2003 - parte 6

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Era da più di 10minuti che fissava la pagina bianca del suo diario senza sapere esattamentecosa scrivere, non riusciva a trovare le parole adatte per descrivere il suostato d'animo attuale.
Non era la prima volta che litigava con un amico, anzi, per lei avere deiconfronti era essenziale in un'amicizia, altrimenti come si può essere certi disapere veramente chi ci sta di fronte?
Quel giorno però, come un fulmine a ciel sereno, si era ritrovata coinvolta inuna lite che non aveva nulla a che fare con lei e, cosa ancora peggiore, perquesto motivo aveva litigato con l'ultima con cui si sarebbe aspettato difarlo. Certo, anche in quel caso non era la prima volta che aveva un confrontocon Daniel, ma mai il suo amico si era rivolto a lei con lo stesso tono scocciatodi quel pomeriggio, come se la sua stessa presenza l'avesse infastidito!Com'era possibile che il ragazzo, lo stesso che due settimane prima l'avevatrattata come una principessa e l'aveva fatta entrare nel suo piccolo angolo diparadiso, ora l'avesse resa così fragile e indifesa?- Tesoro,continuando a fissare il foglio difficilmente riuscirai a trovare le risposteche cerchi! – Susan era in piedi davanti a lei che la guardava con la testaleggermente inclinata, le braccia incrociate e la spalla destra poggiata controla porta della stanza. Probabilmente era appena entrata.- Forse hairagione Su, credevo che scrivere mi avrebbe aiutata a riflettere un po'. – Emmadisse quelle parole quasi vergognandosi della sua stessa ingenuità.- Ha che fa conDaniel, vero? –- Come fai asaperlo? –- Beh, sai - si sedette accanto a lei sul letto – non è stato molto difficile ...innanzitutto, nonostante tu non voglia ammetterlo , hai pianto e a mio parereanche tanto, altrimenti i tuoi occhi non sarebbero così gonfi e rossi. Inoltre,cosa che ultimamente non capita spesso, hai praticamente passato l'interopomeriggio da sola nel tuo camerino. Di solito passi molto tempo con Danieldopo le riprese, così ho collegato tutto! – sentendo quelle parole, ad Emmasembrò di rivivere le stesse brutte sensazioni di qualche ora prima e diconseguenza nuove lacrime attraversarono le sue guance ancora una volta perquel giorno.- Non so cosasia successo esattamente, cioè in realtà si dato che Anne me l'ha detto, ma noncapisco perché sia così arrabbiato con me! – ora Emma era in piena crisi dipianto, i singhiozzi le agitavano tutto il corpo e solo con gli abbracci e lecarezze di Susan riuscì a calmarsi. Rimasero strette in quell'abbraccio perqualche minuto in silenzio, era chiaro che in quel momento la ragazza avessesolo bisogno di sfogarsi un po' prima di parlare.- Tesoro,ascoltami. Ora bevi un bel bicchiere d'acqua frizzante, proprio come piace ate, e poi con calma mi spieghi tutto perché, detto sinceramente tra noi, non hocapito molto. – a quel punto Emma non riuscì a trattenersi e scoppiò a rideretra un singhiozzo e l'altro mentre le lacrime ancora scendevano indisturbate.Susan, contenta di averla fatta sorridere, gliele asciugò con un fazzoletto.- Allora, te lasenti di parlarne? –- Si, grazie, orava molto meglio. Cercherò di essere breve. Effettivamente anche oggi pomeriggioio e Dan ci siamo incontrati, solo che non appena l'ho visto ho capitoimmediatamente che c'era qualcosa che non andasse e gliel'ho chiesto ... diciamopure che sono stata abbastanza pressante, lo ammetto, ma ero sinceramentepreoccupata per lui. Daniel, invece, penso che non l'abbia capito e diconseguenza mi ha trattato malissimo, chiamandomi addirittura "ragazzinaimpicciona" e questo solo perché gli ho fatto qualche domanda! Susan nonridere, è una cosa seria! –- Devi scusarmi,ma siete tremendamente adorabili, ora va avanti sono curiosa di sapere il resto– disse ancora sghignazzando sotto i baffi.- Beh ... Dopo diche me ne sono andata tutta arrabbiata e, come se non bastasse, indovina controchi sono andata a sbattere? –- Uhm, proviamoad indovinare ... Anne?-- Ehm, si. Macome fai a saperlo? Vabbé, non importa! Tornando al discorso di prima, abbiamoiniziato a parlare un po' e mi ha raccontato che stava cercando Dan per vederecome stava dopo aver litigato con il suo migliore amico Will. –- Ah, quindi èper questo che era arrabbiato! –- Esatto! Ma ilpeggio deve ancora arrivare: Anne mi ha spiegato che hanno litigato perchéqualche giorno fa Daniel non era riuscito ad andare alla sua festa dicompleanno, ma come avrebbe potuto dato che eravamo in Scozia a girare?! Quindiora si sente in colpa e per paura di perdere il suo amico ha deciso di nonfesteggiare neanche il suo di compleanno. –- Così noncambierà nulla, anzi, darà solo soddisfazione al suo amico. –- È la stessacosa che ho detto anche io, ma lui sembra non capirlo e così beh, ho paura diessermi cacciata proprio in un bel guaio ... -- Cioè, cosaintendi Emma? –- Ecco ... mi sonoproposta di organizzargli una festa a sorpresa perché mi dispiaceva per lui,sai, festeggiare il suo compleanno è così importante e non credo cherinunciarci lo possa aiutare a sentirsi meglio, d'altra parte non ha fattonulla di sbagliato! –- Ma ti rendiconto, vero, che il compleanno di Daniel è il 23, quindi tra meno di 10giorni?! Come farai ad organizzare tutto da sola e soprattutto in tempo? –- Non lo soproprio, inizio a pensare di aver avuto una pessima idea – era vero, forseaveva sbagliato, ma in quel momento era stata l'unica cosa che avrebbe potutotenere Anne alla larga dalla porta da cui Dan sarebbe dovuto passare, l'unicoproblema, però, era che ora si aspettava veramente che lei organizzasse lafesta, ormai le aveva promesso che ci avrebbe pensato lei ed Emma non era il tipodi persona che a cuor leggero si rimangia la parola data.    - Io invece lapenso diversamente. Prova a guardare tutta questa situazione da un'altraprospettiva, questa potrebbe essere l'occasione perfetta per dimostrare aDaniel quanto tieni a lui e alla vostra amicizia, o sbaglio? –- No, certo ècosì! Non ci avevo proprio pensato. Comunque ho deciso: domani, subito dopo leriprese parlerò con Dan e sistemerò tutto. Ripensandoci, ce la siamo presa peruna cosa da niente e sarebbe inutile continuare su questa strada! –- Ben dettoEmma! Prima porrete fine a questo sterile battibecco e meglio sarà perentrambi. Comunque se vuoi domani possiamo svegliarci un'oretta prima, cosìscriviamo una bella e-mail per informare tutti i vostri amici della festa.Almeno saprai il numero esatto dei partecipanti! –- Sarebbeperfetto, grazie mille Su! Sarei persa senza di te! –- Oh, mafigurati! È il mio lavoro aiutarti! – le disse facendole un occhiolino.- Ah, prima chemi dimentichi! Come vanno le cose con il bel biondo tenebroso? –- Scusa, conchi? – Emma non aveva davvero capito a chi si stesse riferendo in quel momentola sua assistente.- Ma come chi?Sto parlando di Tom Felton, ricordi? Un ragazzo di 17 anni, alto, biondo,bellissimo e con uno sguardo mozza il fiato ... - disse facendo il verso ad Emma.- Ahahahahahah,ehi, non ho mai detto che ha "uno sguardo mozza il fiato" – arrossì imbarazzatadelle sue stesse parole.- Oh, si certo!Comunque, come vanno le cose con lui? Sai, sono due anni che Tom è "l'argomento del giorno", ormai non sono più abituata a non sentirne parlare! –- Ma smettila! –Emma prese un cuscino dal letto e con quello la colpì sul braccio. A quel puntoanche Susan si armò di un cuscino dando così inizio ad una lotta all'ultimacuscinata contornata dalle loro risate in sottofondo. Una volta terminata,entrambe, sfinite, si stesero sul letto una accanto all'altra e ripresero ildiscorso da dove l'avevano interrotto. In particolare, fu Emma la prima aparlare.- Sai, per me èstrano dirti queste cose, soprattutto se ripenso agli ultimi due anni passati afargli il filo, ma credo di aver finalmente accettato il fatto che per lui nonpotrò mai essere nulla di più di una semplice amica e, cosa ancora più strana,mi sta' anche bene! Non voglio essere precipitosa però, ho bisogno di vederecosa succederà quando tutti quanti saranno tornati. –- Cavolo, Dan haproprio colpito nel segno! – Susan neanche si accorse di aver detto quelleparole ad alta voce e tanto meno si rese conto di averle dette di fronte adEmma, o forse si.- SUSAN! – Emmastava cercando con tutta se stessa di apparire scocciata da quel commento, mainvano, il sorriso sulle sue labbra la stava tradendo.- Non ho detto niente! Orache ci penso, signorina, a quest'ora tu dovresti già dormire, altrimenti domaninon riuscirai a svegliarti in tempo per fare tutto! – detto questo le diede unbacino sulla fronte, le rimboccò le coperte e spense la luce.
