CAPITOLO 34

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<<Scusi..>> gli corsi dietro <<Professor Faraize!>> chiamai.
All'inizio sembrò non sentirmi, poi mi resi conto che..non voleva sentirmi.
Corsi più veloce e mi parai davanti a lui col fiatone.
<<Oh, Annie!>> fece.
<<Perché voleva evitarmi?>>
<<Come scusa?>>
<<Mi stava palesemente ignorando per non parlare con me! Come se non volesse sentire che la stavo chiamando a squarciagola..>>
<<Ma che dici? No! Anzi, mi fa piacere parlarti. Come stai?>>
<<Non importa, piuttosto come sta lei?! Perché si trasferisce? L'hanno minacciata non è vero?>>
Lui scoppiò a ridere.
<<Hai proprio una fervida immaginazione tu! No, comunque, nessuna minaccia. Ho solo scelto di cambiare aria per un po', un bel po'. >>
Sembrava sincero. Sembrava.
<<Ha detto "devo" trasferirmi. Adesso, per come me ne sta parlando, sembra una cosa voluta.>> strinsi gli occhi, senza smettere di guardare i suoi.
<<Potresti farmi passare adesso? Vado di fretta, ma se vuoi possiamo parlare domani. Anzi, se ti può interessare, seguo dei ragazzi in un corso di recupero ogni pomeriggio, dopo le quattro. Se ti va potresti venire a darmi una mano.>>
<<Ma certo, volentieri. Allora ci vediamo og..>> ricordai Pretty little liars <<domani pomeriggio? Sa, oggi ho già degli impegni.>>
<<A domani Annie!>> mi sorrise e andò via.
Sapevo che mi nascondeva qualcosa. Perché la gente mi nascondeva le cose?

<<Buongiorno piccola>> Jonas mi baciò dolcemente e mise una mano sulla mia spalla <<Come stai?>>
<<Sto bene, perché?>>
<<Che domanda è?>> rise
<<Devi dirmi qualcosa?>>
<<No>> rise ancora.
Tornammo in stanza dove trovammo già Lucas e Sara che esaminavano i tre abiti.
<<Ma il terzo per chi dovrebbe essere?>>
<<Non ne abbiamo idea.>>
<<Forse qualcuno ha sbagliato. Insomma, se fossero stati per noi non ne avrebbero mandati tre non credete?>> era la soluzione più logica.
<<Forse hai ragione>> Sara fece spallucce, come a dire "tanto ormai sono qui e me li tengo".
<<C'erano i vostri nomi su quei vestiti!>> mi canzonò Lucas.
<<Il dormitorio è enorme. Probabilmente ci sono altre ragazze che si chiamano come noi.>>
<<Non penserete di indossarli per il ballo, vero?>> fece Lucas guardando Jonas.
Guardai anch'io Jonas e lui fece cenno di no.
<<Ma perché no?>> urlò Sara <<Li state vedendo anche voi! Sono semplicissimi abiti, anzi, semplicissimi bellissimi abiti!>>
<<Sono belli, è vero, ma con tutte le cose che sono successe negli ultimi tempi preferirei che non commetteste errori stupidi. Non sappiamo chi li manda, e se fosse Scott?>>
<<Ma dai, perché Scott dovrebbe inviarci degli abiti?>>
<<Annie, ho detto che non lo indossi. E non dovresti nemmeno tu Sara. Fine del discorso.>>
Sbuffai ma obbedii e lo posai di nuovo nella scatola.
<<Va bene, allora andiamo a cercarne uno per il ballo.>> sbuffai ancora.
Jonas prese le chiavi dell'auto e Lucas trascinò Sara insieme a noi.
Il tragitto in auto fu silenzioso e piuttosto imbarazzante, ma per fortuna fu anche breve.
Girammo mille negozi ma, ovviamente, gli abiti più belli costavano un patrimonio e noi non avevamo tutti quei soldi.
<<Questo è veramente molto carino>> fece Sara, mostrandomi un abito lungo, di pizzo bianco, sagomato sui fianchi.
<<Già è veramente bellissimo ma costerà una fortuna!>>
<<Te lo regalo io!>> fece Jonas.
<<Ma proprio no!>>
<<E perché no? Se ti piace prendiamolo e andiamo via, ti prego!>>
<<Non mi comprerai il vestito! E poi non possiamo andare via, tu non hai ancora un abito.>> gli ricordai.
<<Facciamo così allora: io compro uno smoking se tu mi lasci pagare almeno la metà del tuo abito. Ci stai?>>
Pensai un po' e, in effetti, non ne avrei trovato un'altro così bello e così "meno caro".
<<Così è più ragionevole.>> mi arresi.
<<Potrai ringraziarmi più tardi>> fece un occhialino ammiccante e andò alla cassa.
Sara comprò un abito verde acqua, invece, corto davanti e lunghissimo dietro. Sembrava una principessa.
<<Ottima scelta!>>
<<Non è bello quanto quello che abbiamo a casa, ma può andare.>> era la Regina delle battutine lei.
Jonas e Lucas, però, la ignorarono.

<<Amico, ti stiamo aspettando qua fuori!>>
<<Non mi va di uscire.>> sbuffò Jonas da dentro il camerino.
<<Avanti tesoro, devi uscire.>> lo incitai.
Dopo cinque minuti di silenzio Jonas venne fuori. Indossava un bellissimo abito nero, con tanto di cravatta blu.
Lucas scoppiò a ridere, mentre io e Sara applaudimmo.
<<Stai benissimo!>>
<<No. Non sono io. Non posso.>>
<<Puoi anche optare per qualcosa di meno "esagerato" se non ti ci trovi.>>
Mi guardò speranzoso <<Un jeans scuro, una camicia bianca e una giacca elegante. Che ne dici?>>
<<Sarebbe molto meglio.>> si rilassò.
<<Comunque così sei un vero figurino>> osservò Sara.
<<È vero, amico, confermo.>> fece, alla fine, Lucas.
Alla fine, come immaginavo già, optò per un abbigliamento più casual. Era veramente bellissimo nei panni di un ragazzo per bene. Era bello in qualsiasi modo.
Quando rientrammo, stanchi morti, al dormitorio ci mettemmo un po' ad aprire la porta.
<<Ma che caz>> fece Lucas cercando di aprirla.
<<Che succede?>>
<<È durissima! Come se non fosse la chiave giusta.>>
<<Non può essere. Aspetta, fai provare me.>> dissi.
Era vero. Non entrava la chiave, come se la serratura fosse stata cambiata.
<<Sfondiamola>> disse Lucas, Jonas annuì.
<<Ma che dite? No! Vado a parlare con il vigilante, magari sa che è successo.>>
Scesi giù di corsa e trovai Carl seduto al solito posto.
<<Ciao Carl, come va?>>
<<Oh, Annie, va tutto bene. Che succede?>>
<<Siamo usciti circa tre orette fa dalla stanza e adesso, non mi spiego chi e perché, abbiamo trovato la serratura cambiata.>>
<<È molto strano. Noi non abbiamo cambiato nessuna serratura.>>
<<Ma hai visto qualcuno entrare e uscire che non era del dormitorio?>>
<<Oggi è stata la giornata delle visite alle studentesse del quinto anno. Hanno festeggiato tutti insieme la fine del liceo, quindi c'è stato un via vai di gente tutto il giorno. Vuoi che chiamo la polizia?>>
<<No. No, sta tranquillo. Forse si tratta solo di uno sbaglio.>>
Tornai su e raccontai le poche informazioni che avevo agli altri.
<<Buttatela giù ragazzi!>> fece Sara, esausta.
<<Cosa? Non potete. Potrebbero espellerci!>>
<<Cosa suggerisci di fare allora? Restiamo qua fuori tutta la vita?>>
Aveva ragione, ma avevo ragione anch'io. Era un rischio.
Jonas e Lucas, nel dubbio, buttarono giù la porta. Non ci volle troppo, visto che le nostre porte erano praticamente finte.
<<Ma che è successo qui?!>> strillai.
La stanza era completamente messa a soqquadro e una delle finestre era stata rotta al centro. Gli abiti erano a terra e su tutte le superfici, i libri scolastici e i romanzi fatti a brandelli, i cassettoni aperti e svuotati e l'acqua della vasca da  bagno aperta.
<<Sto per sentirmi male>>
<<Guardate qua!>> fece Jonas.
Ci avvicinammo a lui, notando che la scatola con gli abiti era l'unica cosa messa bene.
<<C'è una lettera>>
La presi e iniziai a leggere:

"Mettetevi bene in testa che un regalo non si rifiuta. Farete bene ad indossarli il giorno del ballo. Ci saremo tutti e vi osserveremo bene.
Vi consiglio di non ignorare anche questo avvertimento."

<<Io non ne posso più>> iniziai a piangere <<Minacce, problemi, drammi...non doveva andare così.>>
<<Niente è mai andato come doveva andare Annie!>> urlò Sara.
<<Adesso calmatevi! Non potete restare qui stanotte quindi prendete le vostre cose e andiamocene.>>
<<E dove andiamo?>>
<<Venite da noi>>
Raccogliemmo qualche vestito e mi soffermai su "Il mio disastro sei tu", anzi, su quello che ne restava.
<<Lo ricompreremo>> fece Jonas, prendendomi per mano.



Spazio autrice:
Ciao a tutti i lettori di "Amore, bugie e altre verità", come va?
Vi sta piacendo il mio thriller?
Avevo pensato una cosa:
Se vi piacerebbe conoscere meglio i miei protagonisti potrei pubblicare delle "schede" su ognuno di loro, così vi darei la possibilità di capire meglio il vostro personaggio preferito e i suoi amici.
P.S Qual'e il vostro personaggio preferito?
Un abbraccio.

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