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Harry era molto emozionato e non vedeva l'ora di partire per due settimane con la sua ricca famiglia verso uno dei posti più belli al mondo, o almeno così sentiva dire in TV, le isole Hawaii.
Il giovane diciottenne si era documentato su tutto: cosa avrebbe dovuto portare, come si sarebbe dovuto vestire, il tipo di vegetazione che era presente e la fauna che viveva in quelle isole. Era eccitatissimo, sapeva che quella vacanza non l'avrebbe mai dimenticata.

«Allacciare le cinture di sicurezza, stiamo per decollare

Disse una hostess con un piccolo microfono.
Harry si agitò sulla sedia morbida della prima classe e sua sorella Gemma - che sedeva accanto a lui - gli sorrise, prendendo la sua grande mano, ornata da anelli sull'indice e sull'anulare sinistro.
«Sta' tranquillo Harry, andrà tutto bene,» ridacchiò lei stringendogli la mano e tracciando linee immaginarie su di essa con il pollice.
Fisicamente erano incredibilmente simili, i due.
Stesso sorriso, stesse fossette, stesso taglio degli occhi, stessa statura.
L'aereo finalmente decollò e Harry si passò più volte una mano fra i lunghi e boccolosi capelli castani.
«Finirai per diventare come Rapunzel, Harry.» lo prese in giro la sorella, pizzicandogli la punta del naso con le prime due dita.
«Non me ne importa, a me piacciono così e ho sempre un certo fascino.» si pavoneggiò il ragazzo.

Harry era sempre stato un ragazzo poco timido, molto spavaldo, testardo ed era il classico gentiluomo inglese che tutte le donne amavano. Non si vergognava affatto di essere se stesso e aveva imparato ad accettare e ad amare la persona che era.

I suoi occhi verde smeraldo avrebbero fatto cadere ai suoi piedi tutti i ragazzi e ragazze, anche se non si interessava di quest'ultime.
Quegli occhi intimidatori e profondi facevano perdere chiunque in essi.
Harry alzò lo sguardo e lo portò verso il monitor dove era illustrato il tragitto che stavano percorrendo e che dovevano percorrere nelle prossime ore.
Non era la prima volta che volava in aereo, ma aveva sempre paura.

Suo zio Carl, il fratello di suo padre, si era occupato di mandare avanti la grande azienda di famiglia, la Styles Enterprise, a Londra mentre loro erano via.

La ricca famiglia Styles era conosciuta in tutta la capitale inglese, grazie alla loro partecipazione a tutte le donazioni per i bambini malati o poveri.
Avevano adottato due ragazzini africani a distanza e li crescevano mandando loro soldi e loro fotografie ogni mese.

Harry era molto orgoglioso della sua famiglia e amava ognuno di loro.
Aveva trascorso una bella infanzia e una bella adolescenza, presto avrebbe preso il posto di suo padre come direttore dell'azienda di famiglia e ne andava fiero.
Non gli mancava nulla, o almeno così credeva.

Le prime tre ore di volo furono noiose e le passò dormendo, canticchiando canzoni con i suoi famigliari, mangiucchiando qualche snack fornitogli dalle hostess, le quali spesso allungavano lo sguardo per vedere oltre la sua camicia di seta semiaperta, o strizzavano un occhio nella sua direzione.
Ma ad Harry non interessavano, e anche se fosse stato così non avrebbe fatto sesso con loro in aereo perché non era uno di quei tipi.
Le persone non erano oggetti, diceva.
Tutti avevano dei sentimenti e, secondo Harry, il sesso era un momento troppo intimo nella vita di un essere umano per essere condiviso con un estraneo.
Nella sua vita il sesso non esisteva. Per lui era amore, e l'aveva fatto solamente con l'unico ragazzo che amò davvero.

«Oh, che bello, c'è una coppia di sposi in viaggio di nozze di là.» disse sua madre, Anne, ritornando tutta contenta nel settore della prima classe. Harry amava vederla così felice e spensierata.
Anne era una donna sempre allegra, era una di quelle che si fanno in quattro per aiutare gli altri ed era anche molto testarda.
«Passeranno una bella luna di miele alle Hawaii.» rispose Harry ridacchiando, contagiato dalla positività della donna.
«Oh sì, la sposa è molto emozionata infatti.»
«E lo sposo?» riprese il riccio facendo ridere la sorella, che borbottò qualcosa di incomprensibile sull'omosessualità del fratello.
«Be', credo che è-»
La voce della donna venne interrotta da un forte botto che fece esplodere il cuore di Harry dalla paura improvvisa.
Ci furono dei sussulti anche negli altri settori.
«Che-che cosa sta succedendo?» chiese, spaventato, ad una hostess, dopo che un tremolio sinistro fece eco nell'aereo per ben tre volte.
«Vado subito dal pilota. State tranquilli.» si affrettò a dire la ragazza.
Pochi secondi dopo ci fu un'altra scossa forte che fece traballare la struttura. Molti oggetti delicati caddero, rompendosi in migliaia di pezzettini ai piedi del ragazzo riccio.
Gemma strinse la mano di Harry e Anne quella di suo marito.
Avevano paura.
«Allacciare le cinture e mantenere la calma disse l'hostess con il microfono.
Il respiro di Harry si fece sempre più irregolare e affannoso.

The Island || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora