilata. Una volta tornato a casa anche le cose con Ian si sono sistemate anche perchè lui sta prendendo le medicine, questo non significa che non avrà più attacchi o crisi ma saranno più brevi e meno violente. E non potevo tenere fuori da tutta questa storia Svetlana, perchè quella donna mi fa morir dal ridere, e quindi è stata proprio lei a riaprire il Rub n'Tug.
Se avete idee su situazioni che potrebbero succedere o che vi piacerebbe vedere in questa famiglia disfunzionale, promptate pure :)
Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere.
Grazie a tutti per aver letto ♥
HollyMaster



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