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Michael si svegliò verso le sei del pomeriggio seguente. La cosa strana per lui era che non aveva minimamente fame. Giulia era andata a seguire uno degli ultimi corsi all'università e Federico aveva preferito non svegliare il riccio che dormiva beatamente, quindi aveva lasciato le tapparelle abbassate in salotto. Il tatuato invece sedeva in cucina con un block-notes davanti a sé e alcune rime inconcludenti scritte tra le righe. La penna a sfera che aveva tra le dita oscillava su e giù. Erano ormai tre anni che si era avvicinato al rap grazie agli amici del Muretto, che gli avevano anche insegnato il freestyle. All'inizio lo trovava difficilissimo, ma quando il suo glossario di rime si era decisamente allargato, aveva vinto moltissime sfide contro i suoi amici. Purtroppo non sembrava comunque esserci sbocco per lui nell'ambiente musicale: aveva mandato demo su demo a centinaia di case discografiche, ma veniva respinto ogni volta. Era quello il motivo per cui i suoi rapporti con la madre si erano inclinati, di recente: lei avrebbe desiderato un figlio con la testa sulle spalle, magari uno studente universitario come Giulia, e invece Federico non faceva che scrivere le sue rime su dei fogli e comporre beat al computer. Non che sua madre, Tatiana, avesse chiuso definitivamente con lui, ma una certa freddezza era nata tra di loro. Perciò Federico dedicava sempre più tempo alla musica: voleva portare dei risultati concreti a sua madre, così da ristabilire i rapporti con lei.

Il riccio arrivò in cucina con gli occhi ancora assonnati, i capelli che sembravano avere vita propria e la coperta blu elettrico avvolta attorno al corpo.

«Ehi, buongiorno!» Lo prese in giro Federico, vedendolo arrivare quasi come uno zombie.

«Anzi, no buonasera» si corresse subito. «Sono le sei passate!»

Michael sbuffò per la tarda ora, aveva praticamente saltato colazione e pranzo - non che avesse fame, comunque.

«Poso farmi un thè?»

«Certo. Ah, Giulia ti ha lavato anche i vestiti, puoi rimettere quelli dopo la doccia.»

Il riccio annuì mentre prendeva una tazza con scritto "Merry Xmas" e riempiva un pentolino con dell'acqua.

«Giulia è fantastica. Ora capisco perché tu non voleva lasciarla.»

Federico annuì sorridendo. Sì, Giulia era fantastica davvero. Nonostante tutto.

«Mi dispiace che io vi sto disturbando così tanto. Ogi vado a prendere le mie cose da Danny e cerco un bed and breakfast

Il tatuato lasciò cadere la penna sul foglio e si girò a guardare Michael che fissava l'acqua nel pentolino.

«Guarda che puoi benissimo restare qui, non ci dai alcun fastidio. È stupido che tu debba spendere soldi quando puoi stare qui. Davvero, non è un problema.»

Michael sorrise. Più che restare lì per non spendere soldi, ci voleva stare perché i due ragazzi erano gli unici amici che aveva e si sentiva maledettamente solo.

«Voi italiani siete sempre così ospitali...»

«Oh, andiamo. Scommetto che anche tu avresti fatto ugualmente, al posto mio.»

Michael gli rivolse quell'espressione col naso arricciato che Federico trovava dannatamente adorabile e buffa.


Dopo il thè e la doccia, Michael non era comunque riuscito a nascondere le occhiaie. Fortuna che perlomeno l'orribile segno violaceo che restava del succhiotto di Danny era ben nascosto dal colletto della camicia.

«Vado da lui» sussurrò Michael. «Vado solo a prenderre le mie cose.»

Lo disse più a sé stesso che a Federico. Lui non aveva alcuna intenzione di chiarire con il biondo.

Potremmo respirare sott'acqua {Midez, AU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora