La mattina dopo, alle nove, il servitore entrò portando su un
vassoio una tazza di cioccolata e aprì le persiane. Steso sul
fianco destro, con una mano sotto la guancia, Dorian dormiva
tranquillissimo e sembrava un ragazzino stanco del gioco o
dello studio.
Il domestico dovette toccarlo sulla spalla due volte, prima che
si svegliasse; e quando aprì gli occhi passò sulle sue labbra un
vago sorriso, come se egli fosse stato perduto in un sogno
delizioso.
Invece non aveva sognato affatto; il suo sonno non era stato
turbato da nessuna immagine né gradevole né penosa; ma la
gioventù sorride senza nessun motivo, ed è questa una delle sue
maggiori attrattive.
Si girò e, appoggiandosi al gomito, cominciò a sorseggiare la
cioccolata. Il mite sole di novembre riempiva la camera, il cielo
era sereno e c'era nell'aria un piacevole tepore. Pareva quasi
una mattinata di maggio.
A poco a poco, con gambe silenziose e insanguinate, gli
avvenimenti della notte precedente si insinuarono nel suo
cervello, dove si ricostruirono con una spaventosa nitidezza. Il
ricordo di tutto quello che aveva sofferto lo fece riscuotere e
per un attimo tornò a invaderlo lo stesso curioso sentimento di
odio contro Basil Hallward che lo aveva spinto a ucciderlo
mentre stava seduto sulla sedia. Si sentì gelare dall'ira. Inoltre
c'era il morto, ancora seduto lassù; adesso, anzi, alla luce del sole.
Che orrore! Cose così ripugnanti erano fatte per l'oscurità, non
per il giorno.
Ebbe la sensazione che se continuava a rimuginare
sull'accaduto avrebbe finito con l'ammalarsi o con l'impazzire.
Il fascino di certi peccati sta più nel ricordarli che nel
commetterli; sono strani trionfi che soddisfano l'orgoglio più
che le passioni e procurano all'intelletto una più vivace
sensazione di gioia, più intensa di qualunque gioia che hanno
procurato o che potrebbero procurare ai sensi; ma questo non
rientrava in quella categoria.
Era una cosa che bisognava cacciare dalla testa, drogare con
l'oppio, strangolare per non esserne strangolati.
Quando suonò la mezza, si passò la mano sulla fronte, poi si
alzò in fretta e si vestì con cura anche maggiore del solito,
mettendo un'attenzione particolare nella scelta della cravatta e
della spilla e cambiando più volte anelli. Si intrattenne a lungo
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IL RITRATTO DI DORIAN GRAY
ClassicsUn classico insuperabile, scritto dal celebre Oscar Wilde.