La mattina seguente, Emma si era svegliata molto propositiva e speranzosa, maben presto tutta la sua positività lasciò spazio ad altre preoccupazioni.
Era già la quinta volta che giravano la stessa scena per colpa sua, non le eramai successa una cosa del genere in quei tre anni sul set di Harry Potter!Apparentemente sembrava non riuscire a dire un battuta semplicissima,nonostante per tre volte si fosse avvicinata a Susan per rivedere il copione.
Era molto professionale nel suo lavoro, tanto che fin dal primo giorno sul setle era stato assegnato il soprannome One-Take-Watson perché le bastava solo unciak per far venire bene una scena e, addirittura, quando Rupert o Daniel sidimenticavano le loro battute, lei era sempre pronta a suggerirgliele, diconseguenza era chiaro il fatto che il problema non fosse la memoria dellaragazza, o almeno lo era per il regista,  Alfonso, che conosceva quei dueragazzi meglio delle sue stesse tasche, e aveva capito che ciò che frenavaentrambi quel giorno aveva veramente poco a che fare con il film in generale.- Emma, Dan,venite con me, per favore. –Tutto sembravaessersi bloccato. C'era un silenzio tombale e tutti i presenti, tra assistentialla produzione e truccatrici, si guardavano tra loro allibiti, infatti, se unregista chiamava con sé due attori facendoli persino allontanare dal luogodelle riprese, non era un buon segno.- Susan, macos'è preso ad entrambi oggi? Dan che non riesce neanche a guardare Emma negliocchi, Emma che invece alla vista di Dan va in palla e non riesce a dire lebattute! Non erano così impacciati neanche ai provini!!! Un atteggiamento delgenere non me lo sarei mai aspettato da loro! –- Ah, ma alloraDan non ti ha detto nulla? –- Susan, Anne,che cos'è successo ai ragazzi? – una delle assistenti alla produzione,sentendole parlare, si era avvicinata a loro.- Non lo soproprio Alice, ho fatto la stessa domanda a Susan e sembra che lei sappiaqualcosa. –- Beh, alloracosa aspetti a raccontarcelo? – man mano si stavano avvicinando tutti,cameramen, truccatrici, costumiste e addetti alle luci.- No, non se neparla! Sono questioni personali dei ragazzi, non abbiamo il diritto di parlarnein loro assenza! –- Avanti Susan,lo sappiamo tutti che muori dalla voglia di dircelo! – questa volta fu uncameraman a parlare.
- E va bene! Vidirò tutto, a patto che mi promettiate di non mettere in giro gossip vari, esto parlando proprio di voi, truccatrici! –- Entrate pureragazzi! Accomodatevi. – Alfonso li aveva portati in uno stanzino senza alcunefinestre ed illuminato solo da un piccolo faretto attaccato al soffitto.

none of the others had noticed a thing #wattys2016 #firsts #justwriteitDove le storie prendono vita. Scoprilo ora