XVI

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Il silenzio che incombeva in quella parte dell'isola era inspiegabilmente inquietante e misterioso.
Nessun uccello volava di lì, nessun rettile strisciava sotto le foglie e nessun insetto era poggiato sui tronchi degli alberi. Tutto taceva e i due ragazzi osservavano tutto ciò spaventati.
Louis fece un passo in avanti verso il muso dell'aereo, con l'intento di studiare quei cerchi rossi.
«Ma sono perfetti...» osservò, «Harry vieni un attimo qui.» continuò e il riccio ubbidì senza esitare.
«Cosa potrebbero signific-»
«Sh.» lo zittì Louis.
Harry cercò di nascondere il fastidio causatogli dall'atteggiamento del liscio inspirando a fondo ed espirando lentamente.
Una volta raggiunta la parte dell'aereo, Louis avvolse il bacino di Harry e lo avvicinò ad uno dei tanti cerchi.
«Guarda un po'. Sembrano uguali...»
Harry era spaventato, non voleva entrarci per niente in quella faccenda.
«Tutti i cerchi sono uguali, Louis. È un caso che quello sul mio bacino è-»
«Il caso non esiste, Harry. Se una cosa deve succedere, allora succede. Non importa quante sono le cose che la ostacoleranno, quella cosa succederà. E poi guarda, tonto, hanno lo stesso diametro.»
«Però non trattarmi male...» sussurrò Harry guardandolo negli occhi.
Louis aveva uno sguardo di pietra e guardare quello da cane bastonato di Harry lo fece sentire in colpa per il suo comportamento.
Il liscio sospirò e chiuse gli occhi, accarezzando la pelle di Harry con la mano, la quale si trovava ancora sul suo bacino.
«Scusami Harry. In realtà non è quello che voglio.»
«Cosa?»
«Trattarti male, intendo. Non è quello che voglio.»
«E perché lo fai? Fa male, Louis.»
«Dovresti fregartene di quello che penso di te. Perché ti importa così tanto?» disse pacatamente.
Harry aprì la bocca per rispondere, ma poi si fermò e si guardò intorno con la sensazione che qualcuno li stesse spiando, che qualcuno li stesse ascoltando.
«Perché? Perché ti amo, Louis.» disse poi.
Sputò il rospo fin troppo trattenuto, finalmente.
Alcuni secondi di silenzio pieni di confusione e stupore seguirono quella frase.
Louis non se lo aspettava, non si aspettava che quelle parole sarebbero cadute a terra dalla sua morbida bocca come una valanga di neve fredda.
Louis anche lo amava. Lo amava tantissimo, in realtà, più di quanto facesse Harry.
Ma non riusciva a dimostrarlo, era più forte di sé. Si era rinchiuso in se stesso e faceva difficoltà a dimostrare i suoi sentimenti.
Louis aveva l'impressione di trovarsi in una stanza con le serrande abbassate e la porta chiusa di cui aveva perso la chiave. Frugava nel buio alla ricerca di essa, ma senza risultato. Perché? Perché a causa della sua superbia si ostinava a farlo da solo.
«Non dici niente?» la voce roca e un po' traballante di Harry lo riportò alla realtà.
«H-Harry io...» balbettò l'altro, che venne subito interrotto.
«So che probabilmente non ricambi nel senso in cui intendo io e va bene, sono costretto ad accettarlo. Ma tutto quello che abbiamo passato? Tutte quelle notti in cui ci siamo confortati, non valgono più niente? O non hanno mai avuto un valore?»
«No, no, no, non è così. » si affrettò a rispondere.
«Non è così,» ripeté più cautamente, guardandolo negli occhi suoi verdi.
Sospirò.
«E allora come? Spiegamelo perché io davvero non ti capisco.»
«Harry questo non è né il momento né il posto giusto per dirtelo, per parlarne.»
«E allora quando vorresti farlo e dove, sentiamo.»
«Non lo so, ma di certo non qui! Non so se è una mia impressione, ma qui non siamo soli. Sai di cosa parlo. Quella cosa esiste, io l'ho vista.»
«Ma cosa c'entra adesso?»
«Entriamo.» tagliò corto Louis per scappare da quella situazione.

E anche questa volta se l'era scampata nel dire la verità ad Harry.
Oh, come avrebbe voluto dirglielo però.
Quel finto cuor di leone aveva paura di smascherarsi, di denudarsi davanti a quel verde speranza.
«C'è puzza di morte qua dentro...» disse Harry camminando, mentre cercava di evitare i fili elettrici che pendevano da un lato all'altro della cabina.
Erano rimasti alcuni sedili strappati, maschere dell'ossigeno pendenti e sangue spruzzato qua e là.
«Questo sangue non è secco...» disse Louis toccandolo e macchiandosi i polpastrelli di rosso.
«Qualcuno è stato qui di recente, ma la cosa più strana è di chi è questo sangue?»
Controllarono sotto i sedili per vedere se c'era rimasto qualcosa di utile per loro.
Aprirono scatole e borse lasciate lì.
Trovarono un kit di salvataggio dove c'erano delle medicine, cerotti e antibiotici.
«Trovato qualcosa da mangiare?»
Harry scosse la testa, sconfitto.
Si stiracchiò la schiena, che aveva iniziato a fargli male a furia di stare piegato.
Louis si inoltrò verso la cabina di pilotaggio, cercando di non cadere in mezzo alle macerie.

The Island || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora