XVIII

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Parte seconda

«Harry! Harry svegliati!!» Louis gli scosse le spalle fortemente e gli prese la testa fra le mani, intrecciando il loro sguardo. Il blu fece un tuffo nel verde, stavolta.
Harry si mise a sedere di scatto tutto sudato e completamente confuso.
«Sono andato un attimo a raccogliere dei frutti, credo che siano, in quel cespuglio lì dietro e ti ho sentito gridare. Pensavo che fossero tornati a... prenderti.» disse preoccupato sfiorando delicatamente la nuova e strana cicatrice.
«C-cosa gridavo?»
«Gridavi: “No Nick, non è vero!” e hai continuato ad urlarlo finché non ti ho svegliato.»
Harry si mise una mano sulla fronte e pianse. Non seppe il motivo, ma lo fece.
«E le provviste? Ci sono le provviste nello zainetto?» domandò disperato, frugando alla rinfusa all'interno di esso.
«Harry, non c'è nessuna provvista...» rispose sconsolato Louis, mentre gli accarezzava la fronte e gli toglieva delicatamente l'oggetto dalle mani.
«Mi stanno combinando qualcosa, quegli esseri.» disse tra i singhiozzi.
«Io continuo a sognarli.» disse Louis.
Fece una pausa.
«Sono nella foresta, sto cercando qualcosa ma quando mi sveglio non ricordo mai cosa, e corro. Corro velocemente, inseguito da quest'ombra.»
Harry non rispose, abbassò la testa notando in seguito quanto i suoi capelli fossero cresciuti.
«Quest'isola ci sta facendo impazzire.» disse poi.
«A volte mi sento osservato... Come se potessero guardarci da ogni cazzo di punto in cui ci troviamo.»
Louis sbuffò, dando ad Harry cinque di quei frutti rossastri.
«Sicuro che non sono velenosi?»
«Ho visto due uccelli nutrircisi, quindi non credo che lo siano.»
Harry ne mise un paio sulla lingua.
«Mmh, sono dissetanti!!» esclamò il ricciolino masticandoli.
Dopo aver fatto questa - per così dire - colazione, Harry disse che sarebbe dovuto andare in riva al mare per cercare di prendere del pesce.
«Ma ci abbiamo messo del tempo per salire quassù, Harry. Non è stata una passeggiata. Ci vuole del tempo e in più devo rimettere a posto la radio, è fondamentale per noi, è una speranza di salvezza Harry.»
«Vuoi morire di fame allora?» controbatté.
«Ti ho detto che ci sono degli uccelli lì. Li mangeremo.»
«Come se cacciarli fosse una cosa da nulla.» ribatté Harry.
«Fai schifo a pescare. Ti ricordi quando c'era Ashton? Sei quasi stato aggredito da un cucciolo di squalo.»
Harry lasciò morire lì la conversazione perché sapeva che con Louis era inutile continuare a battibeccare, e per di più era nel torto.
«Mi baci?» disse poi.
«C-cosa?» Louis rimase sorpreso dalla richiesta improvvisa di Harry.
«Ho detto, m-»
«Sì, sì, ho capito cosa hai detto. Ma perché?» chiese stupito e confuso.
«Perché ho bisogno di sentire le tue labbra sulle mie.»
Louis sorrise e arrossì leggermente.
La loro strana relazione era un'altalena, o anche peggio, una montagna russa.
Saliva su in cima e poi sprofondava giù, ma solo per darsi la spinta per affrontare un pericoloso giro della morte.
Louis si sedette a cavalcioni su di lui e infilò le dita fra i suoi ricci capelli.
«Avanti Louis, baciami.»
Harry non si sarebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stato lui a pronunciare quella frase.
«Ma devo cercare di aggiustare la radio...»
«Oh, forza Louis. Solo un bacio.» rispose Harry palpandogli il sedere.
«Uno solo?»
«Uno solo.» confermò Harry con occhi luccicanti e pieni di lussuria.
Louis scosse le spalle e non se lo fece ripetere due volte.
Si scaraventò sulle sue labbra con una violenza assurda, mordendo il suo labbro inferiore ad ogni bacio, che si moltiplicarono ad ogni respiro preso.
Tra le loro gambe qualcosa iniziò a prender vita, stimolando ancora di più le loro improvvise voglie selvagge.
Non sapevano spiegarsi il motivo di quell'eccitazione istantanea perché, andiamo, chi è che penserebbe al sesso in un'isola deserta senza cibo né acqua?

Louis lo fece stendere sulla terra umida e abbassò la mano sul suo basso ventre, per poi viaggiare sul suo membro bisognoso di attenzioni, mentre la sua bocca succhiava il suo capezzolo destro.
Harry gemette con la sua roca voce quando Louis iniziò a massaggiargli con più voracità il pene.

The Island || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora