Come tutti i giorni Ettore tagliava la legna e la figlia lo aiutava sistemandole in piccole piramidi,quella legna non solo serviva a scaldare la loro casa,ma anche a darle un guadagno sufficente a provedendo a se e a sua figlia;mentre lavoravano tutte le volte la figlia voleva sentire della madre,per non dimenticarla,gli piaceva ascoltare la storia del loro incontro e il padre ogni volta non esitava a raccontargliela,"Allora...io avevo appena 17 anni e come sempre aiutavo mio padre a tagliare la legna,proprio come fai tu con me"dicendo questo la gurdo con un sorriso orgoglioso e prosegui "un giorno scesi in città,per vendere la legna,mentre scendevo dal carro per portarla a un cliente,mi scontrai con una ragazza,era così...bella,anzi no...bellisima,mi caddè tutta la legna,che portavo in braccio e a lei ceddero delle stoffe che aveva appena comprato,povera pensai,gli si erano sporcate tutte,diventai rosso dall'imbarazzo pensai che la colpa di tutto ciò era mia e così le chiesi scusa almeno 10 volte,lei si mise a ridere e guardandomi disse "tranquillo,sono solo stoffe,le lavero,io mi chiamo Elisabeth e sono nuova in città,sono arrivata ieri e tu,tu come ti chiami?" .
Un giorno però mentre il padre stava lavorando in casa,Clara andò nel bosco per poter disegnare gli alberi e la natura,così nel mentre che tutta presa inizio a fare gli schizzi del suo paesaggio,da dietro si avvicino molto lentamente un orso e Clara non si accorse di nulla finche non senti un'aria forte sfiorarle la testa,così distolse lo squardo dalla tela e vide un enorme obra per terra e quando si volto,l'orso le si avvento sopra ed essa non avendo niente per difendersi inizio ad urlare il più forte che potè,il padre sentendo le urla prese distinto il fucile e si addentro nel bosco per andare in aiuto della povera figlia,però nel frattempo durante la collutazione Clara cadde a terra battendo la testa,ormai l'orso era pronto a sbranarla,quando all'improvviso arrivò Ettore che con un colpo di fucile lo rese innoquo,poi si avvicino alla figlia ormai priva di sensi e piena di sangue,la prese in braccio e la porto in città il più in fretta possibile;arrivato in città,porto la figlia dal medico e con le lacrime sul viso sperava che non fosse in gravi condizioni,o ancora peggio che il dottore uscisse dalla stanza annunciandole che la figlia non c'è l'avesse fatta;passarono ore,finalmente la porta si apri ed Ettore si alzo ancora con le lacrime sul viso,tremante come una foglia secca,il medico si avvicino e gli disse "non si preoccupi per sua figlia,ora è salva,ma non è ancora fuori pericolo,ha delle ferite in tutto il corpo e ha sbattuto forte la testa,ha perso molto sangue perciò è meglio che restì qui in'infermeria per un pò,torni a trovarla domani". Passo una settimana e Clara era ancora ricoverata,ed Ettore per questo stava andando in depressione ;ogni volta che andava a trovarla,vederla lì in quelle condizioni le spezzava il cuore. Passarono altre due settimane e Clara era ancora lì,ormai Ettore era in una depressione inrecuperabile,non usciva neanche più di casa e non faceva più lavori. Passarono altre sette settimane (quindi era ricoverata ormai da 2 mesi e mezzo) e Clara ormai era pronta a tornare a casa,solo quanche giorno è avrebbe riabbraciato il padre,nel frattempo Ettore stava per morire a causa della sua grave depressione e non avrebbe resistito più di due giorni. Passarono altri tre giorni ed Ettore morì nel sonno,ormai Clara era pronta ad uscire,solo un giorno e sarebbe tornata a casa;arrivato il giorno la bambina aspetto a lungo fuori dall'infermeria,quando capi che non sarebbe venuto si fece accompagnare dal medico a casa,una volta arrivati il medico scese per primo e quando entro nella casa non vide ne senti nulla,così inizio ad ispezionarla,mentre entrava nella camera da letto,la bambina scese dal carro accostandosi alla porta e gli chiese "lo hai trovato,inizio a preoccuparmi,perchè non è venuto?" il medico si giro verso la bambina per risponderle e con la voce tremante e la faccia cupa gli disse "resta lì,adesso andiamo via,ti