IV

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Il giorno che seguì fu caratterizzato da brutto, bruttissimo tempo.
Tirava vento, il cielo era coperto da fitte e scure nuvole e il mare era spaventosamente mosso.
Le palme si inclinavano, facendo sembrare quasi che stessero ballando.
Louis non aveva parlato ad Harry dal momento in cui quell'abbraccio si spezzò.
Harry non riusciva a leggere le espressioni e le emozioni che attraversavano il moro accanto a sé.
Non riusciva a capire il perché dei suoi comportamenti, non riusciva a capire perché per un momento era una persona dolce e comprensiva mentre il momento dopo era un ragazzo scortese e maleducato.
Quel ragazzo era un punto di domanda, un enigma che Harry voleva risolvere a tutti i costi. Era tremendamente curioso di sapere che cosa frullava in quella mente così complessa; ma Louis gli rendeva le cose difficili ignorandolo ad ogni domanda.

Era pomeriggio, avevano entrambi molta fame e molta sete.
Si erano rinfilati le magliette stropicciate cercando in qualche modo di ripararsi dal vento freddo.
Temevano entrambi un'onda che avrebbe distrutto l'isola, ma Harry pregava silenziosamente perché ciò non accadesse.
«Non dobbiamo stare qui in spiaggia. Dobbiamo entrare in questa piccola giungla.» disse Harry urlando, in modo da coprire l'ululato del vento.
«Lo so.» sussurrò Louis.
Parlò per la prima volta dopo quasi ventiquattro ore.
«Aiutami a cercare del cibo lì dentro.»
Gridò Harry nella sua direzione.
Louis rimase lì seduto, immobile.
Probabilmente voleva abbandonarsi, voleva lasciare a Madre Natura fare il suo corso.
Non gli interessava sopravvivere, per lui non ne valeva la pena.
«Louis, alza quel grande culo che hai e vieni via dalla spiaggia! È pericoloso!» gridò Harry, infuriandosi.
Aveva già visto sua sorella lasciarsi cullare dolcemente e lentamente nelle braccia della morte, non avrebbe permesso a Louis fare lo stesso.
Non l'avrebbe accettato, ma soprattutto non avrebbe accettato un'altra morte di fronte ai suoi occhi.
«Harry vattene! Vattene per favore e lasciami in pace! Perché sei così ossessionato dal salvare le persone dalle situazioni? Eh? Per quale cazzo di motivo? Qui non c'è nulla a salvare e non lo vuoi capire! Se uno vuole aiuto lo chiede! Io non voglio aiuto, voglio rimanere qui! Non puoi aiutare Harry, non puoi fare nulla per migliorare la situazione!» gridò Louis furioso.
«Sarà peggio per te allora. Fa' un po' come diamine ti pare! Sono stanco di cercare di aiutarti...» si voltò verso la foresta e scomparì tra gli alberi lasciandolo solo.
«Grazie a Dio!» sbottò l'altro alzando gli occhi al cielo.

Il vento era diminuito di molto e questo facilitava le cose ad Harry, che nel frattempo si era inoltrato in un groviglio di liane e pozzanghere di fango denso.
Non sapeva quanto era lontano dalla spiaggia e le fitte foglie degli alberi diminuivano la capacità visiva ancor di più.
Cercava di non farsi prendere dal panico, guardava gli alberi in cerca di qualche frutto commestibile.

L'isola non è tanto piccola quanto sembrava all'inizio, notò il riccio inciampando rovinosamente in una pozza di fango, sporcandosi tutto.
Schizzi densi gli coprirono il viso di chiazze sporche, i vestiti che aveva erano ormai andati e le gambe erano completamente dentro la pozzanghera, bacino incluso.
«Che cazzo di schifo...» brontolò cercando di alzarsi.
Prima che poté muovere un solo muscolo, vide qualcosa muoversi nel fango denso.
Si immobilizzò e socchiuse gli occhi per aguzzare la vista.
Qualcosa di sottile nuotava nella sua direzione, ondeggiando.
Non riusciva a distinguere bene di cosa si trattasse, ma non appena l'animale cacciò la coda fuori dall'acqua capì.
Impaurito dal serpente, si tirò impulsivamente fuori dalla pozzanghera, spaventando così l'animale che, per difendersi, affondò i denti aguzzi nel polpaccio di Harry.
Il ragazzo gridò così forte che la sua voce raggiunse i timpani di Louis.
In più il vento aiutava a trasportare le onde sonore più velocemente e a distanza maggiore.
«Louis!! Louis aiutami ti prego!!» gridò dolorante il ragazzo.
Harry afferrò la parte inferiore del collo dell'animale e strinse forte in modo da staccarsi di dosso il serpente.
Ci riuscì a malapena ma l'animale afferrò il concetto e ritornò nella pozza.
Strappò con forza una parte della t-shirt, lasciando nuda la pancia, e avvolse il pezzo di stoffa attorno al polpaccio, stringendo forte in modo da bloccare il veleno del serpente.
«Louis ti prego, AIUTAMI!» gridò con tutte le forze che gli rimanevano in corpo.

The Island || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora