Mickey era sicuro che presto Ian si sarebbe accorto di aver dimenticato le chiavi in casa e sarebbe rientrato correndo per poi tornare dalla sua pazza famiglia e fare da babysitter al più piccolo dei Gallagher.
Così si era rassegnato ad aspettarlo, spaparanzato sul divano davanti a qualche documentario che passava alla televisione, senza essere troppo concentrato a ciò che succedeva sullo schermo.
Il Rub'n'Tug era stato chiuso nuovamente qualche anno prima e questa volta nessuno si era ancora preso la briga di tentare di riaprirlo. Svetlana aiutava Kevin all'Alibi; stava chiusa in quel buco quasi tutto il giorno e gran parte della notte, ora che Yev era grande abbastanza da badare a se stesso. A volte Mickey si chiedeva se ci fosse qualcosa tra sua moglie e il peggior pappone del South Side, ma con una scrollata di spalle si faceva scivolare tutte quelle cazzate da dosso.
Non erano affari suoi.
E poi tutta quell'assenza della russa, lasciava tantissimo tempo a lui e Ian, e tantissime stanze vuote per casa in cui scopare. Yev li aveva beccati più volte di quante loro lo avessero trovato con una ragazza. Al solo pensiero Mickey sorrise. Magari Ian poteva fermarsi qualche minuto in più e prendere il suo cazzo in bocca oltre alle chiavi di casa.
Dei violenti colpi contro la porta lo destarono dai suoi pensieri.
-Lo sapevo che saresti tornato in fretta...- Cominciò raggiungendo l'ingresso per fare entrare il rossino.
-Io non ci sono! Io non ci sono!- Furono le uniche parole che udì mentre una figura indefinita, ma dai capelli particolarmente biondi, entrava in casa con una velocità fulminea e, con la stessa rapidità, correva nella stanza che era stata di Iggy chiudendosi la porta alle spalle.
-Yev! Ma che cazzo...?- Mickey richiuse il portone di casa Milkovich ma non fece tempo a compiere un passo verso la camera nella quale il figlio si era rintanato che degli altri colpi, altrettanto feroci, picchiarono la povera porta.
Mickey si affrettò ad aprire il portone di casa, sicuro che se avessero continuato così sarebbe presto uscito dai cardini e sarebbe toccato a lui rimetterlo a posto.
Col cazzo!
Davanti a lui, in piedi sul portico, stavano due poliziotti in uniforme, le braccia di entrambi incrociate sul petto.
-Salve Signor Milkovich.- Lo salutò gentilmente il più magro dei due, spogliandosi del cappello in segno di rispetto. Doveva essere un novellino del cazzo. -Cercavamo suo figlio, Yevgeny Milkovich.- Cazzo, pronunciava il nome di suo figlio molto meglio di lui.
Mickey pose lo sguardo sullo sbirro grasso e subito lo riconobbe. -Toby.- Fece il moro tentando di ricordare quante volte fosse scappato da quella palla di lardo dopo aver commesso qualche furto. Troppe da essere ricordate.
-Novellino.- Aggiunse verso quello magro.
-E' in casa?- Borbottò scorbuticamente Toby. La voce che ricordava uno stridere di metallo e le sopracciglia folte aggrottate in un cipiglio scontroso.
-No, non al momento.- Mentì abilmente Mickey. -Perchè?- Aggiunse poi fissando i due immobili davanti al suo portone.
-Ha rubato in una gioielleria, ha ancora la refurtiva con lui.- Spiegò gentilmente il novellino. Avrebbe dovuto imparare che nel South Side si otteneva ben poco in quel modo.
-Telecamere di sicurezza?- Chiese Mickey alzando un sopracciglio indagatore.
-E' un negozio del North Side, non sono abituati ai furti lì. Lo abbiamo visto con i nostri occhi.- Lo informò Toby continuando con il suo borbottio. Sia lui che Mickey sapevano bene che se non c'erano filmati che mostravano Yev sul luogo nel preciso momento del furto, non potevano accusarlo. E se ci fossero state delle prove avrebbero trovato il modo per bruciarle in perfetto stile Milkovich.
-Sicuri che non abbiate bisogno di una visita dall'oculista?- Li punzecchio il moro alleviato dalle notizie appena ricevute.
-Lo abbiamo rincorso fino qui.- Affermò cortesemente il novellino. Toby sospirò e Mickey sorrise leggermente. Avrebbe dovuto addestrarlo molto meglio quel ragazzino o lo avrebbero spezzato nel giro di qualche giorno.
-Toby, quante volte ti ho detto di smetterla di ingozzarti di ciambelle, vedi cosa succede poi? Non riesci a rincorrere dei ladruncoli.- Lo canzonò Mickey. Adorava prendere per il culo i poliziotti, sicuramente era nella lista dei "10 passatempi preferiti di Mickey Milkovich", tra "Farsi scopare da Ian" e "Far uscire le rotule a qualcuno".
-Mickey ricordati che sei ancora in libertà vigilata.- Borbottò burbero Toby.
-Era una velata minaccia quella?- Domandò Mickey facendo saettare le sopracciglia verso l'alto. -O ti devo ricordare perchè ero in gattabuia?- Aggiunse subito dopo tenendo lo sguardo di sfida sul poliziotto.
Toby intensificò il suo folto cipiglio boscoso. -Sì, questa era una fottuta minaccia.-Annuì Mickey rispondendo alla sua muta domanda.
-Possiamo entrare in casa e controllare che non sia qui come dice lei, Signor Milkovich.- Prima o poi qualcuno gli avrebbe spezzato le braccia a quel novellino, Mickey se lo sentiva.
-Non vi fidate di un onesto cittadino di Chicago?- Chiese portandosi una mano aperta sul petto fingendosi sconcertato.
-Mickey, facci entrare...- Toby tentò l'ultima carta, quella dell'autorità.
-Senza mandato non potete invadere la mia privacy, o sbaglio?- Un altro punto per i Milkovich. Se non fosse stato per la lunghissima lista di reati che tingeva la loro fedina penale, sarebbero stati dei grandissimi e stimati avvocati.
-Arrivederci Signor Milkovich.- Lo salutò con gentilezza il poliziotto più magro alzando il cappello dal capo in segno di rispetto.
-Tanto ci rivedremo presto, o tu o la tua progenie infernale finirete in prigione prima o poi.- Aggiunse il collega mentre già scendeva le scale del porticato. Era rimasto una testa di cazzo esattamente come se lo ricordava Mickey.
-Vedi di non mangiare il tuo nuovo collega prima di allora.- Gli urlò dietro il moro prima di chiudersi con forza la porta alle spalle -Che si fotta!- Aggiunse in un borbottio facendo il dito medio al portone.
-Se ne sono andati?- Chiese il figlio facendo spuntare la testa dalla porta per controllare che non ci fosse nessun pericolo in giro.
Mickey lo raggiunse. Si fermò sull'ingresso e gli rivolse uno sguardo di rimprovero: -Una gioielleria? Davvero?- Allargò i palmi delle mani e li rivolse verso l'alto. -Cazzo, pensavo fossi un pò più intelligente!- Aggiunse alzando il tono di voce.
-Sono stato intelligente! Niente telecamere di sorveglianza, non hanno niente.- Disse frettolosamente Yev, ancora seduto sul letto portandosi cuscino sulle gambe.
-Adesso però stai attento. Rivendi la roba dalla Serpe, lui non farà troppe domande.- Si sarebbero dimenticati di tutto e, con un pò di fortuna, avrebbero anche guadagnato qualcosina.
-Non voglio rivenderla.- Rivelò il ragazzino in un sussurro fissandosi le punte dei piedi, come faceva tutte le volte che era agitato.
-A che cazzo ti serve, scusa?-
-Un regalo.- Si limitò a dire senza alzare lo sguardo. Voleva essere sincero soprattutto con suo padre ma tutte le volte che i suoi occhi si specchiavano in quelli identici del genitore qualcosa lo bloccava dal parlare.
-Ti abbiamo dato quaranta dollari per quelle due che ti scopi.- Gli ricordò Mickey facendo un passo avanti nella stanza. -Possibile poi che ci voglia un regalo di Natale per loro...- Aggiunse poi, più tra sè e sè che al figlio.
-Ho preso dei peluche per loro, sono carini, gli piaceranno.- Disse disinteressato con una scrollata di spalle.
-Solo per fartela dare ancora qualche volta?-
A quella domanda Yev alzò un sopracciglio imitando il padre con un sorriso sghembo sulle labbra. -Ehi, quanti ragazzi di 17 anni possono dire di poter farsi una bella scopata a tre quando vogliono? Devo tenermele strette!- Esclamò sorridendo per poi tornare con lo sguardo basso sul cuscino adagiato sulle sue gambe.
Mickey si passò il pollice sul labbro inferiore pensando che infondo il figlio non aveva tutti i torti.
-Quindi per chi è questa cosa che hai rubato?- Cercò di farlo parlare. Se non lo guardava negli occhi c'era di certo qualcosa che non andava. Lo aveva fatto la prima volta che lo avevano picchiato e la prima volta che voleva portare una ragazza a casa. C'era fottutamente qualcosa sotto.
-E' una collana.- Spiegò il ragazzino passandosi una mano tatuata per i capelli biondi e spettinati. -Ed è per...- Aggiunse bloccandosi poco dopo.
-Cazzo, no, non dirmi che è per lei!- Mickey aveva già capito tutto.
-Sì, okay, è per Lilith!- Si lasciò scappare infine Yev per poi sospirare pesantemente. Sapeva che aveva combinato un casino. Si trovava nella merda e continuava a spargerne su tutto e tutti attorno a lui.
-Yev che cazzo combini? Ti stai scopando due ragazze a cui regali dei cazzo di peluche e vai a metterti nei casini con la polizia per una tua amica?!- Mickey era visibilmente alterato. Anzi no, era proprio incazzato.
Aveva sempre saputo che prima o poi la polizia avrebbe bussato alla sua porta per Yevgeny, solo sperava che non fosse stato per rubare un fottutissimo regalo per una ragazza.
-Quasi nei casini...- Lo corresse il ragazzino. -Lo sai che ci tengo a lei.- Sospirò alzando leggermente lo sguardo.
-So che te la vorresti fare.-
-E' più di questo...- Ammise Yev in un mormorio quasi impercettibile.
Il padre sospirò rumorosamente e si sedette sul bordo del letto al fianco del figlio. -Cazzo, sei fottutamente andato per lei dalla prima elementare!- Mickey, a suo malgrado, lo capiva. Sapeva esattamente cosa fosse l'amore, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Rubare per Ian? Lui era andato ben oltre, aveva quasi ucciso un uomo perchè lo stava guardando!
-Pensi accetterà un regalo rubato?-
-Pensi che le dirò che è rubato?- Domandò retoricamente Yev buttando il cuscino lontano sul letto.
-Le mentirai?- Gli chiese Mickey alzando un sopracciglio. -E cosa dirai quando la polizia comincerà a romperti le palle? Lei non vuole che tu ti metta nei casini, lo sai.-
-Ci penserò.- Disse semplicemente Yev scrollando le spalle. -Ma almeno avrà quello che vuole per Natale. Suo padre spenderà tutto nella droga.- La famiglia di Lilith era un vero schifo e lui avrebbe fatto di tutto per renderla felice, per farla sentire a casa, in famiglia. Per farle sapere che c'era qualcuno che teneva a lei, che ci teneva davvero.
-Okay. Stai fottutamente attento però da adesso in poi.- Lo ammonì Mickey con un sospiro. Non poteva rimproverarlo, lo capiva.
Yev annuì con un sorriso di ringraziamento: -Promesso.-
-La prossima volta compra la collana a Lilith e ruba i fottuti peluche.- Gli consigliò prima di alzarsi dal letto facendo leva con le mani sulle ginocchia per tornare a dedicarsi al suo documentario.
Proprio in quel momento altri colpi minacciarono il portone di casa.
-E' Ian, ha lasciato le chiavi in casa.- Lo informò Mickey uscendo alla porta della stanza. -Cerca di non metterti più nei casini per quella ragazzina.- Aggiunse poi facendo un mezzo passo indietro.
-Papà...- Lo fermò Yev con una mano in tasca mentre controllava che la refurtiva fosse ancora al suo posto. -Non dirlo a Ian.- Lo supplicò sollevando il suo sguardo per farlo incontrare con il suo. -Lui è come Lilith, si arrabbierebbe, direbbe che devo pensare al mio futuro e...-
-Perchè noi Milkovich ci innamoriamo sempre di gente per bene, uh?- Lo interruppe Mickey con un sorriso prima di uscire dalla stanza e raggiungere il portone di casa.
Ian gli sorrise imbarazzato.
-Cercavi queste?- Chiese il moro alzando un braccio per mostrare all'altro le chiavi che pendevano dal suo dito.
Ian afferrò le chiavi facendogli una smorfia. -Sai potrei avere un pò di tempo prima di tornare da Liam.- Comiciò il rossino entrando e allungando le mani verso il sedere di Mickey. Doveva ammettere che gli era mancato.
-Yev è in casa... ha combinato qualcosa a scuola.- Lo informò il moro. -E' già in punizione!- Aggiunse ad alta voce in modo che anche il figlio lo sentisse. Si dimenticava sempre di punirlo quando combinava qualche cazzata.
Il ruolo del genitore non aveva mai fatto per lui!
-Allora rimarrà nella sua stanza.- Sussurrò Ian maliziosamente, avvicinandosi all'orecchio di Mickey per cominciare a depositare piccoli e umidi baci sul suo collo mentre lo spogliava della felpa e chiudeva il portone di casa con un piede.
-Mi piace come pensi, tough guy.-
L'angolino di Holly
Salve :)
E niente, Yev è innamorato perso di questa Lilith, la rivedremo in altre OS, ma ovviamente i due sono solamente amici e quindi il "piccolo" di casa Milkovich si da alla pazza gioia con altre ragazze perchè se ha preso qualcosa da Ian è il suo "kicks asses everyday" che Mickey ama tanto. E se ve lo chiedevate: sì, Lilith è la stessa di "Nobody punch a fucking Milkovich".
Lo so che forse l'idea di un Yev ladruncolo e poco incline alla legge non piacerà a molti, ma come ho già detto, è un Milkovich, nato nel South Side, e anche se ha una famiglia che lo adora non sarebbe potuto finire in altro modo. E poi rende il personaggio molto più interessante.
In più ho lasciato qua e là indizi su altre OS (che si ambienteranno nel futuro o nel passato) che avevo in mente di scrivere, dei piccoli spoiler per chi riesce a coglierli ;)
Se avete idee su situazioni che potrebbero succedere o che vi piacerebbe vedere in questa famiglia disfunzionale, promptate pure :)
Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere.
Grazie a tutti per aver letto ♥
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Raised by the Gallavich
FanfikceYevgeny Milkovich poteva definirsi fortunato. Aveva due padri fantastici e una madre dolcissima. Anche se suo padre Ian era bipolare, sua madre Svetlana era una ex-prostituta e suo padre Mickey era un deliquente nonchè un pappone. Insomma una normal...