Stronza,non per scelta ma per difesa.

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Inizia a scrivere la tua storia

-capitolo 1:

era una sera come le altre e l'aria era molto tesa dopo la discussione del giorno con mia madre.

<se trovo un'altra sigaretta nella tua borsa ti butto fuori di casa>

continuava a gridare anche quando la ignoravo salendo le scale. Entrai in camera e,chiusa la porta non sentii più niente,solo le parole ritmate che pompavano nelle mie orecchie. Il letto su cui mi ero buttata sopra stressata la massimo era delicatamente coperto da un piumone rosso che faceva contrasto con la mia camera odiosamente rosa.

Non ho mai voluto la stanza rosa,all'inizio era azzurra che andava a sfumare col bianco e mi piaceva ma poi è arrivato quel cavolo di pittore che distrusse i miei gusti. Mamma aveva scelto per me, anche se lei sapeva che io ero fortemente contraria.

Arrivai da scuola è vedere la mia grande libreria fuori dalla ma stanza, proprio al centro del corridoio fu come una pugnalata,la mia stanza stava diventando come quella di una vera e propria ragazza.

Sono stata sempre molto femminile io,scarpe abbinate,borsa,cerchietti,lucidalabbra,ogni occasione era buona per comprarmi una gonna o mettere un vestito,ma il mio gusto per l'azzurro è stato sempre contrastante col mio carattere apertamente femminile.

Ma si sa, i tempi cambiano e con essi anche le persone.

Cambiai,non per mia scelta,ma per un accaduto che mi segnerà in eterno, ma mentre io cambiai per una causa più che ragionevole,anche mia madre venne fortemente segnata dal mio cambiamento.

Aveva una femmina e quale madre non vorrebbe vestire la propria bimba tutta rosa e fiori con gonna e vestitini? Ecco, la mia era decisamente una di quelle.

Sono sempre stata molto religiosa, mi svegliavo alle sei per arrivare in chiesa alle otto anche se la messa iniziava alla dieci. Arrivavo sempre prima del prete,facevo la ministrante (le bambine in tunica che "servono il signore"). Erano rare le volte che arrivavo in ritardo ma se accadeva mi vergognavo pure ad uscire da casa.

C'era questo prete,di colore,grazie a lui capì che non c'era differenza tra me ed una persona dal colore di pelle un po' più scuro del nostro,stessa umiltà,stessi occhi,imparai a non essere razzista (anche se non lo sono mai stata) e mi ci affezionai particolarmente.

Ma poi, arrivò quel maledetto giorno.

Stava andando a celebrare la messa,la sua macchina era vecchia e non aveva gli hair bag, ed uno scoglionato correva oltre il limite di velocità,andò nella sua corsia,lui soffriva di cuore, così perse il controllo della macchina. Morì in ambulanza.

Ero in gita in quinta elementare mi dette la notizia il mio catechista ( a cui ero particolarmente affezionata), non potevo crederci. Mi feci tutto il ritorno piangendo chiamando a mia madre e mio padre, arrabbiata col loro perché sapevano tutto,ma non mi dissero niente. Mamma non si stupì appena la chiamai e mi sentii piangere,aveva già capito.

È stato il periodo più brutto,forse. Quella chiesa era come una seconda famiglia per me e quel prete ne faceva più che parte. Era come perdere una persona a te cara.

Non me ne capacitavo,piangevo,piangevo e piangevo.

Mi rifiutavo di andare in chiesa ed ogni volta era una vera e propria tortura, ho avuto un infanzia travagliata,andare in chiesa era l'unico modo per scappare da quell'inferno e credere in dio l'unica ancora su cui mi potevo aggrappare.

Iniziai ad ascoltare rap, specialmente un cantante che mi fece capire che se cadi devi rialzarti e combattere. Ma ero caduta troppo in basso,sentivo di non potercela fare e lui? Mi aiutò in un modo che neanche i miei genitori fecero.

Fedez mi insegnò che la forza sta in chi cade e si rialza,che in questo mondo tutti sono come i dadi hanno più facce,che sono rare le persone che farebbero tutto quello che faresti tu per loro, che le pugnalate devi aspettartele da tutti,sopratutto quelle dietro le spalle,mi aiutò a rialzarmi e fu come una luce in fondo al tunnel buio in cui miei ero persa.

Sono stata costretta a crescere in fretta, ma almeno non da sola.

La musica divenne per me un'ancora a cui aggrapparmi, e qui incominciò il mio cambiamento sia esteriore che interiore.

Inizia a mettere da parte i miei vestiti e le mie gonne,ormai ogni centimetro del mio armadio era ricoperto da felpe di ogni genere e dimensione. Mi tagliai i capelli,iniziarono a piacermi pircing e  tatuaggi,iniziai con i buchi alle orecchie e più avanti con i tatuaggi quasi indelebili.

Mamma dovette accettare questo mio cambiamento ed io ne subii le conseguenze.

A mio modo di pensare la ferii molto poiche vestirmi come una "bambola" è sempre stato il suo sogno.

Iniziò ad arrabbiarsi con me,ad odiare fedez (per aver trasformato la sua bambina in maschiaccio),non poteva vedermi con le cuffie nelle orecchie che subito mi sgridava.

Quando mi rifiutavo di mettere una gonna, mi gridava ben che volentieri che ero solo una delusione. Mi abituai in fretta a quei suoi modi di porsi, continuando per la mia strada. Diventando stronza non per scelta,ma per difesa.

Come l'arcobaleno dopo un temporale_❄️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora