-E' un'idea del cazzo!- Esclamò Mickey allontanando la sigaretta dalla bocca.
-Le ragazze lo amano.- Tentò di giustificarsi il ragazzino biondo. -Non è così diverso da un tatuaggio, e per quello non mi hai detto di no.-
-Non potevo. I tatuaggi sono una fottuta tradizione Milkovich, ne hai mai visto uno senza?!- Chiese ironicamente, inumidendosi le labbra nervoso.
Perchè era sicuro che ci avrebbe rimesso lui anche quella volta, come tutte le volte che Yev aveva provato a chiedere il permesso per fare qualcosa? C'era un motivo se lui era il primo al quale il ragazzino si rivolgeva. -E dato che ne ho anche io so cosa comportano.- Questa volta si sarebbe comportato da padre responsabile. Non come quando gli aveva preso delle scapre più alte per fregare il coglione alle giostre e farlo salire sulle montagne russe. Svetlana gli aveva fatto pulire a mano i vestiti pieni di vomito del figlio, che era probabilmente davvero troppo piccolo per poterci andare.
-Cosa vuoi che "comporti" un piercing?- Yev alzò le sopracciglia sulla fronte.
-Non lo so.- Ammise il padre. -Non ne ho.- Aggiunse mentre si chiedeva per quale cazzo di motivo il figlio volesse farsi bucare una parte del corpo per infilarci un qualche brillantino luminoso. Gli sembrava una cosa totalmente da froci, ma poi, detto da lui, che si faceva sbattere da Ian un giorno sì e quello dopo anche, era abbastanza ironico.
-Okay, allora facciamo così.- Cominciò il ragazzino. -Ti farai un piercing alla lingua per dimostrarmi che non devo farlo, ma se non troverai niente di negativo allora io potrò farmene uno.-
-Ma sei scemo?- Mickey quasi sputò la sigaretta a terra dallo stupore di quell'idea. Adesso aveva le prove per dimostrare che il figlio aveva perso qualche rotella, sicuramente era successo sulle montagne russe. -Io non voglio un piercing, perchè devo farne uno?-
-Hai paura? Di un piccolo ago?- Lo canzonò Yev dandogli una leggera spallata.
-Non ho paura di un fottuto ago.-
***
E così si era ritrovato con un enorme anello sulla lingua, che, per tutta risposta al trattamento che aveva appena subito, stava cominciando a gonfiarsi. Yev aveva detto che la cosa sarebbe peggiorata nel giro di qualche ora; aveva anche menzionato un suo amico che era stato costretto ad andare a scuola per tre giorni con la lingua che penzolava fuori dalle labbra, sbavando più o meno su ogni cosa che fosse al di sotto del suo mento, come un fottutto cane.
Nel tornare a casa si erano fermati in un supermarket, evitando accuratamente il Kash and Grab, anche se Yevgeny non sapeva bene il perchè, e avevano fatto scorta di gelatina. Il ragazzino aveva informato il padre che gli sarebbe servita e lui aveva cominciato a spaventarsi veramente.
-Dov'eravate finiti voi due?- Aveva chiesto Ian che li aspettava seduto sul divano.
-In giro.- Rispose vagamente Mickey entrando dalla porta e passando al figlio le due buste della spesa sperando che sistemasse gli oggetti appena comprati nel frigo. Cazzo, anche solo nel dire quelle due parole la sua lingua aveva urlato di dolore.
-E perchè avete comprato tutta quella gelatina?- Domandò Ian alzando un sopracciglio curioso. Mickey lo guardò fiero, stava cominciando a prendere qualche abitudine da Milkovich.
-Non ti piacerebbe saperlo...- Gli rispose lanciando uno sguardo a Yev che, in cucina, aveva semplicemente appoggiato le buste stracolme di gelatina colorata sul tavolo per poi scomparire nella sua camera. Mickey sospirò rumorosamente; doveva aspettarselo.
-Mmmh.- Mugolò in assenso il rossino, seguendo con lo sguardo la figura di Yev scomparire. -Sai cosa mi piacerebbe al momento?- Mormorò avvicinandosi all'orecchio del moro mentre le sue dita scorrevano sulla sua maglietta nera per risalire verso il petto facendogli venire i brividi.
-Ian...- Si impose di dire Mickey cercando di mantenere un tono autorevole, anche se le mani di Ian che salivano sul suo collo per infilarsi tra i suoi capelli non aiutavano.
-Mickey, anni fa mi hai fatto una promessa.- Cominciò il rossino senza liberare l'altro dal suo tocco. -Te la devo ricordare?- Chiese ironicamente portando una mano alla sua stessa cintura per slacciarla e dare un indizio al compagno mentre con l'altra continuava a giocherellare con i capelli neri dell'altro.
-Sei un coglione.- Sorrise Mickey mentre i suoi occhi cadevano involontariamente sulle dita di Ian, sulla cintura che si apriva e la cerniera dei jeans che la seguiva a ruota mostrando i boxer che aveva visto infilarsi a Ian quella stessa mattina.
-Mi hai promesso che mi avresti succhiato il cazzo tutte le volte che volevo.-
-Lo so, ma...- Mickey sospirò. Stava veramente rinunciando? -Diciamo che non è fattibile al momento.- Cercò di spiegare chiudendo gli occhi, sperando che in quel modo l'idea di avere il cazzo di Ian in bocca, idea che glielo stava facendo venire duro, si sarebbe volatilizzata. Ma non sembrava così semplice convincere quell'immagine ad abbandonare il suo cervello.
-Cosa? Perchè?- Ian tolse la mano dai capelli dell'altro piegando leggermente la testa cercando il suo sguardo, che sebbene fosse bloccato dalle palpebre serrate, era ancora puntato sul cavallo dei suoi pantaloni.
-Potrei essermi fatto convincere da Yev a farmi un fottuto piercing alla lingua.- Lo infomò senza muovere un muscolo.
-E' uno scherzo?-
-No, è una sfida.- La voce di Yev che rientrava in cucina li sorprese entrambi.
Mickey sospirò nuovamente aprendo finalmente gli occhi e puntandoli in quelli di Ian. -Niente sesso orale per qualcosa come cinque settimane...- Disse ricordando le parole del tizio che gli aveva bucato la lingua poco prima. -E questo è il primo motivo per cui non dovresti farlo!- Esclamò rivolto a Yev che gli sorrise scuotendo la testa di rimando.
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Raised by the Gallavich
FanficYevgeny Milkovich poteva definirsi fortunato. Aveva due padri fantastici e una madre dolcissima. Anche se suo padre Ian era bipolare, sua madre Svetlana era una ex-prostituta e suo padre Mickey era un deliquente nonchè un pappone. Insomma una normal...