CAPITOLO 25

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<<Noel..ciao>> spostai il peso da un piede a un altro, nervosa.
Lui non sapeva niente ma in quel momento io mi sentii sporca.
N:<<Dove vai a quest'ora da sola?>>
<<Sto facendo due passi. Non mi sentivo bene e nella mia minuscola stanza mi mancava l'aria..>>
Noel mi guardò un po' come se dubitasse delle mie parole.
<<Jonas dov'è?>>
<<Alla festa di un giocatore di calcio..>>
N:<<Faccio due passi con te, ti va?>> mi guardava dritto negli occhi.
<<Veramente pensavo di tornarmene al dormitorio adesso..>>
Noel fece spallucce e si allontanò facendomi "ciao" con la mano.
"L'ho scampata bella!" Pensai.

Arrivai al dormitorio under alle undici e un quarto e aspettai lì circa cinque minuti. Faceva un freddo cane lì fuori e non passava anima viva. Pensavo "magari sto sbagliando" e "dovrei chiamare Jonas" ma poi ricordavo tutto quello che quello sconosciuto aveva fatto per me e mi auto convincevo di far la cosa giusta.
Mi inquietava un po' stare sola a quell'ora, di venerdì sera, dietro uno dei dormitori maschili ma l'appuntamento era lì e lì lo avrei aspettato.
<<Annie!>>
I faretti dei lampioni illuminavano un ombra distolta su un muro.
<<Nolan?>> urlai.
N:<<Si Annie..>>
<<Dove sei? Fatti vedere!>>
N:<<Parleremo così, per adesso.>>
<<No! O esci fuori e parliamo faccia a faccia oppure me ne vado!>>
Nessuno rispose più. Ammetto che per un attimo ebbi paura. Perché tutte quelle storie per vederci se poi si nascondeva ancora?
Feci per andarmene ma qualcuno mi si parò davanti.
N:<<Oh Annie!>> mi abbracciò.
Deglutii a quel gesto senza muovermi perché non ne capivo il senso.
<<Devi togliere anche quel maledetto passamontagna! Non siamo più in quell'inferno adesso!>>
Nolan esitò un attimo e poi, finalmente, si rivelò.
Aveva i capelli mori, i suoi soliti occhi verdi e un bellissimo colorito roseo.
<<Sei meglio senza il passamontagna!>> sorrisi.
N:<<Devo dirti alcune cose..vieni..>>
Ci sedemmo su un muretto sotto un albero e lui mi guardò un Po' negli occhi prima di iniziare.
N:<<Noi due non ci conosciamo. Quando il capo ha organizzato il rapimento io feci per tirarmi indietro perché avevo visto il tuo nome sul tabellone di chi e come rapire.>>
Abbassò la testa.
<<Perché volevi tirarti indietro per me?>>
N:<<Frequentiamo un corso insieme dall'anno scorso.. Io sono venuto poche volte e sono un tipo che si fa notare poco ma ho visto in te qualcosa sin dal primo giorno. Jonas e io un tempo eravamo amici e quando ho saputo che tu eri la sua ragazza, che Jonas Martin si era davvero impegnato con qualcuna, ho capito che non mi sbagliavo e che sei davvero una tipa in gamba. Che sei speciale..>>
Le sue parole erano buone ma volevo saperne di più.
<<Tu e Jonas eravate amici?>>
Nolan esitò un po' anche stavolta, poi si alzò in piedi e sollevò la maglia mostrandomi il tatuaggio nel fianco.
<<Capisco..>>
N:<<Sono stato forse uno dei primi a mollare e l'unico, forse, a non pentirsene mai.>>
<<Perché dici così?>>
N:<<Perché era gente matta. Lui, Noel e tutti quei ragazzi erano fatti per quella vita, mentre io no..>>
<<Io so che sei una bravissima persona e colgo l'occasione per ringraziarti di vero cuore, a nome di tutti, ma.. Perché parli così se eri in mezzo a quella banda di disagiati che rapisce e ammazza le persone come se niente fosse?>>
N:<<Non posso dirtelo.>>
Capì che non avrebbe aperto bocca su quel posto e su quelle persone quindi decisi di cambiare discorso.
<<Una volta mi hai detto che Jonas ha tante cose da spiegarmi.. Non sei stato l'unico sai?>>
N:<<Jonas in fondo è una brava persona. Quando eravamo un gruppo lui era il leader perfetto peccava solo di arroganza qualche volta.>>
<<Ah quella gli è rimasta..>> rise insieme a me.
N:<<Sono felice che hai accettato di incontrarmi e ti chiedo scusa se non ho voluto nessun altro ma preferisco che nessuno venga mai a sapere chi sono e cosa ho fatto. Sta lontana dai guai ok?>>
Lo abbracciai di impulso.
<<Grazie mille per tutto..>>
Noel:<<Sei brava a dire stronzate Annie.. Ti ha addestrata bene Jonas..>> disse applaudendo e avvicinandosi.
Nolan guardò prima me e poi lui.
<<Mi hai seguita?>>
Noel:<<Sapevo che mi stavi mentendo! Ciao Scott!>>
S:<<Mi chiamo Scott, non Nolan>> fece nella mia direzione.
<<Si lo abbiamo inventato noi Nolan>> sorrisi.
N:<<Siete proprio carini e adesso io non so se spaccarti la faccia da solo o chiamare Jonas per far prendere anche al mio ex nemico una bella soddisfazione!>>
<<Hey non dimenticarti che è grazie a lui se siamo fuori di lì idiota!>> non mi sembrò nemmeno vero di avere tutta quella tenacia.
S:<<Stanne fuori!>> mi sentì ferita ma obbedì.
N:<<Ho già chiamato Jonas al dire il vero. È molto deluso Annie.>>
<<Sei un bastardo! Hanno tutti ragione sul tuo conto!!>>
N:<<Non sono io quello che ha mentito al suo ragazzo per vedersi con un rapitore stupratore e piromane!>>
Quelle parole mi arrivarono come un pugno sulla pancia.
<<Stupratore? Piromane? Ma che sta dicendo Nolan?..Scott?>>
Scott chiuse le mani a pugno e si avvicinò lentamente a Noel.
N:<<Finalmente un po' d'azione!>> aveva un sorrisino maledettamente cattivo.
Scott sferrò il primo colpo ma Noel lo schivò. Si vedeva che erano due persone abituate alle risse perché se le diedero di santa ragione senza mai restare a terra più di tre secondi. Non potevo mettermi in mezzo, ne potevo provare a dividerli perché dio solo sa come ne sarei uscita così iniziai a urlare di smetterla e di aiutarmi, ma non c'era nessuno in quel posto a parte noi.
J:<<Noel che cazzo fai!>>
Alla voce di Jonas tutto si fermò e, a parte qualche respiro affannoso, ci ammutolimmo tutti.
Jonas guardò me deluso e amareggiato.
J:<<Tu stai bene?>>
Risposi si con un cenno del capo, non seppi fare né dire altro.
J:<<Quindi tu sei Nolan...>>
S:<<Ciao capo!>> disse in torno sarcastico.
Quella situazione era assurda ed era solo colpa mia. Sapevo che in passato erano stati dei pazzi e per le loro sciocchezze erano morti anche dei ragazzi ma dovevano capire che non erano più i sedicenni di allora.
<<Tutto questo è colpa mia! Jonas, tesoro..>>
J:<<Non chiamarmi tesoro.>>
Aveva ragione. I sensi di colpa si erano trasformati in tortura. Amavo davvero Jonas e l'idea di perderlo per..per cosa? Perché capivo sempre dopo i miei errori?
J:<<Cosa volevi fare con la mia ragazza eh? Volevi violentarla come hai fatto con Marion? Volevi bruciare il dormitorio dopo? Spiegami che cazzo di problemi hai con me e con la mia vita privata!!>> chiusi gli occhi al primo schiaffo.
S:<<Nessun problema capo.>> disse ridendo.<<Volevo solo sapere come sta. A differenza tua io sono sempre stato sincero con lei e oggi sono venuto qui con le migliori delle intenzioni. Amo Annie e non le farei mai del male.>>
N:<<Insomma ma siamo pazzi? Ami Annie? La conosci da trenta minuti!>>
S:<<La osservo da un po'. Jonas non se la merita e sinceramente parli tanto di me e dei miei sbagli passati ma vuoi raccontare tu alla tua ragazza cosa è successo con Hanna Oakin o glielo racconto io?>>
Mi sentii confusa. Scott stava stuzzicando la persona sbagliata e vidi l'odio negli occhi di Jonas.
J:<<Sei un maledetto figlio di puttana!>>
In un attimo quel battibecco acceso si trasformò in una rissa fra folli. Jonas sputava sangue mentre dominava Scott che giaceva a terra. Si dimenava per liberarsi ma Jonas era evidentemente più pesante di lui. Portai le mani alla bocca, incerta se intervenire o meno ma avevo poco tempo per pensare.
Mi avvicinai a loro e presi Jonas per un braccio.
Noel mi prese mi sollevò da terra  per portarmi via ma riuscii a divincolarmi dalla sua presa e a riprendere il braccio di Jonas.
<<Cosa vuoi fare Jonas??Lo ammazzi così!!>>
J:<<Devi levarti dai coglioni!!>> urlò sbattendomi il braccio contro la bocca in modo così violento che sentii immediatamente il sapore del sangue in gola.
