Michael era immobile a fissare la scena, gli occhioni spalancati e nessuna emozione che sembrava attraversare il suo volto. In realtà la sua mente stava elaborando mille teorie e risposte contemporaneamente.
Allora era quello che Federico gli teneva nascosto prima, quando guardava continuamente lo schermo del cellulare?
Da quanto tempo andava avanti quella storia?
E poi perché con Marco? dove aveva sbagliato? cosa non aveva saputo dargli?
Forse lui era sempre stato di troppo.
Si era illuso che un disastro come lui potesse davvero far colpo su un ragazzo perfetto come Federico, e quello era il risultato.
Lo aveva ingannato, sempre.
Probabilmente adesso Federico gli avrebbe riso alle spalle, insieme a Marco.
Che bel quadretto.
Michael neanche se ne rese conto, furono le sue gambe a portarlo lontano da lì. Camminò senza neanche rendersene conto, mentre Federico continuava a ripetergli che gli dispiaceva. Non stava tentando di giustificarsi, di rincorrerlo, di fargli capire che non era come pensava. Semplicemente gli dispiaceva.
Michael si ritrovò fuori dal locale senza neanche la sua giacca, che stava ancora all'appendiabiti custodito della discoteca. Si trovò nel freddo milanese, reso ancora più gelido dal fatto che fosse solo. D'un tratto si fermò rendendosi conto che aveva camminato fino in fondo alla strada fuori dalla discoteca. Un forte singhiozzo gli fece temporaneamente mancare l'aria e portò una mano al viso, stringendo gli occhi.
Solo allora realizzò davvero che Federico gli aveva fatto quella cosa orribile, che l'aveva ingannato per chissà quanto tempo, che ogni volta che lo accarezzava, toccava o baciava non lo desiderava mai sul serio. Le lacrime caddero come grosse gocce senza controllo e si infransero contro i suoi abiti e sul pavimento, lasciando delle grosse chiazze grigiastre laddove si fermavano. Sentiva un dolore al petto e all'altezza dello stomaco; gli girò leggermente la testa, ad un certo punto, motivo per cui dovette sedersi sul basso gradino del marciapiede.
Passeggiava poca gente, a quell'ora, per quella strada. Tuttavia una giovane ragazza bionda dal trench beige gli si avvicinò preoccupata.
«Va tutto bene? Si sente male?»
Domandò allarmata.
Michael avrebbe voluto dirle che andava tutto male, invece, che era solo e che era stato tradito dall'unica persona da cui non se lo sarebbe mai aspettato.
«Sto bene» biascicò soltanto asciugandosi inutilmente gli occhi, che gli si appannarono nuovamente.
La ragazza esitò nel sederglisi accanto ma lo fece, sfiorandogli con delicatezza una spalla.
«Devo chiamare qualcuno?»
Il ragazzo scosse la testa facendo ondeggiare i ricci castani leggermente sudati per aver ballato in discoteca. Nascose il volto tra le mani e continuò a piangere e singhiozzare. La ragazza gli accarezzò la schiena delicatamente.
«Posso aiutarti in qualche modo?»
Stavolta il tono della ragazza non era più allarmato, solo triste.
«No» sussurrò.
La ragazza tirò le labbra rassegnata e si alzò in piedi. Frugò nella sua tasca e ne estrasse il suo biglietto da visita da assistente fotografa, su cui era scritto il suo numero di cellulare.
«Beh, se hai bisogno di qualcuno con cui parlare...»
Si abbassò sul riccio e poggiò sul marciapiede accanto a lui il biglietto, poi si allontanò a passo lento.
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Potremmo respirare sott'acqua {Midez, AU}
FanfictionLe vite di Michael e Federico si incrociano per caso, in un bar, e da quel momento molte cose non saranno più le stesse. Midez, AU.