I 74^ HUNGER GAMES SE KATNISS E PRIM SI FOSSERO ODIATE A VICENDA [in revisione]

Capitolo 7 Prim La sessione privata

È già mattina. Chissà cosa avrà detto mia sorella del mio vestito alla sfilata... Forse avrà ammesso che mi stava proprio bene.

Comunque oggi comincia l'allenamento. Prendo l'ascensore e scendo al piano –3, quello del centro di addestramento, insieme a Peeta. Appena le porte dell'ascensore si aprono mi rendo conto di non poter vincere contro persone come quelle. Ne potrei battere due o tre ma non di più. Atala, la capo istruttrice del centro di addestramento, ci spiega tutte le postazioni, da quelle delle armi a quelle delle tecniche di sopravvivenza, e ci consiglia di non sottovalutare l'importanza di queste ultime. Detto questo l'allenamento comincia. I favoriti, quelli dell'1 e del 2, ovviamente si fiondano nelle varie postazioni di combattimento. Io ho deciso di andare in quella dei nodi. Lì trovo Max, il ragazzo del 4, ed una bambina che dice di chiamarsi Rue. Max ed io cominciamo a parlare, ma Rue rimane in disparte. Non mi piace molto... I suoi capelli scuri mi ricordano Katniss e questa non è una cosa buona. Dopo aver fatto una decina di inutili nodi di tipo diverso, vado con Max alla postazione del combattimento con le spade. Facciamo entrambi schifo, ma, prima di poter ricambiare postazione, un segnale acustico ci fa capire che il tempo è scaduto e che dobbiamo ritornare nei nostri appartamenti. Saluto Max e, appena entrata nella mia camera, mi butto sul letto e resto KO fino alla mattina seguente.

Nei sei giorni successivi mi accorgo di essere brava nel riconoscere le piante velenose e un po' anche nel lancio dei coltelli. Poi, però, arriva il giorno della sessione privata.

Aspetto il mio turno per un paio di ore, anche se a me sono sembrati anni. Poi una voce urla - Primrose Everdeen. Distretto 12.- ed io entro.

Una buona metà di "giurati" neanche mi guarda e per me è meglio così. Vado alla postazione delle piante e divido giustamente quelle velenose da quelle commestibili. Poi prendo un paio di coltelli e li lancio ad un manichino. Punto sempre al cuore anche se la prima volta il coltello va a finire sullo stomaco e la seconda non sfiora neanche il manichino. Mi congedano.

Be' meglio di niente mi dico. Spero almeno in un 6.

Poi mi siedo nel divano accanto ad Haymitch ed aspetto il voto che significherà possibilità di vita o morte sicura.