Si fermarono tutti nell'istante in cui iniziai a sputarlo sull'erba.
S:<<Che cazzo hai fatto?>>
J:<<Non...azzardarti...a...toccarla.>>
Scott si bloccò e Jonas, invece, si avvicinò.
J:<<Non volevo farti del male Annie..>> la sua voce era dolce ma delusa. Era distaccato e preoccupato allo stesso tempo.
<<Io non volevo combinare questo casino Jonas. Volevo solo ringraziarlo perché se siamo vivi è merito suo e poi..questo. Mi dispiace tanto, so che avrei dovuto dirtelo ma..Perdonami.>>
Jonas non mi guardò nemmeno in faccia.
<<Ti amo..>>
J:<<Non è vero.>> si alzò e fece cenno di alzarmi.
Obbedì in silenzio.
J:<<Io porto Annie a casa. Tu non avvicinarti mai più a lei!>> minacciò e andammo via.
Per tutto il tragitto non mi rivolse la parola così mi feci coraggio.
<<Ti sbagli.>>
Jonas mi guardò con aria perplessa.
<<È vero che ti amo. Lui ci ha aiutati ed è grazie a lui che le persone che amo stanno bene, compreso te. Voleva sapere come stavo e io volevo semplicemente dirgli grazie.>>
J:<<È un tipo pericoloso, io ti avverto. Sei grande e vaccinata quindi farai quello che ti pare ma poi non dire che non ti ho avvertita.>>
<<Cosa è successo con quella Hanna?>>
Non lo guardai in faccia.
J:<<Era la ragazza di Scott quando era nella confraternita. Sapevamo tutti che era sua ma stupidi com'eravamo non ci pensammo due volte a provarci. Lei però non era come te. Lei era più civettuola, più consapevole e, soprattutto, molto meno ingenua di te. Una sera i ragazzi stavano facendo gli stupidi con lei mentre Scott era a casa di sua madre. Lei voleva me, un po' perché ero il capo, un po' perché ero quello che faceva meno il casca morto. Dopo un paio di bicchierini, nonostante volessi evitare di fare sciocchezze perché volevo bene a quel bastardo, me la sono portata a letto. Lui non lo avrebbe mai scoperto se..>> chiuse gli occhi a mo di dolore <<Se non avessimo avuto quell'incidente..>>
<<Incidente?>>
J:<<Lei è rimasta incinta.>>
Mi crollò il mondo addosso.
<<Tu sei padre?>> urlai.
J:<<Non sono padre. Lei ha detto subito a Scott che il bambino era mio nonostante avrebbe potuto benissimo dire che era suo, visto che andava a letto anche con lui. Io ero piccolo e stupido e imposi ad Hanna di abortire, lei mi ascoltò perché era stupida e piccola quanto me. Scott era disposto a perdonarla ma lei andò via.. Mi odiò per l'accaduto e decise di vendicarsi nel modo più tremendo possibile.>>
Gli presi la mano ma lui decise di scostarsi.
<<Cosa ti ha fatto?>>
J:<<È venuto a casa mia un giorno ma io non c'ero. Mamma era a lavoro e papà fuori città. Gli aprì mia sorella perché lo conosceva e non sapeva nulla. Non vedendomi tornare decise di..>> vedere la sofferenza nei suoi occhi mi fece venir voglia di piangere.<<violentare Marion. Dopodiché, non contento, ha portato fuori la mia sorellina, che all'epoca aveva undici anni, e ha dato fuoco alla mia casa.>>
<<O mio dio..>>
J:<<Quando sono tornato a casa e ho trovato Marion, la mia piccola Marion, in strada che piangeva e con macchie di sangue sulle gambe mi sono ripromesso di ucciderlo con le mie stesse mani. Lei ha pianto ancora di più quando mi ha visto e da quel giorno..mi ha odiato.>>
<<È terribile...>>
J:<<In verità da quel giorno nemmeno i miei genitori mi parlarono più. Erano stanchi delle mie bravate e le cose erano arrivate al limite, come dargli torto? Non tornai più a casa mia. So che tu non sapevi nulla e che non volevi scatenare questo casino ma non voglio vederti più. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto io mi innamoro sempre di più di te ma insieme al mio amore cresce il pericolo. Non voglio che ti succeda qualcosa di orribile, non per colpa mia. Io ho le tenebre dentro, mentre tu sei limpida e non permetterò che questo cambi.>>
<<Lasciarmi non risolverà i problemi! Se è vero che mi ami, se è vero che ci tieni a me..resta e proteggimi.>>
Jonas fece per avvicinarsi e invece si voltò e andò via.
Quella sera qualcosa si ruppe dentro di me.

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