VI

228 37 25
                                    

"Cause this love is only getting stronger."

"They don't know what you've done to my heart."

-They don't know about us; One Direction.

«Attento a dove metti i piedi.» disse Louis mentre apriva il sentiero ad Harry, che camminava dietro di lui.
Calpestavano la terra bagnata, affondando le loro scarpe ormai sudice nelle pozze d'acqua melmosa.
«C'è una puzza terribile che si fa sentire di più man mano che andiamo avanti.» disse Harry fermandosi un po' a riposare.
Si massaggiò il polpaccio che non si era ancora abituato a sforzi. Louis lo guardò e accennò un sorriso.
Harry notò la barba che cresceva sempre di più sul suo volto magro.
Le guance si erano incavate leggermente e i capelli coprivano tutta la fronte come una fascia castana.
«Lo so, sembra una palude.»
Un ronzio si avvicinò presto alle orecchie di Louis, il quale si voltò e colpì con la scarpa, contro il tronco dell'albero più vicino, una vespa di discrete dimensioni.
«Woah, come hai fatto?» disse Harry abbastanza impaurito e sbalordito.
Louis fece spallucce e disse «Abitudine. A casa mia ce ne erano molte e facevo a gara con mio cugino di chi ne ammazzava di più entro un quarto d'ora.»
«Hai avuto una bella infanzia, Lou?»
Al ragazzo liscio venne di nuovo quella sensazione allo stomaco non appena pronunciò quel nomignolo, ma tutto crollò a causa della parola infanzia.
«Abbastanza. Non mi posso lamentare, ci sono storie davvero gravi e io ero un bambino fortunato anche solo per aver avuto una casa dove abitare.»
«Tu l'hai passata splendidamente immagino, non è così?» continuò Louis con la sua tipica aria da so-tutto-io.
«Anche io ho avuto i miei momenti brutti, ma ho vissuto una vita felice e ho intenzione di continuare a farlo.»
Louis sbuffò.
«Secondo me, Harry, tu ti illudi troppo. Credi che la vita sia sempre così disposta per te,» aggiunse per poi rimettersi in cammino, «credi sempre che vada tutto per il verso giusto,» il riccio lo seguì silenziosamente e spostò una liana che intralciava il loro sentiero, «credi sempre che tutti abbiano una possibilità di avere del bene nella propria vita,» Louis gemette dal dolore non appena una piccola spina gli graffiò la gamba sinistra, ma continuò. «Credi sempre a tutto questo mare di cazzate che probabilmente ti è stato messo in testa dai tuoi genitori.»
«Non è così Louis, sei solo invidioso perché ho avuto una famiglia unita che mi ha voluto bene per ciò che sono.»
Louis lo fulminò con lo sguardo senza negare nulla dato che sapeva che aveva ragione il riccio.
«In ogni modo, ti illudi su tutto. La vita non è come la pensi tu. Non è sempre tutto rose e fiori.»
«Lo so, Louis. Lo so che non è tutto rose e fiori.»
«No, a me pare proprio che tu non lo sappia, dato che hai sempre avuto tutto su un piatto d'argento, dato che hai sempre avuto un padre sobrio in casa e una madre amorevole, dato che hai potuto scegliere chi amare
«Questo non significa che non ho avuto problemi, Louis.» Harry rimase profondamente ferito. Non gli piaceva il comportamento che Louis aveva nei suoi confronti. Era così lunatico.
«Nella mia città tutti vi invidiano. Tutti conoscono la grande famiglia Styles di Londra.» canzonò.
«Vi ho sempre invidiato così tanto Harry, e mi dispiace. È che tu hai sempre avuto ciò che io desideravo: una famiglia ricca e amorevole con tutti, un dolce padre e una madre accogliente.»
Harry stette in silenzio e continuò a seguire il meraviglioso e lunatico ragazzo davanti a sé.
«Mi dispiace per averti ferito.» disse poi quest'ultimo voltandosi improvvisamente, facendo sbattere di conseguenza il petto muscoloso di Harry contro il suo mingherlino.
«Louis lo sai che anche tu meriti del bene. Sai che diceva sempre mia madre? Prima o poi il bene e il male si troveranno davanti ad una bilancia che esigerà solamente la parità. Questo significa che se c'è troppo male nella vita di qualcuno, prima o poi arriverà il bene a rimettere le cose in parità.»
Louis scosse la testa sorridendo.
«Nella mia vita non è mai successo. Le cose non sono mai state giuste, alla pari.»
«Che ne sai tu se il bene sta arrivando?»
«Sì certo, sta arrivando su un cavallo bianco con tanto di vestito azzurro.» lo prese in giro e gli colpì scherzosamente il petto.
«Tu mi confondi un sacco, Louis.» affermò.
«Che intendi?» rise continuando il loro cammino verso chissà quale parte dell'isola.
«Un minuto sei sorridente e quello dopo sembra che ti abbia morso un cane rabbioso.» entrambi risero.
«Ho ripreso da mio padre.» disse Louis attendendo che il riccio camminò al suo fianco.
«Tu mi confondi un sacco, Harry.» riprese poi il ragazzo dagli occhi azzurri, facendo un cenno con il capo verso di lui.
Harry sorrise e Louis dovette distogliere lo sguardo da quel paradiso terrestre che era il suo sorriso.
Fece un profondo respiro per calmare il battito del suo cuore e si picchiò mentalmente per quanto si sentiva diverso e pieno di ormoni.
Harry lo faceva sentire diverso, in tutti i sensi.
«Ed è una cosa positiva?» domandò il riccio.
Louis strinse le labbra in una linea sottile per poi inumidirle con lingua.
Harry osservò attentamente i suoi movimenti.
«Non lo so, ma qualunque incantesimo tu mi stia facendo, sta funzionando. Fottuto riccone.» disse facendo scoppiare tutti e due in una risata fragorosa.
I due arrivarono di fronte ad un dirupo di una profondità di circa trenta metri.
«E ora?»
I due si guardarono intorno, alla ricerca di qualcosa che gli sarebbe potuto tornare utile.
«Harry sto morendo di fame.» disse improvvisamente Louis.
Il riccio si portò una mano sulla fronte per fare ombra sui suoi occhi verdi, in modo da non permettere alla luce del sole di colpirli in pieno per oscurargli la vista.
«Louis guarda! Cazzo, Louis guarda lì giù!» esclamò indicando l'albero più grande a circa un chilometro da loro.
«Cosa c'è?!» il liscio gli si buttò addosso per vedere.
Si mise sulle punte per raggiungere la sua altezza, posò le mani sulle sue spalle e la guancia destra si trovava accanto alla sinistra di Harry.
Le loro delicate pelli quasi si sfioravano.
«Guarda sopra l'albero, in mezzo ai rami!»
Louis si fece più vicino, ma poi lo guardò confuso.
I due ragazzi si erano portati dietro i due coltellini, la bussola e la pistola per gli SOS.
«Tra i rami c'è una cabina di lamiera!» disse Harry eccitato, la sua speranza non finiva mai.
Era una persona molto positiva e trovava sempre la speranza di andare avanti, la speranza che tutto sarebbe andato per il verso giusto.
Sua madre Anne era così.
Solare, allegra, ottimista.
«Cazzo, non può essere vero.» mormorò Louis a bassa voce.
Harry si voltò verso di lui e sorrise ampiamente mettendo in mostra le sue fossette.
«Prima che cali la notte, andiamo lì.»
I due camminarono il più velocemente possibile, Harry spesso si poggiava su Louis a causa del suo polpaccio mal funzionante.

The Island || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora