Look me.

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Erano quasi le 03:00 del mattino ed Harry non sapeva bene cosa fare. Era tornato a Londra nel pomeriggio, aveva passato tutto il tempo a casa di Nick a parlare del più e del meno, ma la verità è che non aveva il coraggio di tornare a casa e rivederlo.
"Magari mi griderà di andarmene" "Forse sta con lei!" pensava.
Si fecero quindi le 03:10, a Londra faceva freddo e non c'era più nessuno per le strade. Decise allora di incamminarsi verso casa.

"Cristo, apriti." borbottava infreddolito.
La porta si aprì ed Harry cercò di fare meno rumore possibile, fallendo miseramente.
Louis era lì, in piedi, con una bottiglia di vodka in mano. I suoi occhi erano diversi, non erano più di quel blu che Harry tanto amava ed ama ancora, erano di un rosso intenso.
Il silenzio svanì, Harry decise di parlare.
"Che ci fai sveglio a quest'ora?" sussurrò così piano che Louis lo sentì a malapena.
"Beh Styles, posso fare la stessa domanda a te, no?" Louis sentì il sangue ribollire nelle vene alle sue stesse parole, non era più deluso come tre giorni fa, si sentiva arrabbiato.
"Puzzi di alcol, Cristo. Se vuoi diventare un alcolizzato fallo fuori dalla nostra fottuta casa." Harry cacciò queste parole velocemente, così tanto che si accorse solo dopo di aver sottolineato 'nostra casa'.
Louis non si reggeva in piedi, era troppo stanco per colpa dell'alcol, ma non voleva finire lì la loro discussione, non ora.
"Ti sei divertito sullo yacht insieme a Kendall? Perchè non mi hai invitato, Styles? Potevo portare qualche mia amica." finse un sorriso per provocarlo, voleva ottenere una sua reazione e ci riuscì.
"Mi fai solo schifo. Non so manco perchè cazzo io stia ancora quì come un coglione ad aspettare che tu cambi per me!" l'ultima frase finì con un singhiozzo strozzato da parte di Harry, non poteva piangere davanti a Louis. Non poteva farsi vedere come un ragazzino di 16 anni, non più.
"Sai una cosa? Visto che ci tieni tanto a Danielle, stai con lei. Prenderò la mia roba e me ne andrò. Non preoccuparti Tomlinson." sorpassò quest'ultimo e andò nella loro stanza per prendere i suoi vestiti.
Louis nel frattempo l'aveva raggiunto e stava osservando ogni suo movimento.
"C-Che stai facendo, Harry?" sussurò più a se stesso che a lui.
"Non vedi, Louis? Sto prendendo la mia roba, hai ottenuto quello che volevi." chiuse la valigia e si diresse verso la porta.
"Fammi passare." disse Harry con voce stanca e tremolante, non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi.
Louis lo notò subito, come erano passati dal cercare i loro sguardi tra la gente a questo? Quando e come era successo? Il silenzio diventò di nuovo imbarazzante, era troppo, qualcuno doveva fare o dire qualcosa.
"Guardami." sussurrò Louis, intento a guardare le labbra del suo (ex-) fidanzato.
"I-Io..non posso, Louis no.." scoppiò a piangere, ancora una volta si fece vedere debole davanti ai suoi occhi.
"Harry shh, va tutto bene okay? Ci sono io amore, ci sono io." e lo abbracciò, Louis abbracciò Harry dopo due settimane, ma a lui parve una vita intera. Ed Harry si sentì bene, si sentì in pace con se stesso, si sentì..completo.
Decise di guardarlo, di guardare i suoi occhi e poi le sue labbra e Cristo lui pensò di essere così fortunato ad averlo e che non sarebbe mai più andato via dalla sua casa.

"Lui era il mio nord, era il mio sud, era l'oriente e l'occidente, i miei giorni di lavoro, i miei giorni di festa, era il mezzodì, la mezzanotte, la mia musica, le mie parole."
- Wystan Hugh Auden.

Wherever you will go || Larry Stylinson OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora