Capitolo 9.

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Pubblichero' il decimo capitolo quando questo arrivera' a 20 visualizzazioni!
Buona lettura☺

"Lo sapevo! Lo sapevo che se saresti venuta qui mi avresti rubato il ragazzo!" Dice una voce.
Alzo lo sguardo e vedo Samantha che sbraita contro Christine.
Christine si alza di scatto, come se il mio tocco l' avesse bruciata.
"Si, scusa, non volevo.." dice guardandola negli occhi.
"Cosa? Dopo ieri che hai salutato in quella maniera il mio  ragazzo hai pure il coraggio di venirmi a dire  che non volevi?!"
Christine fa una smorfia, per poi aprire la bocca ma richiuderla quando viene interrotta da Samantha.
"Lui e' mio. Non hai il diritto ne' di toccarlo ne' di parlagli."

Sta esagerando.

"Samantha! Smettila! Se la metti cosi' non sono di nessuno! Nemmeno tuo!"dico con tono duro. "Non e' venuta lei ad abbracciarmi! Sono andato io! Lo vista in difficolta' e lo aiutata." Dico guardandola.

"Adesso basta. Non c'e' la faccio piu'. Non parlero' piu' al tuo ragazzo e tantomeno lo tocchero' piu'.  Tanto non mi serviva nemmeno il suo aiuto, non so perche' sia venuto da me."dice in tono freddo per poi girare i tacchi ed andarsene.

Cristiane pov.

Non voglio piu' avere a che fare con loro. Ne con Samantha' e ne col biondino. A me non serve aiuto. Io c'e' la faccio da sola. C'e lo fatta in tutti questi anni e c'e' la faro' anche sta volta. Non crollero' qui a Manhattan. Mi sono creata un muro e quel muro resistera' ad ogni pugnalata e  coltellata che mi tireranno.

Entro in bagno per asciugarmi il trucco colato , ma sento dei gemiti.
Decido di fare finta di niente, percio' apro una porta a caso in modo da poterci entrare.
Apro la porta , sbarro gli occhi , faccio una faccia schifata e richiudo la porta.
Perche' capitano tutte a me?

Dentro il bagno c'era un riccio con gli occhi verdi che stava baciando una nera ossigenata che era solo in reggiseno. Dire 'baciare' e' carino, si stavano praticamente scambiando la saliva.

Esco dal bagno pentendomene di tutto quello che e' successo e mi dirigo in classe.

Oggi ho scuola fino alle cinque e mezza e a quell' ora fa un po' buio.

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Le ore del mattino sono praticamente volate. Non volendo pranzare con gli altri mi dirigo fuori  scuola, che ha un giardinetto con delle panchine.

Mi guardo attorno e vedo tutte le panchine vuote, ma mi vado a sedere sotto un albero.

Inizio a mangiare mordendo un angolo del mio panino osservando la gente che passa.
Ci sono le persone felici, quelle con un sorriso falso e quelle tristi. Quelle che sono riuscite ad andare avanti col cuore a pezzi, quelle che magari hanno fatto riparare il cuore dal loro ragazzo. Quelle che hanno incollato con lo scoch i pezzi del loro cuore , per poter continuare ad andare avanti.
Quelle che hanno il cuore frantumato, come me.
quelle che cadono e si rialzano. Quelle che cadono si feriscono ma nonostante tutto si rialzano. Quelle che cadono facendosi ferite in profondita', ma che pultroppo rimangono li' ad osservare le persone felici.

Magari un giorno riusciro'  a trovare la colonna a cui potro' appoggiarmi tranquillamente. Ora traballo, ma rimanendo in piedi. Non cadro' di nuovo.

"Che fai tutta sola qui?" Una voce mi risveglia dai miei pensieri deprimenti.
"Che vuoi da me, Tomlinson?" Dico con voce secca.

Mi dispiace trattarlo cosi' , ma devo. Se non voglio far crollare il mio muro devo essere fredda e non far entrare nessuno nella mia vita.

"Volevo chiedere cosa fa questa signorina il Giovedi' sera?" Domanda alzando le sopracciglia.

Il Potere Dell' Ombra. -N.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora