I'm potty trained, motherfuckers

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Mickey odiava essere l'unico fottuto adulto in casa Milkovich la sera.
Odiava ritrovarsi in casa da solo con suo figlio. Soprattutto se doveva passarci tutta la notte.
Ma Ian era al locale a scuotere quel suo fottuto culo perfetto e Svetlana aveva chiesto la serata libera per uscire con chissà quale delle sue troiette lesbiche.
Sapeva che non si sarebbe addormentato senza la sua stupidissima favola della buonanotte e che avrebbe dovuto sedersi al fianco della sua culla, nel buio, carezzandogli dolcemente i capelli biondi, perchè era così che aveva preso l'abitudine di addormentarsi il piccolo Yev con gli altri adulti della casa. Così diverso da come era cresciuto Mickey. Già era tanto se lui lo trovava un fottuto letto libero in cui dormire.
Erano tutte delle gran cazzate. Si sarebbe addormentato anche senza tutte quelle stronzate.
Ma Ian ci teneva, diceva che sarebbe cresciuto meglio.
Mickey non ci credeva molto, ma aveva già subito per una settimana la punizione dell'assenza da sesso perchè mentre l'altro era fuori aveva dato del gelato a Yev per farlo smettere di frignare quando, evidentemente, non avrebbe dovuto. Ed era stata fottutamente dura non farsi scopare da Ian. L'aveva quasi supplicato alla fine. Non poteva caderci di nuovo.
-Ho il pigiama!- Gridò il bambino spuntando dal corridoio con le mani sui fianchi, mostrando il marchio di Superman stampato sulla sua maglietta con orgoglio.
Quel pigiama era una delle tante cose che la famiglia Milkovich era riuscita a comprare grazie a tutti i soldi che Mickey si era guadagnato uccidendo perfetti sconosciuti in prigione.
Quel pigiama era sporco di sangue, ma a nessuno del South Side sarebbe mai importato. Tanto meno a un bambino che ogni volta che lo indossava sorrideva fiero, credendosi un supereroe.
-Ottimo lavoro, ragazzino...-
-Mi scappa la cacca.- Lo avvisò un Yevgeny improvvisamente rosso in viso.
-Tranquillo hai il pannol...- Cominciò Mickey, ricordandosi, nel bel mezzo della frase che no, Yev non aveva nessun pannolino. Un'altra idea di quei due pazzi che vivevano con lui. Abituarlo ad usare il gabinetto ricordandoglielo ogni oretta circa. Ma Mickey non era abituato a ricordare a nessuno di dover andare al cesso. Molto spesso era lui il primo ad usare i comodi cespugli che spuntavano nella strada dall'Alibi a casa come bagni naturali, per ricordare a tutti i cani del South Side che quel territorio era suo.
-Cazzo! Corri!- Urlò al figlio stendendo un braccio nella direzione della porta del bagno.
-Devi venire anche tu!- Lo informò Yev mentre, con una faccia sempre più rossa, aveva cominciato a saltellare sul posto.
-Cos...?- Cominciò il moro guardando il figlio fare quello strano balletto. -Okay, okay. Muoviti o cagherai sul fottuto pavimento.- Aggiunse in un sospiro quando vide la vena del collo del bambino gonfiarsi come mai prima d'ora.
Non appena raggiunsero il bagno il bambino si abbassò i pantaloni del pigiama per mostrare le mutandine che raffiguravano quattro tartarughe mascherate che si dividevano un'enorme pizza.
-Sono le tartarughe ninja!- Lo informò il bambino notando lo sguardo interrogativo di Mickey che lo fissava con le sopracciglia corrugate. -Sono tutto vestito con i supereroi, così mi proteggono.- Continuò a spiegare il bambino mentre si sedeva sul gabinetto freddo di porcellana.
-Sì, perchè avere delle tartarughe sulle mutande sicuramente terrà lontano i pedofili.- Borbottò Mickey tra sè e sè mentre con un sospiro di rassegnazione si sedeva sul bordo della vasca in attesa che Yevgeny gli desse il permesso di andarsene.
-Chi sono i pedofili?- Chiese interessato il piccolo scalciando i piedini.
-Lascia stare.- Sospirò il moro massaggiandosi il volto con la mano. -Posso andare adesso? Fai con calma.- Mickey tentò di alzarsi dalla fredda ceramica dove si era sistemato.
-NO!- Lo fermò prontamente il figlio con un urlo acuto. -Tu devi stare qui!- Lo informò velocemente.
-Per quale fottuto motivo? Si può sapere?- Sbuffò Mickey prendendo nuovamente posto sul bordo della vasca che, per qualche attimo, aveva sperato di poter abbandonare.
-Nel gabinetto, giù giù in fondo, abita un mostro che se viene fuori ti morde le chiappe.- Spiegò il bambino con aria sapiente e saggia.
-Questa chi te l'ha raccontata?-
-So che sai che è vero. Le ho viste le cicatrici sulle tue!- Affermò il bambino soddisfatto del suo senso d'osservazione, annuendo impercettibilmente con il capo e alzando le sopracciglia bionde proprio come faceva il padre.
-Quelle sono di pallottola...- Sospirò Mickey pesantemente ricordando che l'unico motivo perchè aveva quei fottuti segni sul culo era perchè aveva deciso che il modo migliore per conquistare Ian era rubare un cazzo di orologio a pendolo nella ex abitazione di quello che se lo scopava. E il suo cervello, evidentemente controllato dall'adrenalina che gli aveva trasmesso il bacio appena dato al rosso, il loro primo bacio, aveva pensato che fosse una buona idea.
Sì, una buona idea del cazzo!
Era finito sul tavolo della cucina dei Gallagher con le chiappe al vento e le mani del vecchio viagroide ad armeggiare col suo culo.
-Devo proprio odorarmi tutta la puzza?- Domandò Mickey con un'espressione che sembrava implorare l'uscita da quel bagno che ormai, il moro ne era sicuro, poteva essere usato come arma batteriologica di distruzione di massa.
-Sì! Il mostro ama la puzza e più ce n'è più è facile che arrivi.- Continuò a spiegare il bambino per poi chiudere gli occhi e aggrottare le sopracciglia per cercare maggiore concentrazione.
-Non possono salvarti letteralmente il culo tutti i supereroi che hai addosso?- Sbuffò Mickey. Se doveva spendere tutti quei soldi in vestiti che riportassero il simbolo di qualche uomo dalla forza straordinaria o di rettili con bandane colorate e ingordi di pizza, che almeno servissero a qualcosa.
-Tu sei il mio supereroe preferito.- Disse semplicemente il bambino con gli occhi incatenati in quelli del padre, che condividevano lo stesso colore azzurro del cielo. -Fatta tutta!- Lo informò infine.
Mickey non sentiva più nulla.
Nè la puzza infernale che intasava il bagno di casa Milkovich, nè le urla di vittoria del bambino. Il suo mondo era stato assorbito dalle parole che il figlio aveva pronunciato.
Non si era mai sentito così prima d'ora.
Nemmeno con Ian.
Per la prima volta nella sua vita, qualcuno aveva pensato a lui come qualcuno che salvava delle vite, qualcuno che si impegnava perchè il prossimo potesse essere felice, e non vendendogli della droga.
Mickey sentì gli occhi pizzicare e inumidirsi ma diede la colpa al forte odore che proveniva dal gabinetto. Si umettò le labbra e sorrise al figlio che ancora seduto sul suo trono di porcellana esultava urlando al mondo la sua gioia: -Non sono più un cagasotto! So fare la cacca nel water dei grandi!-




L'angolino di Holly
Salve :)
Perchè ho pensato che Mickey avesse bisogno di sentirsi importante per qualcuno. E soprattutto perchè non sa cosa significa essere padri, perchè, siamo sinceri, non ne ha mai avuto uno. Quindi mi dispiace se non sono comparsi ne Ian ne Svetlana, ma come capirete molto presto, Mickey è uno dei miei personaggi preferiti della serie e pensavo avesse bisogno di un momento padre/figlio. In più penso di aver approfondito il loro rapporto e sciolto un pò il cuore di Mickey nei confronti di Yev.
Tranquilli per la prossima OS torneranno tutti in grande stile!
Per quanto riguarda le mutande di Yev, sì, sono un poco velato riferimento al film delle tartarughe ninja dove, appunto c'è Noel (e per quest'idea diamo la colpa a Isidora e del suo profilo instagram).
E poi sì, ho deciso di seguire la serie e quindi avremo un Yev biondo, come se fosse figlio di Noel invece che di Mickey. L'idea di avere un Yev moro, come il padre, mi piaceva da morire, ma dato che sarà molto simile al Milkovich che amiamo ho pensato di differenziarlo almeno in questo.
Se avete idee su situazioni che potrebbero succedere o che vi piacerebbe vedere in questa famiglia disfunzionale, promptate pure :)
Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere.
Grazie a tutti per aver letto ♥

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