CAPITOLO 47

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<<Abbiamo ricevuto una telefonata anonima. Una specie di voce robotica ci ha spiegato che il corpo di questo ragazzo giaceva lungo la riva del fiume. L'unico nome che ci ha fatto, dicendo di essere sicuro di quello che stava dicendo, è quello di Jonas Martin.>>
<<Avete arrestato una persona solo basandovi su una telefonata anonima? In più dove parlava una voce robotica e non una vera persona? Ma sul serio?>>
<<Annie, calmati..>> fece Lucas.
<<Non possiamo dire altro, ma visto che non abbiamo prove e che sembra avere un alibi, il vostro amico rimarrà una notte in cella. A meno che non paghiate la cauzione.>>
<<E secondo lei tre liceali dove li prendono questi soldi?>>
<<Mi dispiace..>>
Jonas era già stato portato in cella quando ci liberammo dell'ispettore Molina.
<<Voce robotica eh?>> sbuffai <<Chiamo Noel.>>
<<Perché dovresti?>> fece Sara.
<<Tu hai dieci mila dollari?>>
<<Chi ti dice che lui li abbia?>>
<<Nessuno, ecco perché devo chiamargli!>>
<<Aspetta>> fece Lucas <<Pensate che sia stata la stessa voce robotica delle telefonate che hanno ricevuto Jonas e Noel?>>
<<Ovviamente>>
<<No, invece.>> urlò Sara <<Loro vogliono che noi andiamo al ballo e sanno che se Jonas resta in prigione noi non andremo da nessuna parte!>>
<<Sono persone malate! Pensi davvero che il loro piano per torturarci segua un filo logico? Fanno quello che gli pare con le nostre vite. Probabilmente preferiscono vederci qui mentre loro ballano alla faccia nostra! Il vestito è stato distrutto e loro vogliono farcela pagare in questo modo. Scusami, ma non sei l'unica che ha pensieri cattivi. Adesso, col vostro permesso, provo a far uscire il mio fidanzato di prigione.>>
Uscii fuori dalla stazione di polizia e digitai il numero di Noel. Probabilmente Jonas non gli avrebbe mai chiesto aiuto, ma era l'unica buona idea che mi veniva in mente in quel momento.
<<Ciao bellezza>> rispose.
<<Immagino che tu non sappia niente..>>
<<Che Scott è morto? Si, ho saputo e non porterò fiori sulla sua tomba.>>
<<È un pensiero cattivo persino per te. Comunque non è questo. Hanno arrestato Jonas per la sua morte e adesso dobbiamo pagare la cauzione. Tu potresti aiutarmi?>>
<<Hai detto aiutarmi perché se dicevi aiutarci avrei potuto dirti di no?>>
<<Noel, sto parlando seriamente...>>
<<Arrivo subito.>> riattaccò.
Mi sedetti sulle scale della questura e aspettai.
Non riuscivo a capire chi avesse potuto uccidere Scott, ne perché. Si, non era perfetto, aveva molti difetti ma non avrei augurato a nessuno una morte del genere.
Noel arrivò dieci minuti dopo e dalla sua espressione sembrava tranquillo.
<<Hey..>>
<<Grazie di essere venuto.>>
<<Grazie per avermi preso in considerazione. L'avrei saputo dal telegiornale altrimenti..>> guardò Lucas con aria accusatoria <<Tieni. Paga la cauzione e andiamo a questo ballo.>> 
Solo allora lo guardai. Era vestito di tutto punto. Aveva un pantalone scuro, una camicia nera e una giacca elegante. Stava proprio bene.
<<Te li renderò presto.>>
Corsi dentro e pagai la cauzione a Jonas.
Aspettammo circa venti minuti là fuori.
<<Amore..>>
Mi alzai di scatto e andai a stringerlo.
<<È stata la voce robotica delle telefonate che avete ricevuto a fare il tuo nome alla polizia e anche a dire dove si trovava il corpo.>>
<<Chi può essere stato?>> chiese Noel.
Quando Jonas vide Noel capì tutto. Dei soldi per la cauzione, del fatto che ero stata io a chiamarlo...
<<Non lo so e non giocherò a Sherlock Holmes con te.>>
<<Hey, stai calmo ok?>>
<<Non dovevi aiutarmi. Non ti avrei mai chiamato.>>
<<Se fossi stato tu a chiamare non sarei nemmeno venuto, stanne certo.>>
<<Ok!>> feci io <<Possiamo parlare di cose più serie adesso?>>
<<Ad esempio del fatto che adesso indagheranno su di te per questo omicidio?>> ricordò Sara.
<<Non sono stato io, quindi sono tranquillo.>>
<<Allora sei stupido!>> urlò Noel <<Se sono riusciti a farti arrestare stasera, riusciranno a piazzare false prove su di te senza alcun problema.>>
<<Possiamo calmare i toni?>> disse, infine, Lucas <<Ti hanno incastrato e su questo non ci piove, ma bisogna trovare il modo di non dargli la meglio su di noi.>>
<<Non abbiamo nemmeno idea di chi sono. Come fanno ad essere sempre un passo avanti a noi?>> chiese Sara.
Mi guardai intorno e l'occhio mi cadde sulla torre dell'orologio. Erano quasi le ventuno e di lì a poco sarebbe avvenuto il primo ballo.
<<Andiamo a cambiarci ragazzi, il ballo ci aspetta!>> dissi, camminando verso l'auto di Lucas.
Salimmo tutti, tranne Noel.
<<Ci vediamo lì?>> gli dissi.
<<Contaci.>> mi rispose.

Alle ventuno e quarantacinque eravamo già tutti pronti per il ballo. Sara indossava il vestito che aveva ricevuto da quei decerebrati, mentre io indossai l'abito di pizzo bianco che avevo acquistato per l'occasione. Jonas aveva optato per una camicia bianca e un semplice gilet blu, mentre Lucas indossava un completo nero gessato.
<<Pronto?>> talmente ero stata presa dagli avvenimenti e dai pensieri che non avevo più sentito Eleonora.
<<Dove siete? Dimmi che state arrivando...>>
<<Certo, stiamo arrivando.>> riattaccai.
Quando arrivammo notai con piacere che non era da sola. Stefany, la più dolce delle nerd, era con lei.
<<Quindi sei una gran stronza e non riuscirai a rovinarci il ballo! Addio!>> le urlò.
"Alla faccia della dolce..."
<<Va tutto bene?>>
<<Si. Ha ragione.>> sbuffò <<Comunque complimenti ragazzi, siete proprio meravigliosi.>>
<<Anche tu lo sei.>>
All'improvviso ogni testa della sala si girò verso le scale. Li c'era Noel Roman col suo bellissimo completo che veniva verso di noi. Non sapevo esattamente se lo stessero guardando in modo negativo, ma notai qualche sorriso ammaliato e mi lasciai sfuggiate un ghigno anch'io.
<<Sei bellissima Annie.>> mi sorrise.
Ricambiai e mi venne in mente una cosa: Jonas non mi aveva fatto nemmeno un complimento. Insomma, capivo la situazione e che era appena uscito di prigione ma era pur sempre il nostro ballo. Mi offesi un po'.
<<Balliamo?>> fece il mio ragazzo.
<<Non dovremmo prima accettarci che Marion sia qui e sta bene?>>
<<L'ho già incrociata. È vicino il tavolo delle bevande con delle sue compagne di scuola.>>
Lo guardai.
<<Che c'è? Mi sono informato.>>
<<ATTENZIONE.>> fece il preside Harding al microfono <<COME TUTTI SAPETE STANOTTE SCOTT LIVY, GIOVANE STUDENTE DELLA LINCOLN, CI HA LASCIATI. NON SI SA ANCORA CHI È STATO O PERCHÉ MA SAPPIAMO CHE STASERA QUESTO BALLO LO VOGLIAMO DEDICARE A LUI E AL SUO BELLISSIMO PERCORSO INSIEME A NOI. BUON PROSEGUIMENTO.>>
Applaudirono tutti.
<<Perché quando la gente muore diventa improvvisamente amata da tutti?>> mi voltai verso Jonas, ma lui non era più vicino a me.
C'era solo Noel.
<<Dove sono andati tutti?>>
<<Non lo so, stavo guardando te.>> disse imbarazzato.
<<Noel..>>
<<Non ti stavo guardando perché mi piaci, Annie! Ti guardo perché non voglio che ti succeda qualcosa.>>
<<Non gli succederà nulla!>> tornò Jonas.
<<Dove sei andato?>>
<<Non vedevo più Marion.>>
<<Sara e Lucas?>>
<<Lì che ballano.>> indicò la pista.
<<Balliamo?>> chiese, infine.
Annuii.
L'atmosfera quella sera era bellissima. Sul tetto della palestra c'erano nastri argentati e un enorme palla da discoteca che ad ogni giro rifletteva colori bellissimi su tutti noi. I miei compagni ballavano, Marion si divertiva e Jonas non era in prigione. Forse quella serata non sarebbe stata poi così male...

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