spiego tutto mentre torniamo in città",la bambina sensa pensarci si precipito accanto al medico e come vide il padre,lì immobile nel letto,fece per andare da lui perchè in quel momento non capi,il medico la afferò a un braccio per fermarla e gurdandola gli disse"NO,FERMA NON ANDARE,fidati è meglio così",ma la bambina non lo ascolto e con decisione si stacco da lui,raggiungendo il padre,"PAPA,PAPA sono Clara" quando però si avvicino si rese conto che era freddo,che non respirava e che era rigido,così capi che era morto,il medico la raggiunse e prendendola sotto il suo braccio la porto via;durante il tragito la bambina non disse nulla,aveva lo squardo perso nel vuoto,gli occhi lucidi e le labbra tremanti.Quando Clara arrivo in orfanotrofio,si rinchiuse in camera,si sedette accovaciandosi dientro la porta,come per bloccarla,mettendo la testa sulle gambe,ancora incredula a ciò che a visto,alza lo sguardo è sola,nessuno la può vedere così si lascia andare e una lacrima le attraversa il viso,solo una lacrima nient'altro perchè è bloccata è incredula;quando giunge il momento di andare a dormire lei si mette sotto le corperte e non risce a chiudere occhio perchè sa che l'indomani sarà il giorno più brutto della sua vita,dovra dire addio per sempre a suo padre,poi all'improviso guarda verso la finestra è aperta e si vede il cielo stellato così lei si rivolge alla madre per rimproverarla "PERCHE',perchè mi hai fatto questo,tu dovevi prottegermi" poi con gli occhi ancora lucidi si gira dall'altra parte gli chiude e prende sonno,cercando di non pensare a niente.Era il giorno del funerale del padre,Clara non smetteva di piangere sapeva che ora non avrebbe mai più rivisto la persona a lei più cara,arrivati in cimitero vide la salma del padre e si ci butto sopra senza neanche pensarci,tutti gli occhi ora erano sulla piccola orfanella che piangeva come una fontana,abbracciando la salma come per dargli un'ultimo saluto affetuoso e sussurandogli all'orecchio "ti voglio tanto bene",ogni volta che si voltava verso la salma piangeva,piangeva finche gli occhi non gli divennero rossi,ad ogni singhiozzo usciva un lamento di rimprovero,per non aver passato abbastanza tempo col padre,non aver goduto a pieno il tempo passato con lui,non averli detto abbastanza quanto gli volesse bene e guanto era importante per lei,la gente cercava di consolarla ma nessuna parola o abbraccio le dava conforto e quei lameti continuarono finche non ebbe più forze;appena tornata all'orfanotrofio un bambino d'un anno più grande di lei le porse un fazzoletto dicendogli "sai anche io ho perso i miei genitori 3 anni fà è nessuno mi capiva,mi dicevano che nella vita tutti prima o poi muoiono,che il destino è crudele ma niente capita a caso e che loro mi avrebbero vegliato dall'alto;sai forse avevano raggione,guardami sono passati tre anni e sono ancora qui,quella era una lezione di vita,una prova che e ancora oggi devo superare,il vuoto che hanno lasciato non si è ancora colmato,ogni notte piango e guardo le stelle aspettando che loro vengano ne miei sogni,spero che un giorno grazie all'amore che mi ha portato al mondo io potro essere di nuovo felice.Comunque piacere io mi chiamo Lucas e spero che quello che ti ho detto ti possa essere non solo di conforto ma anche di aiuto" Clara stupita gli ridiede il fazolleto e scapo via,quando all'improviso mentre caminava senti una voce che la chiamava dall'altra parte del corridoio e come si volto vide un'ombra,Clara si mise a correre verso l'ombra ma quando sembrava che l'avesse raggiunta l'ombra era ormai scomparsa. Clara non faceva altro che pensare al padre,a qull'ombra che aveva visto qualche giorno prima e che non aveva più rivisto e a Lucas a quella sua sfaciataggine nel credere che loro fossero uguali e che quelle parole pottese aiutarla,la notte Clara non riusciva neanche più a dormire per via dei terribili incubu,in qui rivedeva le immagini del padre che a poco a poco scomparivano.

STAI LEGGENDO
Clara ed Ettore
FantasíaTanto tempo fa, nel 1684 a Cagliari in Sardegna, c'era una bambina di nome Clara...