2003 - parte 5

188 11 1
                                    

                 

Emma era in ritardo e Dan probabilmente la stava aspettando al solito posto già da molto tempo. Tutti i pomeriggi, da almeno 10 giorni a questa parte, si incontravano in quel parchetto dietro gli studios che piaceva tanto ad entrambi facendolo diventare il loro "posto segreto". Avevano deciso di comune accordo  di non svelare a nessun altro l'esistenza di quel posto perché volevano che rimanesse "il loro posto", non avrebbero mai accettato che qualcun altro si sedesse sulle LORO altalene.

Quel giorno si erano dati appuntamento alle 3 p.m. per passare un po' di tempo insieme dato che negli ultimi giorni erano stati sommersi dagli impegni per il film, e, se non fosse stato per Susan che l'aveva vista correre, sarebbe arrivata anche in tempo, invece aveva sprecato 20 minuti buoni per trovare una buona scusa che potesse convincerla a lasciarla andare. Alla fine c'era riuscita ma non le rimaneva che correre come una forsennata per arrivare almeno per le 3.15 p.m. , sperando che il suo amico non se la fosse presa a male non vedendola arrivare.

Dopo aver superato anche il reparto Effetti Speciali, vide finalmente la porta che divideva gli studios dal piccolo parco in disuso. Quando l'attraversò, cercò con gli occhi il suo amico, ma non lo vide. Addirittura per un attimo aveva creduto di essere sola finchè non notò qualcuno seduto sotto il salice piangente e dai capelli corvini, riconobbe la figura della persona che stava cercando.

-          Ciao Dan! Scusami tanto, sono in un ritardo pazzesco, ma Susan mi aveva beccata mentre venivo qui e ho dovuto fare in modo che non capisse dove stessi andando. – disse con un gran fiatone per la corsa.

Alle sue parole Daniel si voltò leggermente verso di lei, il suo volto era stranamente triste.

-          Non preoccuparti. –

Emma nel frattempo si era seduta accanto lui sotto il salice e si mise ad osservare con attenzione il viso del ragazzo mentre questo era intento a fissare il vuoto. Il suo volto non riusciva a nascondere la tristezza dei suoi occhi. Ora più che mai le era sembrato di capire il vero senso della frase "Gli occhi sono lo specchio dell'anima".

-          Ehi, Dan tutto bene? – cercò di essere il più dolce possibile.

-          Si, certo. Perché? – le rispose senza guardarla, ma la ragazza non ci fece caso.

-          Hai una faccia! –

-          Oh, beh ci sono nato con questa faccia. –

-          Sai cosa intendo. Sei arrabbiato perché sono arrivata in ritardo all'appuntamento? –

-          No, certo che no! Non mi ero neanche accorto che fossi in ritardo.  – Emma cercò con tutta se stessa di non prendersela per quel commento. – Beh, se non è per questo che sei arrabbiato, allora per che cosa? –

-          Come fai a dire che sono arrabbiato? –

-          Basta guardare i tuoi occhi per sapere che ti è successo qualcosa. Dai, dimmi cosa c'è che non va, con me puoi parlare di tutto! –

-          Emma dico sul serio, non c'è nulla che non vada.- continuava a evitare il suo sguardo e questa volta anche lei se ne accorse.

-          Ti conosco abbastanza da poter riconoscere quando mi dici le bugie. –

-          Ti prego, parliamo d'altro. – la pregò il suo amico, era evidente che non voleva approfondire l'argomento

-          Perché non vuoi dirmelo? –

-          Perché non c'è nulla da dire! – la sua reazione non faceva altro che confermare i sospetti di Emma che non accennava a darsi per vinta! Era molto preoccupata per il suo amico e voleva assolutamente aiutarlo a stare meglio.

none of the others had noticed a thing #wattys2016 #firsts #justwriteitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora